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OGM o non OGM? L’Unione Europea al bivio

di Andrea Boretti - 30/09/2009

Ogm sì, ogm no? Il dibattito è aperto. In particolare, l’Unione Europea sta attualmente valutando la possibilità di approvare due mais transgenici della multinazionale americana Monsanto.

 

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L'UE sta attualmente valutando la possibilità di approvare due mais transgenici
L’UE sembra stia cedendo alla pressione delle lobby degli OGM e spinge per l’approvazione di due mais transgenici della Monsanto, ovvero il MON88-0-17 – conosciuto anche come MON810 - e il MIR604 che avrebbero già ottenuto il parere scientifico positivo della EFSA, l’agenzia europea per la sicurezza alimentare.

 

Cominciamo dall’inizio, chi è la Monsanto?

Come molti di voi sapranno, la Monsanto è una multinazionale americana che nasce a inizio secolo come industria chimica fornitrice della Coca Cola. Negli anni la Monsanto si è trasformata progressivamente da industria chimica in industria agroalimentare, ed è passata agli onori della cronaca per numerosi prodotti decisamente discussi. Alcuni esempi:

- durante la guerra del Vietnam la Monsanto produce e vende all’esercito americano l’Agent Orange, un diserbante che ancora oggi provoca malformazioni ai bambini nati nella regione.

- Più recentemente la Monsanto ha prodotto il Posilac, un ormone della crescita (BGH) utilizzato sui bovini per aumentare la produzione di latte, ma che ha come effetto collaterale la mastite, un’infezione alle mammelle dei bovini che non solo fa ammalare gli animali ma infetta anche il latte e, quindi, potenzialmente il consumatore finale. In Europa il Posilac è vietato.

Questo solo per citare due tra i casi più eclatanti.

 

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Monsanto è il primo produttore al mondo di sementi geneticamente modificate
Oggi la Monsanto è il primo produttore al mondo di sementi geneticamente modificate e recentemente, dal 2005, con l’acquisizione della Seminis Inc., è diventata il maggiore produttore anche di sementi tradizionali. Questo significa che il suo controllo sul mercato delle sementi è quasi totale.

 

Arriviamo così alle sementi in via d’approvazione all’Unione Europea. La motivazione con cui la Commissaria all’agricoltura Marian Fisher Boel spinge per l’approvazione delle due sementi transgeniche è legata al rischio di approvvigionamento di proteine vegetali per l’alimentazione dei bovini da allevamento.

La crisi in questo settore è scoppiata in estate quando nei porti tedeschi, spagnoli e danesi sono stati bloccati alcuni carichi di soia provenienti dagli Stati Uniti, contenenti tracce di mais OGM non approvato, per un totale di 200.000 tonnellate. La soluzione, secondo la commissaria danese, sarebbe rappresentata dalle due sementi transgeniche della multinazionale USA.

E se la Monsanto, leader delle sementi, avesse a che fare con la crisi di approvvigionamento?

Certo a pensar male si fa in fretta. L’EFSA, come abbiamo detto, ha dichiarato sicure le due sementi e questo dovrebbe tranquillizzare consumatori e produttori.

Purtroppo non è tutto.

Leggendo a fondo il rapporto dell’agenzia europea si scopre che sì le due sementi sono state considerate sicure e nutrienti quanto le non geneticamente modificate, ma si legge anche che: “Poiché la domanda della Monsanto riguardava un uso nei prodotti alimentari e nei mangimi, l'importazione e il trattamento, il gruppo non ha ritenuto necessario effettuare una valutazione scientifica dei possibili effetti ambientali connessi con la coltivazione del mais MON 88017 x MON 810.” E ancora: “Il piano di monitoraggio post-commercializzazione fornito dal richiedente è conforme alle destinazioni d'uso previste per il mais MON 88017 x MON 810.”

 

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L’Unione Europea è spaccata sugli OGM in due fronti contrapposti
In conclusione, non è stato verificato l’impatto sull’ambiente dell’introduzione di questo tipo di sementi - i detrattori parlano della potenziale nascita di super-erbacce e super-parassiti - e soprattutto pare, da quanto scritto, che il rapporto sia il semplice risultato di un’analisi dei documenti scientifici presentati dalla Monsanto e non la conseguenza di una serie di esperimenti volti a verificare la veridicità di quanto sostenuto dalla multinazionale.

 

A voi giudicare, quindi, la serietà di un documento del genere.

Ad oggi, nonostante l’urgenza proclamata dalla commissaria Fisher Boel, la situazione è ancora in stallo, con l’Unione spaccata sugli OGM in due fronti contrapposti. Uno stallo che probabilmente troverà, nei prossimi mesi, la sua via d’uscita nella libera scelta di ciascuno stato di permettere o meno l’uso delle sementi.

Se così fosse, l’Italia si troverà di fronte ad una scelta per il futuro della propria agricoltura. Farà quella giusta?