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I giorni migliori devono ancora arrivare

di Stefano Vernole - 04/10/2009

Fonte: cpeurasia

 

di Stefano Vernole. Le filiali italiane di aziende americane chiudono, colpendo l'economia reale. Le soluzioni ci sarebbero...



 

No, non si tratta del vecchio ritornello di una canzone di Vasco Rossi.

In quel brano il cantautore modenese si riferiva all’attesa messianica di un anziano militante del PCI, che abbandonate le “utopie” rivoluzionarie confidava tutte le sue speranze in una grande stagione di “riforme” per cambiare l’Italia.

Stavolta, invece, riguarda le dichiarazioni di Mark Hurd, amministratore delegato della multinazionale statunitense Hewlett-Packard Co, che nelle sue previsioni per l’esercizio fiscale 2010 si aspetta una crescita nel mercato delle tecnologie e di un utile compreso tra i 3,60 ed i 3,70 dollari per azione: i ricavi previsti si aggirerebbero, quindi, tra i 117 e i 118 miliardi di dollari.

Peccato che per quanto riguarda la sua filiale italiana, la Hewlett Packard distributed computing services abbia appena previsto un taglio di 130 persone su 600 in organico, sottolineando difficoltà nei bilanci provocate dalla crisi che sta investendo il mercato dell’informazione tecnologica …

Sorte non migliore per altri 130 dipendenti dell’Ideal Standard, marchio leader della ceramica sanitaria in tutto il mondo, il cui stabilimento di Brescia starebbe per essere chiuso da un fondo d’investimento nordamericano, più interessato alle speculazioni finanziarie ed immobiliari che all’eccellenza tecnologica e professionale dei lavoratori.

Da ultimo (almeno per ora) la vicenda riguardante il gruppo Fantuzzi-Reggiane, da tempo in cattive acque finanziarie e recentemente acquisito dalla multinazionale statunitense Terex.

Quest’ultima, con una raccomandata inviata lo scorso 24 settembre alle rappresentanze sindacali unitarie degli stabilimenti di Reggio Emilia, Lentigione e Monfalcone ha annunciato, a partire dal 1 ottobre, la cassa integrazione a zero ore per la maggioranza dei suoi 630 dipendenti.

Sarebbe interessante conoscere l’opinione dei sostenitori dei “rapporti transatlantici”, i quali quotidianamente cercano di sabotare i proficui legami economici tra Italia e Russia, che uniti agli accordi energetici con Algeria e Libia rappresentano una boccata d’ossigeno importantissima in un momento tanto critico per le nostre imprese.

Questi episodi, però, confermano soprattutto l’impressione che ci portiamo dietro da tempo e che è riaffiorata pochi giorni fa anche nelle parole di Giulio Tremonti; l’attuale Ministro dell’Economia, criticando il comportamento delle banche che nonostante tutto continuano a voler speculare con i loro algoritmi finanziari, le ha accusate di preparare la prossima crisi.

Per quanto ci riguarda non ci sarà una prossima crisi, nel senso che dall’attuale non se ne uscirà indenni.

Fanno perciò sorridere, se non si trattasse di problemi che riguardano la sorte di milioni di lavoratori, quanti hanno pronosticato una ripresa dell’economia per il 2010, previsione poi subito corretta indicando come anno della rinascita il 2011 …

L’economia reale subirà invece un drastico ridimensionamento e il suo volume d’affari si contrarrà a livello globale tra il 20 e il 30%, con ovvie ricadute sull’occupazione, il rilancio del protezionismo e il cambiamento di alcuni stili di vita.

Ma i problemi maggiori potrebbero arrivare proprio dagli squilibri finanziari, causati dalla dipendenza del dollaro dalla Cina (che invece di biglietti verdi ha iniziato a comprare oro e metalli preziosi) e dalla prossima iperinflazione statunitense, che facilmente potrebbe riversarsi in Europa.

Come uscirne?

Le potenze del BRIC da mesi stanno proponendo di costituire un sistema monetario con una divisa internazionale alternativa al dollaro, sistema che consentirebbe probabilmente di legare la finanza alla produzione reale.

Quanto gli Stati Uniti abbiano però l’intenzione di abdicare pacificamente al loro dominio planetario è difficile da dirsi: l’avvento dell’Amministrazione Obama, la più grande operazione di marketing politico di tutti i tempi, paradossalmente, fa temere per il peggio …