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Enrico Mattei e la Rivoluzione Viola

di Debora Billi - 26/11/2009

   

Assolutamente imperdibile l'articolo di Pino Cabras su Megachip. Riguarda la "rivoluzione viola", che alcuni sognatori immaginano di avviare in Italia con la manifestazione anti-Berlusconi del 5 dicembre prossimo.

Ci sto pensando su da un po'. Francamente non so proprio se partecipare o meno, tendo però a non amare le rivoluzioni colorate: verdi, arancioni o viola che siano. Cabras lo spiega molto bene.

Ma Cabras ha osato anche l'inosabile: paragonando Berlusconi a Enrico Mattei mi ha letteralmente colpito al cuore. Proprio l'altra sera pensavo a Mattei, a come incarnasse il perfetto italiano, con i suoi pregi e i suoi difetti. Furbo, maneggione, senza scrupoli, corruttore, sfacciato, persino un po' ladro (come quando trivellava di traverso dalla Libia per fregarsi il petrolio algerino). Ma anche coraggioso, indipendente, ribelle, creativo, geniale. Come molti italiani, sapeva arrivare a tanto con il poco a disposizione. E soprattutto non amava potenti e prepotenti, preferendo gli outsiders e mettendosi al loro fianco... per un tornaconto personale, ca va sans dire, ma che soddisfaceva anche la controparte. Meravigliose doti diplomatiche, moderne, concrete, intelligenti. Mi piace tanto pensare che noi italiani siamo così, che possiamo ogni giorno ispirarci al suo tanto terreno e imperfetto modello che ci calza però come un guanto, elevando i nostri stessi difetti a impareggiabili virtù.

Il trucco di Mattei era semplice: mettere tutto al servizio del Paese. Ogni furbata, ogni maneggio, ogni atto di coraggio e indipendenza doveva servire all'Italia. Mattei non ha mai toccato una lira, non ha mai cercato nulla per sé. Aveva una visione: forse vedeva proprio noi, i suoi posteri, e per noi lavorava, con un'urgenza quasi profetica.

Nella sua lettera all'invisibile "cupola" che ci gestisce, così si esprime Cabras:

(Berlusconi) fa accordi con Putin e con Gheddafi, sembra un incrocio fra Enrico Mattei e un clown in preda alla satiriasi. Il clown ce lo hai fatto sopportare per anni. Ma Enrico Mattei non lo sopporti tu. Perciò, per attaccare Mattei, che potrebbe piacerci, attacchi il clown, che in effetti fa schifo.

A questo punto, è lecito chiedersi se sia il caso di fare rivoluzioni su ordinazione per toglierci di torno qualcuno. Finché faceva comodo ce lo siamo dovuto sorbire, ora che dà troppo fastidio ci viene graziosamente consentito di prenderlo a calci nel sedere. Non è Mattei (inorridisco al solo paragone), ma un burattino che ora disobbedisce a mangiafuoco.

La nostra scelta è difficile. Continuare a lasciarci trascinare nel fango da un clown, un ribelle che non sa esserlo fino in fondo, oppure consegnarci nuovamente all'esterno padrone (probabilmente lo stesso che ha fatto fuori Mattei) perché nuovamente decida chi dovrà comandarci, sempre nel SUO esclusivo interesse?

Non è facile stare nei nostri panni. Vorrei solo che tornasse Enrico Mattei.