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Dimenticanze e inesattezze

di Gianfranco La Grassa - 30/11/2009

Ne Il Giornale di ieri (28 nov.), nell’editoriale, Feltri, parlando di coloro (magistrati) che stanno
organizzando (per la centesima volta) la “caccia all’uomo” (Berlusconi) scrive: “L’obiettivo non è
giudiziario ma politico [scoperta dell’acqua calda, ma che i ‘sinistri’ del ‘ceto medio semicolto’ fanno
finta di non capire, mentre il sottoscritto affermò questa banale verità già all’epoca della prima di
queste sporche manovre, ‘mani pulite’; vedasi Il teatro dell’assurdo, gennaio 1995; ndr]. Lo andiamo
dicendo da mesi [io da anni! ndr]. Berlusconi è considerato ingombrante dalle banche, dalla vecchia
‘aristocrazia’ industriale e del denaro, dal potere togato, dai progressisti sedicenti illuminati, ecc.”.
Esattamente, lo ribadisco, quanto vado affermando dalla “prima manovra sporca” e quanto il blog
ripensaremarx sostiene dalla sua nascita nel 2006. Solo che Feltri incorre in una dimenticanza che non
fu la mia 15 anni fa e nemmeno del blog dal 2006. Si tralascia di nominare esplicitamente il mandante
più importante di questa “persecuzione”, quello senza il quale la nostra finanza/industria parassite, la
nostra magistratura, la sinistra fellona, non sarebbero in grado di muovere un passo: si tratta di quel
mandante che Geronimo (Cirino Pomicino), alcune decine di volte ormai, ha definito “manina
d’oltreoceano”. Chi continua a non nominarla e a non denunciarla all’opinione pubblica – chiarendo
tutto il problema del Southstream (con Eni-Gazprom al fifty-fifty nell’affare; oggi sembra vi sia entrata
anche l’EDF francese) e del concorrente Nabucco, nient’affatto europeo, ma voluto dagli Usa in
funzione sia contro (la Russia) sia pro (subordinazione piena e indiscussa della Ue ai loro voleri) –
rischia di fare una brutta fine.
Anche perché, se il grosso della popolazione (non il “sinistro” ceto medio semicolto di cui sopra)
sapesse la verità, comprenderebbe che la sinistra – al gran completo, compresi gli ottusi bestioni e
imbroglioni che si fingono contro “tutti gli imperialismi” (proprio come certi comunisti iracheni e dei
paesi arabi, autentici sicari degli Usa) – unita oggi ai rinnegati di destra (omologhi di quelli del
piciismo), è una accolita di traditori dell’interesse nazionale, che come tali andrebbero trattati. Non si
ha affatto a che fare con un’opposizione politica, come anche gli ambienti berlusconiani, in ciò
mostrando la corda, cercano di accreditare; si tratta solo di marmaglia al servizio di una potenza
straniera che ci vuole asservire, come vorrebbe asservire l’Iran, la Turchia, ecc. che dimostrano però
ben altro senso della propria autonomia. L’Italia si sta portando al livello di Georgia e Ucraina.
A proposito di Geronimo, due o tre giorni fa su Libero ha compiuto un altro passo avanti sulla
strada delle troppo lente rivelazioni di quali processi si stiano sviluppando in Italia dal 1992-93. Fra gli
attentatori alla nostra politica nazionale, dopo la “manina” di cui sopra, egli ha finalmente scoperto la
“borghesia azionista”. A parte che non esiste più il capitalismo borghese bensì quello dei funzionari del
capitale (di matrice americana), Geronimo avrebbe detto meglio se avesse avuto più coraggio: non si
tratta di “borghesia” ma dell’antifascismo (falso) dell’ultima ora, quello del fascismo che tradì il 25
luglio ’43. L’ho definito – essendo quest’ultimo essenzialmente “laico” – “azionista”; ovviamente
facendo salvi i “padri nobili” dell’azionismo, di cui questi sono falsi eredi e degradati da quell’evento
cruciale del 1943, giacché essi sono più che altro eredi di quelli che “cambiarono casacca” in quel
momento cruciale, non certo invece del grande antifascismo.
Proprio per questo, tornando a Feltri, egli commette anche nell’editoriale di oggi un’altra
inesattezza, scrivendo: “quando parlo di avversari non alludo soltanto alla sinistra e ai magistrati che la
considerano [si sta direttamente rivolgendo a Berlusconi; ndr] una minaccia per i loro privilegi
consolidati, ma anche agli amici che dalla camicia nera sono passati a quella azzurra per finire a quella
rossa”. E’ chiara l’allusione a Fini e ai suoi; ma è inaccettabile che si parli ancora di camicia rossa
riferendosi ai rinnegati del piciismo, alle toghe, ecc. Abbiamo in tal caso un comportamento speculare
rispetto a quello di coloro (ormai quattro gatti) che ancora innalzano la bandiera rossa con falce e
martello. Costoro – e noi li stiamo denunciando da quel po’ – sono infidi come serpenti, si mascherano
da antimperialisti “a tutto tondo” per meglio essere le squadracce di quelli che poi appoggeranno
eventuali sedizioni nel tentativo di rovesciare completamente la nostra politica estera, favorendo al
100% gli Usa (adesso hanno trovato il loro “santino” in Obama, il “diverso”, perché prima con Bush
erano in maggiori difficoltà nelle loro luride operazioni).
Sono individui pericolosi, vera riedizione finto-antifascista di sbandati e disadattati di ottusa
violenza. Non hanno camicia rossa né nera; sono ormai gli eversori aperti delle “rivoluzioni colorate”
filo-statunitensi, una realtà nuova ma non meno torbida di quelle di altre precedenti epoche storiche.
Dietro di loro se ne stanno, fingendosi opposizione politica, quanti continuano a definirsi “sinistra”, di
cui ribadiamo la derivazione dall’“antifascismo laico”, non però dei Rosselli, Calogero, Salvemini,
Parri, Calamandrei, bensì quello degli antifascisti dell’ultima ora e dei loro eredi, ormai adusi da lunga
pezza a colpire alla schiena. Questa opposizione – grazie alla potenza americana, di cui banche e
“vecchia aristocrazia” industriale (ma chi sono? Lo si sa bene e dunque lo si dica) sono i rappresentanti
nel nostro paese – trova ormai la sponda in vecchie “camicie nere” che compiono il loro tradimento in
ritardo di oltre sessant’anni, ma nel momento opportuno del nuovo avvio verso una fase multipolare, in
cui si stanno per il momento giocando le scaramucce iniziali prima di confronti più aspri, che devono
attendere i dovuti tempi della maturazione storica.
Da adesso in poi, torneremo con una serie di articoli mirati alla situazione di aperta sedizione che si
sta creando in questo paese; e denunceremo in particolare quelli – i sedicenti “rossi”, che sono invece
reazionari integrali al servizio dello straniero – che noi conosciamo bene perché sono i rinnegati di
quel comunismo cui abbiamo appartenuto e di cui non ci vergogniamo. Disprezziamo però questi
cialtroni che lo insozzano fingendosi cultori della falce e martello, quando sono ormai da anni sul
pendio del tradimento. Però, denunceremo anche quelli che, pur di difendere gli Usa, nascondono le
losche manovre di tale paese aggressore e arrogante, e sviano l’attenzione continuando a gridare contro
inesistenti “rossi”. Così facendo, si stanno perdendo da soli, si stanno suicidando e mandando a puttane
l’intero paese che sarà viepiù “come la Chicago degli anni ‘20”: una provincia dell’Impero americano
con pretoriani “di sinistra” e di “destra” (i rinnegati delle rispettive bandiere) e con squadracce di
azione violenta costituite dai sinistri detti “estremi”, dai “movimenti”, ecc.
Questa la sorte del paese se non ci sarà presto un gruppo “armato” della decisione – e con le giuste
relazioni del caso – di liberare il paese da questo pattume. Basta vantarsi della risoluzione dei rifiuti a
Napoli. Se mi si permette, questa spazzatura da asportare è molto più importante. Andrà quindi
appoggiato con un minimo di convinzione solo un gruppo politico capace di assumere una vera
caratura di risanamento radicale della società italiana. Però, è necessario approfondire l’analisi qui
appena delineata. E non intendo farlo da solo.