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Russia e India nucleari

di Alessandro Iacuelli - 13/12/2009

Il presidente russo Dmitry Medvedev e il primo ministro indiano Manmohan Singh, in visita a Mosca, hanno firmato un accordo di cooperazione per l'utilizzo pacifico della tecnologia nucleare. L'accordo consentirà la costruzione di numerose centrali nucleari in India da parte dell'agenzia atomica russa Rosatom, ha detto il numero uno Sergei Kiriyenko parlando coi reporter a margine dei colloqui al Cremlino. Al momento non sono stati resi noti molti altri dettagli dell'accordo, ma i pochi filtrati dai comunicati ufficiali fanno pensare a intese anche in altri settori strategici per l'India: una possibile collaborazione in campo spaziale e nel mercato dei diamanti.

Così, l'India sembra intenzionata a essere un serio alleato strategico della Russia. Negli ultimi sei mesi, il premier Manmohan Singh si è recato per ben tre volte in visita ufficiale al Cremlino. L’ultima lo scorso 7 dicembre, quando i due Paesi hanno varato un importante accordo di cooperazione sullo sfruttamento pacifico dell’energia nucleare.

L'accordo con la Russia è il secondo, dopo quello con gli Usa, alla fine di una lunga battaglia condotta da Washington e Delhi, perché l'India fosse esonerata dalle norme internazionali sulla non-proliferazione, che da oltre tre decenni impedivano la vendita all'India di combustibili e tecnologia nucleari. Queste norme erano state adottate proprio perché il Paese aveva usato le tecnologie nucleari a lei fornite per "scopi pacifici" per fabbricarsi armi nucleari, soprattutto in chiave anti pachistana, a causa della controversia sul Kashemir. In seguito al test nucleare indiano del 1974, venne costituito il Nuclear Suppliers Group (NSG), il Gruppo internazionale dei fornitori nucleari, con 45 Stati membri, fra cui l'Italia; proprio questo gruppo, l'anno scorso ha cancellato il bando all'India sull'importazione di tecnologia nucleare.

Dopo tre anni di dibattiti a Washington, Delhi e Vienna, nell'ottobre 2008 il senato americano aveva approvato l'accordo di cooperazione nucleare civile con l'India, secondo il quale gli USA forniranno tecnologie e carburante a New Delhi per una ventina di centrali nucleari civili. In cambio l'India garantirà circa 70 miliardi di dollari in scambi commerciali con le imprese Usa.

La Russia non è rimasta a guardare a lungo. Al momento sono pochi i dettagli forniti sull'accordo di cooperazione nucleare del 7 dicembre: si sa però che Rosatom costruirà altri 4 reattori per la centrale nucleare di Kundankulam in Tamil Nadu, già simbolo della collaborazione tra i due Paesi (il primo reattore dovrebbe essere avviato già all'inizio del 2010); verranno avviati i lavori per una nuova centrale nel Bengala occidentale, dove Rosatom dovrebbe occuparsi della costruzione di quattro su sei reattori programmati nel giro di 10-15 anni.

L'accordo, valido dal 2011 al 2020, avrà un valore di decine di miliardi di dollari e, oltre al nucleare, prevede la vendita alla Russia di hardware militare in dotazione all'India. È probabile che la simbiosi si completi pure su altri campi, dato l'interesse di New Delhi nella ricerca spaziale, le telecomunicazioni, i mercati di diamanti grezzi e i prodotti farmaceutici.

Al momento il nucleare fornisce all'India meno del 3% di elettricità; nel 2050, a pieno regime, la quota dovrebbe arrivare fino al 25%. Nonostante le critiche di ambientalisti e di gruppi pacifisti, con quella che ormai gli analisti chiamano la “diplomazia dei reattori”, il primo ministro Singh ha riportato l'India più che mai al centro dello scacchiere internazionale. A causa della crisi petrolifera il mercato nucleare diventa infatti sempre più appetibile per i Paese emergenti. E ora anche la Francia, vero rivale per Mosca sul mercato del nucleare indiano, aspetta il suo momento per farsi avanti.

C'è naturalmente, come sempre quando si parla di accordi internazionali in campo nucleare, chi non si fida. Vari analisti di tutto il mondo ricordano come spesso i Paesi importatori di tecnologia nucleare, anzichè usarla a fini di approvviggionamento energetico, l'abbiano non solo usata a fini militari, ma anche rivenduta a Paesi terzi. Così, oggi c'è chi ipotizza che dietro l'accordo siglato a Mosca potrebbe esserci l'Iran, sempre al centro delle polemiche quando si parla di nucleare. Infatti, la Russia venderà all'India del combustibile atomico, così come voleva farlo con l'Iran. Dopo il distacco di Mosca dal suo appoggio tacito al piano nucleare di Teheran, quella attuale potrebbe essere una mossa compensativa che gode del tacito avallo americano.

Il governo russo non conferma e non smentisce: "I nostri due paesi hanno tanti campi di cooperazione, molti progetti riguardano la sfera energetica e una parte considerevole di essi concerne il settore nucleare", ha dichiarato Medvedev nella conferenza stampa dopo la firma dell'accordo, "Il documento che abbiamo firmato oggi consente di sviluppare la collaborazione negli anni futuri", ha aggiunto. Il premier indiano, subito dopo l'arrivo a Mosca, aveva incontrato in forma privata Medvedev nella sua residenza privata a Barvikha, mentre i colloqui ufficiali, a delegazioni allargate, si sono svolti al Cremlino. Al momento non si sa di più: tutto ciò che riguarda il governo russo è decisamente coperto da riserbo e ovviamente, tanto per cambiare, si parla di vendita di uranio per “soli usi pacifici”.