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Made in Usa

di Ugo Gaudenzi - 15/12/2009

 

 

Non che i nostri 007 si comportino altrimenti, visto il caso dell’imam Abu Omar, sequestrato in Italia, finito in carcere e torturato - su procura Usa - in Egitto... ma nella patria-mondo della Cia e dell’Irangate, Guantanamo e Abu Ghraib a parte, le attività morali della “national (better: private) security” versano da tempo sotto lo zero assoluto.
Il più recente esempio, agli onori delle cronache d’oltreatlantico, è il “caso Blackwater”.
La “Blackwater Society” è un’agenzia privata per la sicurezza che, come denunciato anche da Rinascita fin dall’invasione e l’occupazione dell’Iraq, “collabora” con le forze di occupazione atlantiche con suoi propri agenti lautamente stipendiati con i fondi neri a disposizione dei vari rami “difensivi” (sic) degli Usa.
Alcune delle “missioni” segrete del personale della Blackwater in Iraq e in Afghanistan sono diventate stranamente un “caso nazionale”. Formalmente, infatti, gli agenti privati venivano arruolati per la tutela fisica di persone “a rischio”, politici, imprenditori e così via.
In realtà, questi contractors partecipavano e partecipano in prima persona a operazioni di killeraggio o a raid della Cia. Anche tragicamente spettacolari, come accaduto nel 2007 a Baghdad, quando, tali “agenti privati” riuscirono a far fuori diciassette iracheni in un colpo solo, ferendone più che altrettanti.
L’Agenzia spionistica del North Caroline, è ora un po’ “imbarazzata”. La Commissione parlamentare sull’Intelligence, presieduta dal democratico Rush D. Holt, e partecipata da ambedue i partiti liberaldemocratici Usa, ha dichiarato la partecipazione degli “agenti privati” alle operazioni militari “coperte” della Cia un “vero e proprio scandalo che inquieta la pubblica opinione” americana. La Blackwater è anche nota come la Xe Services e provvedeva fino al deflagrare del caso alla sicurezza della sede diplomatica Usa sia a Baghdad che a Kabul.
Un gruppo di “agenti pentiti” ha rivelato “dettagli” orribili sulle gesta della loro compagnia. Uno di loro ha anche consegnato al New York Times una serie di foto “alla Abu Ghreib”, con iracheni illegalmente detenuti e guardie private sghignazzanti ai loro danni.
Un particolare. praticamente tutti i “contractors” avevano fatto parte o degli Incursori dei marines o della Delta Force della Us Army.
Niente di nuovo sotto il sole, commenterete Voi. E’ vero, nulla cambia mai negli Usa.
Per occupare l’Italia, nel ‘43, i contratti furono stilati con i mafiosi. Oggi con agenzie private.
Il succo è lo stesso.