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Copenhagen: il non-accordo è stato raggiunto

di Alessandra Profilio - 20/12/2009

Nessun obiettivo vincolante, nessun tetto di emissioni per ciascun paese, nessun serio obiettivo per il futuro. Le uniche cifre cui si fa riferimento sono quelle riguardanti gli aiuti finanziari ai Paesi poveri: sono previsti aiuti per 30 miliardi di dollari entro il 2012. Numerosi i Paesi che a Copenhagen si sono rifiutati di firmare l’accordo definendolo “una vergogna”.

 

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“Ieri sera Copenhagen è stata la scena di un crimine. I responsabili sono stati i primi a fuggire verso l’aeroporto coperti di vergogna"
Lo storico accordo sul clima è stato raggiunto. Peccato solo che questo accordo di storico, concreto e determinante non abbia praticamente nulla. Nessun obiettivo vincolante, nessun tetto di emissioni per ciascun paese, nessun serio obiettivo per il futuro. Il documento stabilisce un limite a due gradi del riscaldamento globale rispetto all’era pre-industriale ma non indica le misure che il mondo deve adottare per rispettare questo impegno: gli impegni di riduzione sono solo volontari e su base nazionale, ed è tutto rinviato per quanto riguarda lo stabilire metodi di controllo e verifica di tali riduzioni e le scadenze precise per la sottoscrizione di un trattato internazionale.

 

Le uniche cifre cui si fa riferimento sono quelle riguardanti gli aiuti finanziari ai Paesi poveri: sono previsti aiuti per 30 miliardi di dollari entro il 2012.

 

Al termine di una convulsa giornata, ieri sera una fonte della delegazione americana ha reso noto che il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha trovato un'intesa con il premier cinese Wen Jabao, il primo ministro indiano Manmohan Sing e il leader sudafricano Jacob Zuma.

Questa mattina – dopo ore di consultazioni seguite al "no" di alcuni Paesi in via di sviluppo che minacciavano di far saltare l'intesa raggiunta ieri sera – la Conferenza dell'Onu sul clima a Copenaghen ha «preso nota» dell'accordo concluso tra Usa, Cina, India e Sudafrica.

La decisione comprenderà la lista dei Paesi che si sono detti a favore dell'intesa e quelli, invece, dichiaratisi contrari.

 

Considerata l’opposizione al testo da parte di alcuni Paesi in via di sviluppo, i delegati hanno rinunciato alla procedura abituale di votare punto per punto il documento optando. La formula adottata, il “prendere nota”, evidenzia proprio il mancato raggiungimento di un accordo.

Numerosi paesi di Africa, Oceania e America Latina si sono rifiutati di fermare l'accordo, definendolo “una vergogna”.

 

 

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Nessun obiettivo vincolante, nessun tetto di emissioni per ciascun paese, nessun serio obiettivo per il futuro
Grandissima la delusione espressa dalle associazioni ambientaliste che commentano l’esito del summit con le parole “fiasco”, “catastrofe”, “fallimento totale”.

 

“Questo è un non-accordo, cotto da un gruppo di Paesi in una stanza chiusa”, dice Kim Carstensen, segretario generale del Wwf International. “Un pezzo di carta scritto da un club esclusivo per i suoi interessi”, così il keniamo Mohammed Adow definisce il documento di tre pagine stilato nella capitale danese. “Io vengo dal Nord Est del Kenya, dove la gente soffre la fame e la sete, perché non piove più. I paesi ricchi non sono stati capaci di fare un accordo che desse sicurezza al mondo. Il risultato saranno milioni di morti. Saranno questi numeri a dare la misura del fallimento”, aggiunge Adow.

 

“Se ci sarà un politico che avrà il coraggio di parlare di successo, vincerà la Palma d’Oro come bugiardo dell’anno”, commenta con sarcasmo il direttore generale di Greenpeace Francia, Pascal Husting. In effetti, vicino ad ottenere questo “riconoscimento”, sembra essere Barack Obama, il quale ha parlato di uno “storico accordo con Cina, India, Brasile e Sudafrica” e di una “svolta significativa e senza precedenti”.

Come dar torto al presidente USA? Un fallimento del genere non si vedeva da tempo e sicuramente passerà alla storia. E di fallimento parla Nicolas Sarzoky: “La mancanza di numeri sui gas serra è un fallimento. Questo vertice ha dimostrato il limiti del sistema Onu, pari a quelli di una bolla di sapone”. Il presidente francese ha inoltre dichiarato che "cifre precise" di riduzione delle emissioni di Co2 per il 2015-2020 saranno fornite per iscritto dai Paesi che hanno firmato l’accordo.

 

Estremamente deluso il Brasile: “sono sconcertato”, dice l'ambasciatore Sergio Serra, “ci siamo messi d'accordo solo sul fatto di riunirci ancora”.

Una nuova conferenza si terrà a Bonn entro sei mesi per preparare la prossima Conferenza sul clima in Messico alla fine del 2010. Dopo due settimane di discussioni, insomma, la più importante, ed attesa conferenza delle Nazioni Unite non è riuscita a dare al mondo nessuna risposta per fermare i cambiamenti climatici.

 

Significative e parole del Direttore Esecutivo di Greenpeace International, Kumi Naidoo:

“Ieri sera Copenhagen è stata la scena di un crimine. I responsabili sono stati i primi a fuggire verso l’aeroporto coperti di vergogna. I leader del mondo avevano tra le mani l’opportunità di una generazione che poteva cambiare il destino del Pianeta che sta correndo verso impatti climatici irreversibili. Ma alla fine hanno concluso un misero accordo con scappatoie talmente grandi da farci passare anche l’Air Force One”.