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Mentre i consumi divorano il pianeta la politica italiana è piegata su se stessa

di Giancarlo Terzano - 17/01/2010

 

Stavolta non si tratta di teorie da verificare, nè di punti di vista più o meno condivisibili. I dati dello "State of the World 2010", il rapporto del Worldwatch Institute, parlano chiaro: in 5 anni i consumi sono aumentati del 28%, con i 500 milioni di individui più ricchi del mondo responsabili del 50% delle emissioni globali di anidride carbonica,e i 3 miliardi più poveri responsabili di appena il 6 per cento delle emissioni di CO2.

Le cifre indicate dell’autorevole istituto americano di ricerca ambientale, il cui rapporto è appena uscito negli Stati Uniti e sarà pubblicato in Italia da Edizioni Ambiente, non possono che essere definite allarmanti. Tra il 1950 e il 2005 la produzione di metalli è sestuplicata, il consumo di petrolio è aumentato di otto volte e quello di gas naturale di quattordici; un europeo medio usa 43 kg di risorse e un americano 88; a livello globale ogni giorno si prelevano risorse con le quali si potrebbero costruire 112 Empire State Building. Circa il 60% dei servizi offerti gratuitamente dagli ecosistemi - regolazione climatica, fornitura di acqua dolce, smaltimento dei rifiuti, risorse ittiche - si sta impoverendo. Ma non è tutto: Nel 2008, globalmente, si sono acquistati 68 milioni di veicoli, 85 milioni di frigoriferi, 297 milioni di computer e 1,2 miliardi di telefoni cellulari. E non si tratta di aumenti dovuti all'incremento demografico: tra il 1960 e il 2006 la popolazione globale è cresciuta di un fattore 2,2, mentre la spesa pro capite in beni di consumo è quasi triplicata.

A cavallo tra tematiche da sempre evidenziate da Fare Verde come prioritarie, uno status quo - dei consumi e delle sue dirette conseguenze su ambiente, disugualianze sociali e qualità della vita - oggettivamente insostenibili a lungo termine, e una situazione locale (e non meno quella nazionale) bisognosa di un’apertura politica alle grandi sfide ambientali dell’immediato futuro, il Presidente di Fare Verde Massimo De Maio dichiara:  "Di fronte alla crisi definitiva delle economie occidentali basate sulla crescita illimitata di produzione e consumi, la politica italiana si dimostra completamente inadeguata. Piegata sui suoi problemi di mera sopravvivenza, è incapace di analizzare i problemi epocali che abbiamo di fronte e proporre politiche capaci di futuro. Così, continua a proporre ponte sullo stretto, centrali nucleari, inceneritori, automobili e cemento per sostenere una economia non più sostenibile. Neanche nel breve periodo. Abbiamo bisogno di una nuova classe dirigente che non faccia più riferimento a visioni e proposte del secolo scorso. Alle prossime regionali, donne come Bonino e Polverini, proposte dai media come donne coraggiose e di valore, sapranno proporre un reale cambio di rotta?”

L’unico segnale positivo? Due fenomeni in controtendenza made in Italy: Il primo è il "piedibus", un sistema per mandare i bambini a scuola con accompagnatori che organizzano un percorso a piedi, con "fermate" per far aggregare al gruppo altri studenti. Il secondo riguarda le scuole romane, con Il 67,5% del cibo servito nelle mense di origine biologica, o in buona parte proveniente da catene specializzate in prodotti del territorio o infine, con un certificato equosolidale.