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Religione e Politica: dall'Ucraina all'Italia

di Romolo Gobbi - 14/02/2010

  
Fin dal 1654 l'Ucraina è stata controllata politicamente dalla Russia; tuttavia è un Paese diviso: "un'ampia parte della sua popolazione aderisce alla chiesa Uniate, che segue il rito ortodosso ma riconosce l'autorità del Papa". La popolazione occidentale è uniate e parla ucraino, mentre quella orientale "è sempre stata in forte prevalenza di religione ortodossa e parla russo". Fin dalle prime elezioni democratiche del 1994 si registrò una spaccatura tra il voto delle province occidentali e quelle orientali. Continuò comunque l'influenza russa, anche per la forte dipendenza dell'economia ucraina dal gas russo. Anche nel 2004 i risultati diedero vincente Yanukovich, appartenente al partito filo-russo, ma la rivoluzione arancione fece invalidare le elezioni e le nuove diedero il potere agli arancioni, filo-occidentali, che hanno governato per i quattro anni successivi.
La dipendenza dell'Ucraina dalla Russia è talmente evidente, che non è comprensibile che la parte che parla ucraino ed è di religione uniate abbia potuto pensare di potersi emancipare, ma proprio questa differenza culturale li ha spinti. Ancora una volta è stato dimostrato che i comportamenti umani non si ispirano solo ad interessi economici o ad affinità etniche. Secondo l'antropologo francese Maurice Godelier alla base delle società umane non ci sono "i rapporti di parentela; semmai quelli che chiamiamo in Occidente politico-religiosi, quando servono a legittimare la sovranità ad un territorio". Già lo storico inglese Arnold Toynbee aveva rivalutato l'importanza della religione nelle vicende della storia umana. Che così vada la storia, è confermato da tutta la storia contemporanea, anche se si cerca sistematicamente di ricostruire gli avvenimenti come una sequela di scelte razionali.
Che la politica americana sia motivata da interessi economici e da una logica di dominio imperialista, fa dimenticare la profonda matrice puritana che ispira da sempre le scelte dei governi USA. La lotta contro il terrorismo scatenata da Bush dopo l'11 settembre è carica di puritanesimo: non a caso da parte islamica si parla di una nuova crociata.
Parlando dell'Italia, chi dice che "l'Italia fa schifo" (ma non gli fanno schifo i soldi e la fama che questo Paese gli ha elargito) non spiega nulla, anche quando ritira fuori il fascismo di sempre, il fascismo eterno.
Un altro intellettuale francese, Edgar Morin, ha scritto più di venti anni fa: "Oggi l'antifascismo addormenta più di quanto non renda vigili e distoglie la nostra mente dall'enorme potenza imperiale che non smette di accrescersi". L'antifascismo di oggi non ci lascia nemmeno capire che cosa succede in Italia, qual'è il vero elemento che spiega la storia italiana. Per più di quarant'anni l'Italia è stata governata dal partito della Democrazia Cristiana, il cui legame con la Chiesa Cattolica era esplicito. La fine catastrofica della prima repubblica ha spaccato la Democrazia Cristiana e i politici cattolici sono andati un po' a destra e un po' a sinistra. La tragedia della politica italiana è dovuta all'irresponsabilità di chi ha voluto distruggere una classe politica senza averne preparata un'altra alternativa. Così, sono nate aggregazioni non omogenee, riciclando buona parte del personale politico della prima repubblica. Manca dunque una forza politica omogenea in grado di rappresentare la maggioranza degli italiani, ma è inutile predicare (da quale pulpito?: "c'è bisogno dei cattolici in politica". I cattolici in politica ci sono, ma la Chiesa cattolica non è più in grado di coordinarli e neanche di far crescere "una generazione nuova di italiani e di cattolici". L'influenza della Chiesa cattolica in Italia è ancora presente, ma non è sufficiente "a legittimare la sovranità" sul territorio nazionale