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Argentina: il braccio di ferro infinito tra Cristina Kirchner e gli agrari

di Alessia Lai - 16/02/2010

    


Gli agrari stanno usando un nuovo strumento per mettere in difficoltà il governo di Cristina Fernández de Kirchner. Da dicembre il prezzo della carne bovina, alimento base della dieta argentina, ha avuto un aumento vertiginoso. Un incremento di quasi il 25% che ovviamente va a colpire le fasce più deboli della popolazione. L’Argentina è il maggior consumatore di carne bovina al mondo (70 chili annui di fronte ai 40 degli Usa e agli 11 della Spagna) e uno dei principali esportatori del pianeta, anche se il suo primato è calato negli ultimi cinque anni.
Brasile e Uruguay hanno iniziato a guadagnare terreno nei mercati internazionali e cercano di acquisire la qualità e il sapore tipici che hanno resa famosa la carne argentina. Uno spazio nelle esportazioni apertosi anche per le politiche governative di Buenos Aires, che dal 2005 ha seguito una politica rigida basata su un forte intervento nei prezzi e nei controlli dell’esportazione. Tutto con l’intenzione di tenere un bene così socialmente sensibile come la carne ad un prezzo molto accessibile per il cittadino medio in un Paese in cui il tasso di povertà è salito in modo preoccupante dopo la crisi del 2001. Politiche che, tuttavia, hanno colpito il portafogli dei produttori agricoli, specie di quelli che avevano convertito la loro attività nella produzione di soia, un prodotto fortemente richiesto.
La tassazione delle esportazioni di soia, però, non gradite dai produttori, hanno innescato l’annoso braccio di ferro fra il governo e gli agrari. Anche nel settore della carne le esportazioni erano state proibite per tre mesi durante il 2006, e oggi sono regolate dall’esecutivo, che concede un permesso indispensabile per vendere all’estero. Tutto perché i grossi produttori preferivano vendere all’estero a prezzi migliori che destinare i loro prodotti al consumo interno, calmierato. Così, anche stavolta, governo e produttori si rimpallano la responsabilità dell’aumento dei prezzi. Il presidente della Federación Agraria, Eduardo Buzzi, ha attribuito agli “orrori del kirchnerismo” gli aumenti vertiginosi del costo della carne bovina. Mentre la “presidenta” Kirchner ha dichiarato che questo aumento è dovuto agli allevatori, che approfittando delle piogge non mettono in vendita le bestie per ingrassarle e guadagnare di più.
“La carne è aumentata e aumentata molto, come pure il prezzo che percepiscono i produttori che stanno incassando come mai hanno incassato da moltissimo tempo” , ha detto la Kirchner. “Sapete perché hanno aumentato? Perché è piovuto molto e allora si tengono tutte le bestie nei campi per ingrassarle facendole mangiare di più. Così si guadagnano più soldi (…).Se chi produce guadagna molto è perché il consumatore paga molto”.