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Per la precisione

di Massimo Gramellini - 07/03/2010

Nell´Italia dove ogni regola è tutt´al più uno stato d´animo, spuntano
all´improvviso dei personaggi che rispettano a tal punto la forma da
calpestare il senso comune. Come l´impiegata del Pantheon che, in un video
che sta facendo il giro del mondo, scavalca la balaustra oltre la quale alcuni
musicisti stanno suonando Vivaldi e interrompe il concerto perché «di
domenica il Pantheon chiude alle 18». Le spiegano che resta da suonare
l´ultimo movimento: quattro minuti appena. Macché, la donna è inflessibile. I
concertisti ripongono gli strumenti nelle custodie, fra le urla degli spettatori.

Nel monumento di Agrippa è in corso una eroica rivolta del buon senso
contro la stupidità. Viene stroncata dal grigiore dell´impiegata, che torna al
microfono per ribadire l´unico pensiero che sembra abitarla: «Di domenica il
Pantheon chiude alle 18». La prospettiva che possa chiudere alle 18 e 04
evidentemente l´atterrisce: cozza contro il regolamento e la voglia di chiudere
baracca e tornare a casa. Non c´è umanità nelle sue parole, neanche un «mi
dispiace». Solo quel mantra ottuso ripetuto all´infinito, così simile a quelli che
talvolta si sentono pronunciare negli uffici pubblici.

L´elasticità, di cui siamo maestri quando ci fa comodo, trova in questi
soprassalti di formalismo il suo contraltare inesorabile. La stessa impiegata,
spedita a consegnare le liste elettorali di un partito, sarebbe giunta in ritardo,
lamentandosi della burocrazia altrui. Perché di solito chi applica troppo
rigidamente le regole è come chi le infrange: un menefreghista.