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Le bioenergie del futuro e l’uso sostenibile del suolo

di Andrea Markos - 08/03/2010

Fonte: terranews


  Idee e proposte sui cambiamenti climatici in uno studio del German Advisory Council on Global Change.

Nel dicembre 2009 il German Advisory Council on Global Change ha pubblicato uno studio molto completo (Future Bioenergy Use and Sustainable Land Use, Earthscan, pp. 392, euro 75,00) sui biocombustibili incoraggiando il governo tedesco a farsi promotore di un’altra conferenza di alto livello alle Nazioni Unite per la regolazione a livello globale delle politiche bioenergetiche. In un accordo sui cambiamenti climatici le bioenergie dovrebbero essere incluse poiché, se appropriatamente sviluppate, possono non solo ridurre le emissioni ma addirittura sequestrare il gas serra. La promozione equilibrata di bioenergia può infatti rimuovere la minaccia rappresentata per esempio dai reflui zootecnici e rendere l’energia più accessibile a chi attualmente non può permettersela nei Paesi in via di sviluppo o da poco industrializzati. Lo studio propone in particolare che l’Unione europea si faccia promotrice di criteri stringenti e adotti unilateralmente un requisito minimo per accettare biomassa o biocombustibile d’importazione.
 
Completato il ciclo di vita, le emissioni risparmiate rispetto al corrispettivo uso di combustibili fossili dovrebbero essere di almeno 60 tonnellate di Co2 equivalente per Tj sia per il trasporto su strada sia per la generazione di elettricità. Le bioenergie potrebbero rappresentare in molti casi un’opzione conveniente ma transitoria durante la trasformazione dalla matrice energetica globale alle fonti rinnovabili. Il proposito prioritario di rendere i benefici dell’energia più accessibili ai più poveri rischia facilmente di entrare in collisione con l’accesso di quest’ultimi al cibo, alla terra e all’acqua come risorse produttive, alla biodiversità e alle foreste che troppo spesso hanno ceduto il posto a colture energetiche in anni recenti.
 
 Un sistema di controllo globale dovrebbe assicurare che solo le pratiche virtuose vengano adottate, rispettando non solo stringenti requisiti ambientali e tecnici ma anche economici e sociali promuovendo lo sviluppo umano e sostenibile. Lo studio richiama anche alla responsabilità i Paesi produttori che hanno promosso politiche agroenergetiche su grande scala (la Germania è uno dei principali produttori nell’Unione europea), poiché queste hanno avuto un forte impatto sui prezzi delle derrate alimentari e sui sistemi agricoli dei Paesi poveri.
 
I sussidi, diretti e indiretti a queste colture dovrebbero essere eliminati tranne in casi molto specifici. Alcune colture hanno dimostrato di avere un potenziale impatto positivo nell’implementazione della convenzione per la lotta alla desertificazione (esempio Jatropha). Lo studio del German Advisory Council on Global Change non giunge a mettere in questione l’adozione di obiettivi vincolanti di uso di biocombustibili liquidi da parte dei Paesi industrializzati, però afferma chiaramente che le colture volte al recupero di suoli in via di desertificazione rappresentano probabilmente l’unica opzione strategica esistente, poiché potrebbe negli anni restituire suoli utili alla produzione di alimenti.