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Il doppio gioco degli Usa nel Medioriente

di Mario Capanna - 15/03/2010

 

Forse mai, come oggi, il conflitto israelo-palestinese è apparso così privo di vie d'uscita. Ne viene
conferma dal viaggio del vicepresidente Usa. Mentre Joe Biden è a colloquio con Netanyahu, e un attimo prima che incontri i palestinesi, esplode la notizia che il governo israeliano intende costruire 1.600 nuovi appartamenti a Gerusalemme est. La dirompenza della mina contro il processo di pace è evidente. Biden ottiene le scuse del primo ministro, ma si guarda bene dal chiedergli di fare un passo indietro, ragion per cui i palestinesi ritengono «inaccettabili» le scuse e prendono atto che non c'è più «fiducia» nel riavvio dei negoziati. Peccato per Obama, ma è la storia che si ripete.
È, infatti, lo stesso infingardo meccanismo messo in atto nel 1996 (Bill Clinton presidenteUsa), quando il neopremier Netanyahu decise di costruire il grande insediamento di Har Homa, sempre a Gerusalemme est. L'allora segretaria di stato Albright protestò, ma i palazzi furono edificati. Nel Consiglio di Sicurezza dell'Onu il progetto di risoluzione europeo, che definiva «illegali» le colonie israeliane e «trai maggiori ostacoli alla pace», fu bloccato dal veto Usa, anche se approvato dagli altri 14 membri.
Come si è visto, e si vede oggi, Israele può fare quello che vuole grazie al doppio gioco americano che in Medioriente dura da più di mezzo secolo. Esempio: tra il 1990 e il 2001, nel Consiglio di Sicurezza il veto è stato posto 11 volte: 2 dalla Cina, 2 dalla Russia, 7 dagli Usa. Dei 7 veti americani, ben 6 hanno impedito altrettante condanne contro Israele per gravi atti di illegalità a danno dei palestinesi. In breve: Israele è lo Stato che detiene il record mondiale di violazioni delle risoluzioni dell'Onu, ma non ha mai subito sanzioni, al contrario dell'Irak,
dell'Iran ecc. Ha goduto, al contrario, di ogni aiuto statunitense (economico, militare, diplomatico, politico), senza di che non reggerebbe per più di due mesi. E questa politica dei due pesi e delle due misure il maggiore ostacolo della pace in Medioriente.
Al di là delle chiacchiere, sono in molti a non volere lo Stato palestinese che conviva in pace con Israele. Gli Stati Uniti sono lontani, e se lo possono permettere, sebbene compiano una canagliata. Ma l'Italia? E l'Europa? A quando il Mediterraneo come zona di pace, sicurezza e sviluppo per tutti?