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Dalla parte di Emergency

di Alessandra Colla - 12/04/2010

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Ma come sarà veramente questa storia dei tre medici di Emergency arrestati dalle autorità afghane per connivenza con Al Qaeda?
Le ultime ore hanno visto una ridda di contraddizioni e smentite, e dopo le dichiarazioni vibranti di sdegno del ministro Frattini, del ministro Ignazio La Russa e del senatore Maurizio Gasparri (che mai, mai ma proprio mai perde l’occasione per starsene zitto), ecco ancora Frattini definire la vicenda come un caso di cattiva informazione giornalistica. La cosa è confortante.

Ora, io non conosco Gino Strada; però conosco il medico Carla Pessina, che per qualche anno è stata anche il mio medico, e che considero una delle persone più belle che abbia mai conosciuto. Diversi anni fa, mi ha comunicato che aveva deciso di collaborare con Emergency e che sarebbe partita per l’Afghanistan. L’ho rivista casualmente, e non ho più avuto occasione di scambiare quattro chiacchiere con lei: ma se le capitasse di leggere queste righe, vorrei che sapesse quanto la stimo e quanto stimo la sua scelta, e che sono particolarmente vicina a lei (che conosco) e ai volontari di Emergency (che non conosco ma se poco poco hanno in testa e nel cuore un po’ di quello che ha lei devono essere davvero in gamba, accidenti) in questo momento che credo di poter definire a buon diritto quantomeno “critico”.

Il suo commento a caldo sull’arresto dei suoi colleghi fa intuire che le cose non stiano esattamente come ci sono state raccontate, e questo dovrebbe farci pensare:

“È una situazione esplosiva quella in Afghanistan (…) le attività di guerra in provincia si sono intensificate e già un mese fa si era denunciata la chiusura del corridoio umanitario nella provincia di Helmand. Questo episodio che coinvolge i miei colleghi italiani è un segnale, una scelta non casuale: Matteo Dell’Aira, poi, è il responsabile del programma di Emergency in Afghanistan”.

Non ho idea di come evolverà questa vicenda: ma a giudicare dai commenti che sento in giro sono in molti a farsi incantare dalla voce del padrone, quando avanza certi sospetti sulle ong. E questo non è certamente un buon segno.