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Corsi e ricorsi storici. Mediterranei

di Ugo Gaudenzi - 12/04/2010



      

   
I “pigs”. Un acronimo inventato dalla City di Londra per indicare gli Stati europei “oggetto di interesse” per la speculazione delle banche d’affari atlantiche.
Un interesse molto, ma molto, particolare: i pigs (i “porci”, in inglese: Portoghesi, Italiani, Greci, Spagnoli…), “anello debole” della zona dell’euro per il loro alto tasso di indebitamento, sono considerati i teatri di azione di una destabilizzazione monetaria “mediterranea” a tutto vantaggio di dollaro e sterlina, delle speculazioni valutarie cioè, delle grandi multinazionali dell’usura. Sia per lucrare profitti sui prestiti che Banca Mondiale e banche d’affari private avrebbero poi contratto con tali Paesi in crisi e sia, di converso, per bloccare la frana vera, quella cioè del dollaro e della sterlina (Usa e Regno Unito hanno i più alti deficit pubblici dell’Occidente),  indebolendo l’euro nel suo complesso e le sue quotazioni.
Abbiamo visto cosa è accaduto alla Grecia, stretta nella tenaglia di un deficit stragonfiato dall’usura della Goldman & Sachs e costretta a duri tagli sociali e a offrire il capo al cappio degli interessi da elargire al Fmi e alle banche d’affari.
Quindi la cortese attenzione dell’usura si è rivolta alla penisola iberica. Il governo portoghese è già stato stretto dallo strozzinaggio: il varo del consueto piano “lacrime e sangue” da offrire ai suoi cittadini che verranno privati della sicurezza sociale. Il governo spagnolo, in preda a carenza di fondi per le attività ordinarie pubbliche, è il terzo della lista: di qui il tentativo di Zapatero di ottenere l’aiuto della Francia di Sarkozy ad un appoggio anticrisi dell’Ue. Tentativo subito frustrato dal “Nein” di Frau Merkel con immediata “ricetta” eurocrate favorevole alla schiavitù usuraia della Grecia  e degli altri pigs.
Ovviamente, una volta individuata dalla stampa non conforme, questa strategia infame è stata relegata nelle notizie brevi dei mezzi di comunicazione di massa di osservanza atlantica. Lo stesso acronimo “pigs” è stato temporaneamente sospeso per non turbare i manovratori. Tanto più che la “i” doveva essere temporaneamente scartata dall’offensiva: l’Itali(ett)a si comporta infatti “bene”: paga gli interessi, non ha denunciato l’attacco speculativo, ha un uomo già direttore della Goldman & Sachs al timone della Banca centrale, continua a contrarre, con le amministrazioni locali e con gli enti di previdenza, lucrosi “affari” per la speculazione. Una speculazione che compra fondi, titoli e deficit polverizzati nella penisola e poi li rivende a tassi maggiorati agli stessi enti debitori.
Ma cosa c’entrano i “corsi e ricorsi”?
Presto detto. Per gli atlantici, i “pigs” sono tali dalla fine della guerra mondiale. All’inizio, i poteri plutocratici vittoriosi mascheravano “politicamente” le loro attenzioni usuraie attraverso destabilizzazioni politico-militari manovrate.
Un caso fra tutti?
Ma quello da manuale, svolto all’ombra della presidenza Nixon nei primi Anni ‘70.
Gli Stati mediterranei europei erano allora un po’ – come dire – “sbarazzini”, non proprio del tutto omologati agli interessi dei padroni. Ad esempio l’Italia si era permessa accordi bilaterali per forniture di energia (petrolio, nucleare) in contrasto con gli interessi speculativi delle multinazionali atlantiche. Per fare questi accordi, ma anche per antica consuetudine, aveva stretto legami troppo stretti con i Paesi arabi e produttori di petrolio. E la crisi del 1973, con la successiva decisione dell’Opec di aumentare il prezzo del greggio all’Occidente, era stata prevista sia a New York che a Londra e doveva essere cauterizzata in anticipo o in corso d’opera.
Così fu. Soprattutto con la programmazione e l’attuazione di colpi di Stato, di attentati o di “rivoluzioni interne” in Portogallo, in Italia, in Grecia e in Spagna, per bloccare le tendenze politiche filo-arabe dei governi di allora (Dichiarazione di Venezia della Comunità Europea sul diritto del popolo palestinese ad una patria) e trasformarle in filo-israeliane. In rapida successione - lo “spettro d’azione”, era stato esteso anche agli altri due Paesi “ventre molle” della Nato, e cioè la Germania e la Turchia, soggetti a influenze pro-russe) – l’eliminazione politica o fisica di vari uomini di Stato, gli attentati mortali contro le reti arabe in Europa, l’accensione nei gruppi extraparlamentari di destra e di sinistra della lotta armata, delle stragi e delle tentazioni golpiste.
Alla fine degli Anni Settanta e, poi, con la strage di Bologna, la manovra, in un modo o l’altro, andò a buon fine. Carrero Blanco e Moro furono fatti fuori. Gli utili idioti, i terroristi arruolati per la bisogna, ma pilotati con sguardo vigile dai servizi segreti occidentali nel libro paga di Cia, MI6 e Mossad, furono o eliminati o re-inquadrati nei partiti “istituzionali” del dopoguerra. I palestinesi ridotti a profughi da bombardare. La “normalizzazione” atlantica trionfava.
Con essa anche la grande speculazione plutocratica, sulle valute (addio alle parità fisse di cambio del dollaro) e sull’energia ritornata a transitare attraverso le multinazionali insediate a Rotterdam.
Pigs chiama Pigs, insomma.
O è la nostra maledetta mania del “complotto” a obnubilare le nostre menti?