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Fotovoltaico: futuro incerto tra tagli e rinvii

di Andrea Degl'Innocenti - 14/04/2010


L'energia solare in Italia ha visto una crescita costante negli ultimi anni, che ha portato il nostro paese al secondo posto della classifica europea nel campo del fotovoltaico. Adesso una serie di probabili tagli agli incentivi ed il continuo slittamento della data di approvazione del programma per il 2011 rischiano di danneggiare l'intero settore.


Sole
Con i nuovi tagli e lo slittamento dell'approvazione del Conto Energia 2011 il futuro dell'energia solare è quantomai incerto
Tira una brutta aria per le energie rinnovabili in Italia. Il governo è intenzionato a tagliare di diversi punti percentuali gli incentivi statali sugli impianti fotovoltaici andando così a colpire uno dei pochi settori in forte crescita nel nostro paese. Come se non bastasse, ad aggiungere ulteriore incertezza, l'approvazione del Conto Energia 2011 continua a slittare e, ancora oggi, il nuovo programma di incentivi non risulta approvato.

Ma procediamo con ordine. Cos'è innanzitutto il Conto Energia? Si tratta di un programma europeo di incentivi alla produzione di energia mediante impianti fotovoltaici risalente al 2001; in Italia è stato adottato nel 2003 e reso di fatto operativo a partire dal settembre 2005. Ogni anno lo Stato mette a disposizione dei soggetti che vogliono istallare impianti fotovoltaici una serie di finanziamenti, frutto di un prelievo tariffario obbligatorio (cod. A3) a sostegno delle fonti rinnovabili di energia, presente dal 1991 in tutte le bollette dell'energia elettrica di tutti gli operatori elettrici italiani.

La “sostanza” di questi finanziamenti può essere modificata annualmente tramite un decreto del Ministero per lo Sviluppo Economico, che viene poi discusso, eventualmente modificato e approvato dalla Conferenza Unificata Stato-Regioni.

Nel decreto presentato lo scorso gennaio relativo al Conto Energia 2011 sono previsti dei tagli del 20 per cento alla tariffa incentivante attuale per gli impianti che entreranno in funzione nel 2011 e di un ulteriore 8 per cento per quelli dell'anno successivo. Un duro colpo per le aziende del settore e per il numero sempre maggiore di cittadini che per ragioni etiche o economiche decidono di produrre energia pulita.

Impianto fotovoltaico
Con i tagli l'energia solare può diventare un investimento molto meno appetibile, con ricadute negative sull'occupazione e sul raggiungimento degli obiettivi di riduzione dei gas serra entro il 2020.
Di fronte alle reazioni contrariate sia da parte delle categorie produttive che delle associazioni ambientaliste, il Ministero ha fatto una parziale marcia indietro, modificando il testo del decreto senza però apportare cambiamenti sostanziali. I tagli non sono stati diminuiti ma si è resa più graduale la loro applicazione.

Gli impianti che entreranno in funzione da aprile 2011 usufruirebbero, stando alle ultime modifiche, di una tariffa incentivante con una riduzione che oscilla tra i 6,5 e gli 8,1 punti percentuali, a seconda del tipo di installazione. Gli impianti in esercizio da aprile ad agosto, potrebbero trovare una diminuzione delle tariffe tra il 10 e il 12,8 per cento, mentre quelli attivati tra agosto e dicembre avrebbero una riduzione della tariffa incentivante dal 15 al 17,6 per cento circa rispetto alle attuali tariffe in vigore. Dal 2012, poi, andrebbe a regime il taglio medio annuo del 6%.

Una serie di provvedimenti che comunque sembrano scontentare un po' tutti. L'ex-ministro Edo Ronchi, attualmente Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, ha espresso il timore che con i tagli alle tariffe incentivanti l'energia solare possa diventare un investimento molto meno appetibile, con ricadute negative sull'occupazione e sul raggiungimento, da parte dell' Italia, degli obiettivi internazionali di riduzione dei gas serra entro il 2020. Assosolare, l'Associazione Nazionale dell'Industria Fotovoltaica, ha indicato nel 14 per cento il taglio massimo accettabile ai finanziamenti del Conto Energia 2011 rispetto al 2010.

Come se ciò non bastasse, ad aumentare il clima di confusione ed incertezza, è iniziato il valzer dei rinvii. La Conferenza Unificata Stato-Regioni che doveva riunirsi per l'approvazione del decreto il 25 febbraio scorso, è stata rimandata prima al mese di marzo, poi ad una data da destinarsi indefinitamente posteriore a quella delle elezioni regionali.

Impianto fotovoltaico
Con una serie di mosse sciagurate si rischia di affossare un settore che in Italia sembrava aver preso finalmente piede, con 70 mila impianti certificati ed una produzione annua di 1.300 Gwh.
Fatto sta che ancora oggi il decreto non risulta approvato, con conseguenze che iniziano a farsi pesanti per le aziende del settore, che piuttosto necessitano di regole chiare per portare avanti le proprie strategie.

Insomma con una serie di mosse sciagurate si rischia di affossare, o per lo meno rallentare, un settore che in Italia sembrava aver preso finalmente piede, con 70 mila impianti certificati ed una produzione annua di 1.300 Gwh (il nostro paese è attualmente secondo solo alla Germania nel campo del fotovoltaico, in Europa).

Una produzione notevole, che in termini di benefici per l'ambiente si traduce – secondo un calcolo del GSE – in una riduzione del consumo di combustibili fossili di 230 mila tonnellate equivalenti di petrolio ed evita la produzione di 875 mila tonnellate di Co2.

Ad ogni modo, le attuali tariffe incentivanti continueranno ad applicarsi a tutti gli impianti che saranno istallati entro il 31 dicembre 2010. Per chi abbia intenzione di passare al fotovoltaico nel prossimo futuro, forse è il caso di non attendere oltre.