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Allarmismi e Allarmi veri

di Ugo Gaudenzi - 25/04/2010


Vi ricordate dell’influenza suina? O del Millennium Bug? E dell’antrace? Dei pericoli della salmonella nelle uova o del formaggio fatto con latte non pastorizzato? Quanto allarme per nulla: ma al costo di enormi somme di denaro e, soprattutto, di ansia e di vittime umane.
A volte a procurare il guaio e gli allarmi sono stati i beneficiari degli allarmi. Le case farmaceutiche, naturalmente, e i loro scienziati e ricercatori che hanno scoperto come le affermazioni esagerate servono ad attrarre i media e finanziare commercio dei prodotti e ricerca. Questi allarmi non costano nulla: se non si materializzano gli autori possono affermare di avere contribuito a starne fuori; se si materializzano sono stati anche bravi.
Nel caso della encefalopatia spongiforme bovina – la malattia della mucca pazza – l’allarme era stato in un primo momento ingiustificatamente ridotto al minimo, poi molto esagerato.
Passando da “scienza” a “scienza” (ma qui questo termine è alquanto esagerato), trattiamo un po’, invece, della “scienza” economica. Ricordando e sottolineando come Rinascita abbia sempre definito tali “scienziati” economisti-ci. Non certo economisti, visto che nessuno di costoro si è opposto con analisi scientifiche alla “bolla finanziaria” creata dal nulla dalle grandi banche usuraie atlantiche, anzi. Quei rari analisti invece che hanno previsto i rischi che correvano i cittadini e le nazioni preda della speculazione internazionale sono stati, invece, di volta in volta, censurati. I crolli nazionali e aziendali si susseguivano – la speculazione sulla lira fatta da Goldman & Sachs, da Soros e dai complici italiani o il caso Enron furono dei campanelli, ma il silenzio era d’obbligo.
Fino al 2008 e alla nuova crisi – tuttora in corso – che ha origine negli Usa e che sta colpendo come nel gioco del domino anche i “tasselli” deboli dell’Europa mediterranea, dalla Grecia al Portogallo, alla Spagna… all’Italia.
Tutti dovrebbero avvedersene, ma nessuno se ne allarma. C’è in gioco il benessere, la vita di milioni di persone, ma si fa finta di nulla.
Si preferisce, anzi, assistere agli spettacoli da trivio della politica italiana, di Fini contro il Cavaliere, di Bossi che alza la Cresta, di Bersani che dichiara amore infinito per la Bonino, del Di Pietro che continua a combattere con la grammatica, e nulla più.
L’influenza suina ha prodotto una reazione, nella cosiddetta pubblica opinione, più che esagerata, ma nessuna mobilitazione si è avuta o si ha per frenare la bolla speculativa del credito, per fermare l’assalto ai risparmi delle famiglie, al lavoro e alle produzioni nazionali.
Eppure tra la gente comune la rabbia contro gli usurai, contro i plutocrati che affamano i popoli, è diffusa e generale.
Ma non bisogna renderlo noto.
Il manovratore non va mai disturbato.
Meglio dirottare l’attenzione e le informazioni elargite dai media su questioni fondamentali come la poltrona del presidente della Camera, la necessaria tolleranza verso i clandestini, le collette per le missioni in Africa.
Il resto, la conoscenza di come vanno realmente le cose al mondo, viene tosto archiviato, cancellato.
Peraltro non c’è nessuno al comando dell’impresa atlantica che possa monetizzare un tale allarme, no?