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Gli arbitri di facebook

di Claudio Moffa - 11/05/2010

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7 maggio a Roma: dunque Casapound – nonostante le minacce dei fascisti dell’antifascismo e il conseguente iniziale divieto del Questore - ha potuto svolgere la propria manifestazione a Piazza della Repubblica a Roma. Non contano le cifre (che peraltro recitano fino a circa 3000 presenze), conta il fatto che per la prima volta da anni, c’è una inversione di tendenza dopo una presa di posizione censoria dell’Autorità di polizia. Viene punito nei fatti non chi viene minacciato di violenza, ma chi ha minacciato violenza. Scornati. Il nostro appello come Associazione 21 e 33 ha avuto dunque successo.
Beninteso, non pretendiamo assolutamente di essere noi i protagonisti di questa vittoria di tutti – della Costituzione e del buon senso – perché la vera svolta è stata la saggia decisione degli stessi promotori della dimostrazione di mantenere fermo il loro appuntamento: ma resta un fatto che dopo che ci siamo rivolti esplicitamente ai dirigenti e agli intellettuali della organizzazioni di sinistra, qualcosa è successo: non certo le organizzazioni politiche – abbarbicate tragicomicamente ai miti del passato, essenzialmente perché utile ghetto dei Poteri forti che vogliono seminar zizzania fra giovani di sinistra e di destra, indipendentemente dai
contenuti che esprimono – ma alcuni giornalisti sì, Sansonetti e Armeni in testa: bisogna rispettare il diritto di manifestare di tutti, hanno ribadito.
E’ stato così sconfitto il fronte di tutti coloro che deviano e depistano sul conflitto fascismo-antifascismo – che è un problema ormai storico - i problemi reali di illibertà e di censura che esistono nel nostro paese. Sconfitti i seminatori di odio gratuito, come Sergio Cararo – il maitre-a-penser dell’Onda antigelminiana e sponsorizzata da Repubblica - e il solito Mantelli che su FB di Ugo Tassinari ha protestato da eroico combattente nutello-antifascista contro la corretta posizione del suo ospite a favore della libertà di manifestazione per il 7 maggio. Sconfitti insomma tutti coloro che giocano al massacro reciproco, nonostante che chiunque di sinistra abbia avuto contatto con giovani o intellettuali di destra, o viceversa, capisce che i problemi che l’avversario solleva o possono essere affrontati con la polemica e il confronto anche duro, o possono essere ignorati per coltivare le proprie convinte idee, o addirittura in alcuni casi – Iran, Iraq, Afghanistan; Banche, Finanza, difesa del lavoro, cooperazione con i paesi in via di sviluppo – possono essere convergenti con quelli propri: la novità degli ultimi anni è infatti una potenziale somiglianza (che non vuol dire omologazione) fra certi militanti e intellettuali di destra e di sinistra, non solo quanto a (alcuni) contenuti, ma soprattutto alle modalità di argomentazione, al desiderio di scoprire la vera storia del Risorgimento o della Resistenza (due movimenti al cui interno operarono sicuramente anche poteri forti e intromissioni delle grandi potenze), al di là delle ideologie ufficiali ne veicolano il racconto. Una sorta di reprint di quanto scritto circa 40 anni fa da Pasolini: ma rafforzato e moltiplicato dal sommovimento profondo, dilagante a tutti i livelli, compreso quello culturale, successivo alla fine dei due blocchi.
Tutto questo è verificabile forse soprattutto su Facebook, dove l’ “amicizia” trasversale impera foss’anche per mere esigenze “tattiche” di accrescimento dei propri contatti, e dove dunque ci si sta abituando ad avere nella porta accanto persone di opinioni opposte, ovvero, addirittura, ad aprirsi al confronto e al dialogo: beninteso non obbligatorio ma
neanche (secondo vulgata antifascista e fascista) da vietare aprioristicamente.
Ma ecco il nuovo problema, e dunque ecco il nostro nuovo appello come Associazione 21 e 33 in difesa della liberta di espressione. Due o tre giorni fa, la collega Rustico e altri fruitori del social network di Zuckerberg, sono stati improvvisamente oscurati. Non sappiamo degli altri (se ci scriverete potremmo capire, per un eventuale corretto operare) ma ci è chiara per conoscenza diretta la vicenda di cui è stata vittima Antonella: 1) all’improvviso FB oscura la sua pagina, ricchissima di post, forte di 850 “amicizie”, e con alle spalle un intensa attività di diffusione di articoli interessanti, peraltro linkati con uno spirito generalmente aperto e pronto al dialogo. 2) Antonella scrive a FB e chiede ragione del provvedimento nonché la riattivazione dell’account 3) FB risponde con un testo standard, senza indicare le ragioni specifiche dell’improvvisa censura. Cosicché anche se queste fossero ”giuste” (dubitiamo fortemente), nel caso in cui venisse riattivata la pagina fb della collega, ovvero lei la riattivasse con un nuovo account, le resterebbe sempre il dubbio di qualche comportamento lesivo di chissà quali regole.
Sarà dunque causa. L’Associzione 21 e 33, che da sempre indica nei gestori privati di provider, social network, server etc etc i veri censori della Rete in Italia (almeno fino a prova contraria:vedi le grandi manovre della Israel Lobby in corso nel Parlamento), sta valutando di procedere per causa contro Facebook. Competenza territoriale, Roma, essendo la parte lesa residente in questa città; motivo ipotizzabile recesso unilaterale di contratto senza preavviso e senza specifica giusta causa. Così ci muoveremo: invitiamo tutti gli altri che sono stati colpiti in modo analogo a rivolgersi – se ne hanno intenzione – a noi, perché garantiremo la difesa opportuna e necessaria contro un mondo di internet che va strappato allo strapotere e agli arbitrii dei suoi padroni privati e ricondotto nei binari di regole certe, quelle stabilite nei codici civili e penali dei paesi in cui l’abuso viene compiuto.