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Melting pot senza condizioni

di Fabio Mazza - 20/06/2010

 




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Da studenti di giurisprudenza, accogliamo sempre con un certo divertimento le sentenze della corte di cassazione, perché confermano una nostra teoria, perorata tra l’altro da anni di frequentazioni di professori e “ricercatori” di tale ambiente “d’elite”, che chiunque passi anni tra codici e nella memorizzazione pedissequa di articoli e fattispecie, è destinato invariabilmente a perdere il contatto con la realtà. O peggio, a creare una realtà edulcorata basata sugli “immortali princìpi” della nostra “sacra” costituzione, feticcio da adorare come un Libro Sacro, da non contestare mai, oggetto di masturbazioni collettive di codesti individui.
La storia delle pronunce della corte di cassazione è lunga e anche molto divertente, e non staremo qui a ricordarla. Ci vogliamo invece soffermare su una delle probabili -in quanto attesa tra qualche giorno- ultime “perle” della stessa, che, tra l’altro, non nasce dal nulla, ma si inserisce in un quadro preciso di “politicaly correct”, di invito al “multiculturalismo”, all’ “integrazione” e via dicendo.
Il caso è quello recente di una coppia italiana che si era dichiarata disponibile all’adozione di due bambini, di età non superiore ai cinque anni, non importa di quale sesso e religione. E già qui, aggiungiamo noi, la “tolleranza” è a buoni livelli, per gli standard buonisti della nostra società. Ma, aggiungevano, non erano disponibili ad accogliere bambini di pelle scura o di etnìa tipicamente non europea.
Apriti cielo. È arrivata la solita associazione di “volontariato”, di anime belle che intendono colmare i loro vuoti interiori con un peloso aiuto ai bisognosi, ai derelitti, agli svantaggiati e ai discriminati. Nulla di che in questo. Se in questa società non è più possibile trovare un centro in sé stessi, e se si è davvero obbligati a “muoversi”, a fare, a produrre, quantomeno questa attività supplisce in parte alla scomparsa della struttura familiare-patriarcale e delle reti di solidarietà tra vicini e consimili, ed è certo più “meritevole” (anche se comunque indice di disequilibrio). Il problema è che tutta questa gente ha, congenito, un tremendo vizio: sono convinti di detenere l'unica verità. Sono convinti che il loro intervento sia necessitante per salvaguardare la deriva “fascista” e “xenofoba”, tutti bei termini che fanno tanto audience e piacciono tanto alle suddette anime belle. Sono convinti di dover redimere, educare, formare tutto il mondo, un po’ come i loro antenati enciclopedisti, accecati dalle magnifiche e progressive sorti dell’umanità.
Questa associazione ha fatto ricorso sulla base del fatto che il decreto emesso dal tribunale contiene "una palese discriminazione su base razziale nei confronti di minori di colore e di etnia straniera a quelle presenti in Europa". La decisione è attesa nelle prossime settimane, ma non sarebbe strano se, sull’onda del buonismo livellatore imperante, si decidesse di mettere alla berlina questa coppia.

Possiamo già immaginare i cori dei mondialisti e multiculturalisti: “i bambini sono tutti uguali, sono tutti belli e innocenti”: affermazione in fondo anche veritiera. Ma non è stato considerato qui un punto di primaria importanza: avrà questa coppia il diritto di scegliere di integrare nella loro famiglia qualcuno che sia il più possibile simile a loro? Avranno diritto di volere un figlio, anche non loro, che gli rassomigli il più possibile? Anche solo per dare la possibilità al bimbo, nel caso egli fosse di tenera età, di fargli credere di essere il loro figlio naturale per fargli avere un'infanzia serena, cosa che evidentemente non è possibile fare se il colore della pelle è nero o gli occhi sono a mandorla? O fosse anche per qualsiasi altra ragione, sarà comunque diritto di ognuno decidere di chi circondarsi? Che tipo di persone avere nella propria vita? Secondo la società modern-buonista evidentemente no. Occorre omologarsi ai diktat dell’accoglienza, dell’indiscriminato "amore" verso tutto e tutti. Perchè come si è visto, non sempre c'entra il razzismo. Ma questi sono dettagli per gli ideologizzati del politicamente corretto dominante, anche fosse per la volontà dei genitori di dare al bimbo un'infanzia più normale possibile, cosa di cui probabilmente a loro interessa ben poco, molto meno che non conformarsi al dogma imperante del melting pot universale programmato.
E che dire allora dei molti casi di coppie vip bianche che nell'adottare dei bambini, li scelgono tutti rigorosamente non europei -soprattutto neri, ma anche asiatici, arabi ecc: si tratta di razzismo oppure no? Tutti i vari "umanitaristi" del mondo dello spettacolo, da Madonna ad Angelina Jolie e Brad Pitt (nella foto in alto con la loro famiglia "multietnica"), da Emma Thompson a Meg Ryan -solo per citarne alcuni perchè la lista sarebbe sterminata- che adottano bimbi in difficoltà ma solo se neri o con gli occhi a mandorla, perchè si noti in modo indelebile che trattasi di figli adottivi presi dai paesi poveri, in modo da diventare sempre più appetibili per sponsor e quant'altro...tutta questa bella forma di sciacallaggio "umanitario" mediatico non è forse essa stessa una forma di razzismo all'incontrario, un vero atto discriminatorio e a sfondo razziale, seguendo i parametri degli universalisti?
E' evidente la mala fede di questa mentalità, anche da un altro punto di vista. Se per esempio, di fronte alla richiesta di potere scegliere il sesso del bambino adottivo si ribadisce che ciò non è possibile allo stesso modo in cui non si può scegliere il sesso del figlio naturale (giustissimo), mettendola su questo tenore, se cioè il bimbo adottato deve seguire il più possibile una condizione "naturale", allora dovrebbe valere per ogni aspetto del bimbo, anche per l'etnia, senza che si tirino in ballo assurdità ridicole tipo razzismo o altro. Perchè seguendo questa logica, la prima ad essere "razzista" sarebbe la natura che si ostina da millenni a far nascere da genitori bianchi, bimbi bianchi.
Evidentemente qui, diversamente dalla scelta del sesso, il discorso non vale più: la natura va "corretta", perchè tutto deve essere multi-qualcosa, di modo che in futuro nel nostro mondo resti solo un'unico amalgama informe di individui multi-etnici, multi-culturali, multi-religiosi ma rigorosamente tutti uguali -tutti uguali in quanto mischiati- tutti consumatori accaniti, tele-dipendenti, tecno-dipendenti e sostenitori unanimemente dell'"american way of life". Perchè se al mondo restasse ancora qualche identità di qualunque tipo -etnica, religiosa, culturale- questo progetto naufragherebbe. Questo è quello che si vuole. Per tutti, per ogni popolo, per ogni luogo, senza condizioni.