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Todos Caballeros (biologicos)

di Antonio Felice - 28/06/2010



mietitrebbiaAlla quarta Conferenza europea sul biologico, svoltasi a Roma la settimana scorsa, dopo aver evitato, diplomaticamente, ogni esplicito e ufficiale riferimento agli OGM e e quindi alla spinosa questione della (di per se impossibile) coesistenza, gli organizzatori (IAMB e IFOAM-UE) hanno stilato nove punti conclusivi l'ultimo dei quali ci fa riflettere più degli altri perché vi si afferma: gli agricoltori e i trasformatori convenzionali devono poter approfittare di un quadro legislativo chiaro e ben delineato (quale quello europeo) per convertire le proprie aziende ed attività al biologico. Ora, è pur vero che la nicchia del biologico si sta ponendo come un'alternativa rispetto all'agricoltura convenzionale. Ma pensare che armi e bagagli gli agricoltori europei convenzionali possano salire in tempi nemmeno troppo lunghi sul carro del biologico, beh, ci sembra un po' troppo azzardato, enfatico, ottimistico, fantasioso. I rapporti di forza tra le due agricolture, sono quelli che sono, i numeri parlano chiaro: il peso dell'agricoltura convenzionale è assolutamente preponderante. E se qualcuno ci dicesse che l'enorme distanza fosse colmabile in fretta, rimarremmo dubbiosi e ci chiederemmo di che biologico stiamo parlando, quale confusione stiamo facendo. Todos caballeros "biologicos"? Per favore. Le cose da fare prima di un grande salto di qualità sono tantissime. E' vero che una nuova sensibilità sta prendendo piede tra i cittadini europei. Ma è un fenomeno superficiale, è una moda, più che un presa di coscienza che richiede elementi di conoscenza oggi poco diffusi. E poi cambiare il modello dell'agricoltura dominante molto probabilmente è impossibile, per motivi di mercato, per motivi tecnici ed economici. Se si vuole lavorare seriamente a favore della crescita del biologico c'è innanzitutto una strada da percorrere: inserire nelle materie scolastiche i temi dell'ambiente, della salute, della sana alimentazione; portare il biologico in modo forte negli istituti e nelle facoltà di agraria; avviare da una parte tecniche biologiche nuove, adatte a produzioni più importanti, e sostenere dall'altra parte una più matura coscienza ambientalista tra i consumatori. Todos Caballeros è troppo facile. E comunque sarebbe interessante prendere un campione di agricoltori europei convenzionali e chiedere loro se si sentono pronti, come, quando, perché, a convertirsi al biologico. Ci accorgeremmo molto probabilmente che le esortazioni conclusive di un convegno (anche se legittime in quanto tali) sono una cosa e che la realtà è un'altra.