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G20: foto ricordo o anticipazione?

di Romolo Gobbi - 05/07/2010


 
Secondo i commentatori internazionali, gli incontri canadesi di fine giugno sono stati un fallimento: "Ancora una volta, nonostante tutte le dichiarazioni ipocrite, il vertice del G20 non è servito a niente. Si pensava che a Toronto sarebbero stati affrontati due problemi importanti: le regole del sistema finanziario e la riduzione del debito pubblico. E invece niente".
I due incontri del G8 e del G20 sono stati solo una rassicurante fotografia dell'esistente. "Siamo qui, non litighiamo, facciamo il possibile per riprendere il cammino, ma non è facile. Si riparte da Toronto con un arrivederci a Seul a novembre e a Nizza tra un anno".
Alcune cose sono emerse: innanzitutto il fatto che non sia passata la proposta della Germania di una tassa sulle transizioni finanziarie, dimostra che: "le banche statunitensi sono quindi le grandi vincitrici di questo fiasco di cui sono largamente responsabili".
Vincitori anche i paesi europei, che, con la loro richiesta di riduzione del debito pubblico, anche se in termini poco credibili, hanno rassicurato gli investitori nei loro titoli di stato: "i paesi in via di sviluppo potevano finire sul lastrico e i mercati azionari crollare, ma i titoli di stato dei paesi occidentali avrebbero trovato sempre degli acquirenti".
Dal comunicato finale del G20, emesso il 28 giugno: "emerge un accordo che evita di scegliere tra le differenti esigenze dei Paesi partecipanti, divisi tra scegliere la via espansiva dell'economia oppure quella dei conti pubblici".
Dietro questa facciata di disaccordo generale si sono nascosti alcuni accordi parziali su questioni importanti: "questi summit del G8 a Muskok e del G20 a Toronto segnano una svolta epocale dall'era del dominio occidentale a quella dell'era multipolare". In effetti, l'Europa è stata isolata dalle manovre di Obama, che, durante gli incontri canadesi, si è incontrato soltanto con l'inglese Cameron, mentre "cinque dei sei bilaterali di Obama in Canada sono stati con nazioni dell'Asia-Pacifico". Secondo un alto funzionario dell'amministrazione americana, questa scelta di Obama: "è un'elegante prova dell'importanza che il presidente assegna all'Asia per la nostra politica di sicurezza e i nostri interessi economici". Oltre ai rappresentanti della Corea del Sud, dell'India, dell'Indonesia, del Giappone, il presidente Obama ha incontrato il presidente cinese Hu Jintao, senza per altro ottenere da quest'ultimo la tanto invocata rivalutazione dello yuan. Tutti questi paesi, più il Brasile, hanno approvato la linea di Obama per il prolungamento degli incentivi alla crescita, isolando così l'Europa. L'unico europeo ad aver stretto accordi particolari con Obama è stato il presidente russo Medvedev, che, il 25 giugno, ha firmato "11 differenti dichiarazioni congiunte, inclusa quella sull'Afghanistan, per sottolineare l'importanza delle rotte di rifornimento della NATO attraverso la Russia".
Ma i veri sconfitti dagli incontri del G8 e G20 sono stati i Paesi poveri; infatti, nel comunicato finale del G8 manca ogni riferimento agli impegni presi nei summit precedenti, a cominciare da quello dell'Aquila, che aveva promesso venti miliardi di aiuti, a "quello di Gleneagles del 2005, che promettevano il raddoppio degli aiuti all'Africa ed è stato disatteso".
Nel comunicato finale del G8 si riconosce che "la crisi ha compromesso gli obiettivi" e si ammette che "bisogna fare di più", senza per altro fissare cifre.