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Francia: BNP, a banca universale, rischio universale!

di Nicoletta Forcheri - 08/07/2010

Fonte: mercatoliberotestimonianze



Adesso sappiamo perché Michel Pébereau [1], presidente di BNP Paribas [2], semina il terrore nelle istituzioni francesi [1]: se le autorità ristabilissero la separazione tra banche di deposito e speculazione, la BNP morirebbe all’istante. La situazione reale di questa banca senza macchia, si commenta da sola.

Secondo Charles Dereeper [2], ex broker di BNP diventato oggi giornalista economico, le tre grandi banche francesi «funzionano con un livello di rischio superiore a tantissimi hedge funds ». E la più minacciata, continua, è proprio quella di Pébereau : «BNP vanta un totale di debiti pari a

[3]1940 miliardi di euro. Le sue riserve sono di circa 60 miliardi circa. L’effetto leva è di 32. Basterebbe un 3% di crediti incagliati perché la BNP fallisca» !

BNP è quindi un colosso dai piedi d’argilla che può solo sopravvivere racimolando liquidità a tutto spiano. Se il vostro consigliere BNP vi chiama per proporvi un investimento retribuito al 12%, non mostratevi sorpresi ma parlategli piuttosto del suo bilancio ! Ciononostante per BNP e consorelle, il migliore modo rimane ancora quello di servirsi dalle casse dello Stato [3]. Le nostre banche detengono 79 miliardi di euro di debito greco (cifra della Banca dei regolamenti internaionali BRI). La Francia di Sarkozy è stata la prima a promuovere freneticamente il “salvataggio” della Grecia (130 miliardi di euro). Ma il denaro non ha avuto il tempo di arrivare in Grecia che è subito ripartito nelle casse dei creditori internazionali del governo greco. Ed ecco salvate le banche! Grazie Nicolas, grazie Dominiqe [Strauss-Kahn] !

Le banche possono contare anche sull’amico Trichet, governatore della venerabile Banca centrale europea (BCE) che ha prestato loro 240 miliardi in 48 ore il 30 giugno e il 1 luglio [4], affinché potessero rimborsare i 442 miliardi che le dovevano !

Il ripristino della separazione tra banche di deposito e banche d’affari, previsto in Svizzera [5], Germania [6] e Italia [7], è un elemento fondamentale. Le nostre banche universali non sopravviveranno al sistema, allora tanto vale smantellarle subito, salvaguardando le attività di deposito e di credito e buttando il resto degli attivi alla pattumiera.

Note

[1] Michel Pébereau è uomo di Frère, poiché è amministratore anche in numerose società del suo impero: Total, Lafarge, Pargesa Holding (oltre ad Axa, EADS NV e Saint Gobain)

[2] BNP PARIBAS controlla dal 2006 al cento per cento BNL, ed è la socia di Albert Frère in Suez Gaz de France, Total e le altre società del suo impero.

[3] BNP Paribas è detenuta al 17% dalla Francia, e in percentuali minori da Lussemburgo e Belgio (11,1%). La fusione tra BNP e Paribas era stata effettuata con l’aiuto di AXA. Ultimamente ha acquisito a un prezzo stracciato la banca Fortis, fallita fraudolosamente per colpa di Maurice Lippens, socio proglobalizzazione del presidente onorario del Bilderberg Davignon, in seguito alla decisione di acquisire ABN Amro, a un prezzo esorbitante. In seguito all’iniezione di denaro e parziale nazionalizzazione da parte dei tre paesi Belgio, Olanda e Lussemburgo, l’Olanda ha deciso di riprendersi ABN Amro olandese e la parte olandese di Fortis. Lo Stato ha quindi venduto – contrariamente al parere dei piccoli azionisti che si erano nel frattempo ritrovati con un pugno di mosche in mano- Fortis a BNP Paribas.

Nel consiglio di amministrazione costituito da 13 membri di BNP Paribas, figurano il presidente di Saint Gobain, quello di Renault, quello del consiglio di sorveglianza di Axa, quello del consiglio di sorveglianza di Thyssen Krupp, e i presidenti di altre società come la Scor, Medef, Pechel Industries, Air Liquide, Legrand.


Fonte articolo originale: http://www.solidariteetprogres.org/article6781.html [1]
Traduzione e note a pié di pagina a cura di Nicoletta Forcheri