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Gli Stati Uniti e la falsa coscienza della "sinistra"

di Alberto Lodi - 13/09/2010

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Cerchiamo di guardare ai fatti nel modo più possibile obiettivo, e di averne una visione ampia: è incontestabile che gli USA siano, oggi come ieri, una forza imperialistica, per quanto ammantata di retorica democratica, liberale e umanitaria; negli anni '90, dopo la dissoluzione del loro storico rivale - l'Unione Sovietica - si trovarono ad essere l'unica superpotenza mondiale, giocando così un ruolo egemonico, e creando una situazione di assoluto squilibrio, per via della quale poterono permettersi di aggredire militarmente paesi (Serbia, Afghanistan, Iraq) esterni alla loro area d'influenza e modellare le cartine geografiche a loro piacimento (l'avamposto a stelle e strisce del Kosovo, realizzato a spese dei serbi, dove si trova la base americana più grande d'Europa).
La situazione è in cambiamento continuo, con l'emergere di nuove potenze quali Cina e India, e il riemergere della Russia, e gli esiti di questo scenario globale sono tuttora imprevedibili. E' tuttavia evidente che sia preferibile uno scenario multipolare (cioè che il mondo sia spartito da diverse potenze) ed equilibrato rispetto ad un'ipotetica estensione illimitata del dominio degli USA. A causa loro, negli ultimi anni, il diritto internazionale è stato definitivamente smantellato e sostituito dalla logica brutale della legge del più forte. Vale la pena di ricordare, inoltre, che sotto l'egida del premio Nobel per la pace (preventivo, come la guerra in Iraq: un premio Nobel per la pace dato sulla fiducia) Barack Obama, le guerre (od occupazioni militari) americane in corso non sono affatto cessate: ecco l'emblema del progressismo mondiale!
Ma in questo scenario, quali ruoli giocano i maggiori partiti italiani? Berlusconi, è noto, negli USA non è molto amato. Amico di Vladimir Putin, sponsorizza il gasdotto russo South Stream, alternativo al progetto americano Nabucco; stringe accordi politici ed energetici con Mu'ammar Gheddafi; va in visita diplomatica dal terribile Lukashenko, l'ultimo dittatore d'Europa. Orrore! Bisognerebbe proprio bombardarli un po', questi incivili antidemocratici refrattari all'egemonia americana!

Ma la sinistra, in tutto questo, che fa? La situazione è molto curiosa. La sedicente sinistra, erede del PCI e tradizionalmente vicina a Mosca, con l'affondare dell'Unione Sovietica pensò bene di salvarsi legandosi mani e piedi agli Stati Uniti.
D'altronde l'ideologia della nuova sinistra reduce del '68 aveva ben poco a che fare col rigore e la sobrietà dell'Unione Sovietica: si scoprì, anzi, che si incastrava molto meglio con l'idea di società americana!
Innanzitutto, la sinistra legittima le guerre americane. "Ohibò, ma come? Ma se avevamo tutti esposto le bandiere arcobaleno, ai tempi dell'invasione dell'Iraq!" diranno loro. Ah sì? E non sono proprio loro a mangiare pane e "diritti umani" a colazione? E questi "diritti umani" non sono proprio il cavallo di Troia dell'imperialismo americano? Dove c'è un paese da invadere si crea una falsa emergenza "diritti umani": gli albanesi massacrati in Kosovo, i curdi uccisi in Iraq, gli omosessuali impiccati in Iran e via dicendo... Guardiamo al caso Sakineh, la donna adultera (ed omicida, pare, ma i media democratici omettono di dirlo) condannata alla lapidazione in Iran. Tutto questo strepitare per la barbarie dell'Iran, se gli USA decideranno di invaderlo, non gli fornirà una giustificazione più che plausibile? Ma allora loro tireranno fuori le solite bandiere arcobaleno, e si saranno ripuliti la coscienza, chiaro.
Non c'è niente da fare, la sedicente sinistra abbocca sempre all'amo. E' arrivata persino all'apologia dell'occidentalismo, per dare contro a Gheddafi. La sua saldatura ideologica con gli USA è impressionante: per quanto questi abbiano fatto, negli ultimi anni, più guerre di qualsiasi "Stato canaglia" reazionario o incivile (Iran, Russia, Cina), dopotutto, sono ancora la patria della libertà. Poco importa se questa è esportata a suon di bombe.