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Generazione T. L'agricoltura chiama i giovani

di Raffaella Ponzio - 14/09/2010


 

 
 
Quasi un giovane su tre, tra i 15 e i 24 anni, non ha lavoro. Quando lo trova, dopo ricerche sempre più prolungate, spesso è precario. Nel Sud i giovani disoccupati superano il 40% e non conforta sapere che molti sfuggono ai censimenti perché impiegati in nero. Se consideriamo l’agricoltura, si profila la disfatta. Secondo dati Eurostat, solo il 3% di chi guida un'azienda agricola ha meno di 35 anni, mentre il 44% ne ha oltre 65. La nostra agricoltura è tra le più vecchie d’Europa. In montagna, in collina – quella non avvantaggiata da colture pregiate, come il vino o la frutticoltura – ma anche in alcune zone di pianura, il reddito è scarso e i giovani si allontanano, proprio dove la presenza dell’uomo è fondamentale per la cura del territorio. Eppure i giovani entusiasti, preparati, che vogliono lavorare la terra esistono. Come si spiega? Attribuire ai giovani poca voglia di faticare è sbrigativo e ingeneroso. Gli incentivi europei ci sono, ma la burocrazia è snervante, i soldi non sono moltissimi e spesso non decisivi, a volte arrivano dopo anni e aiutano di solito chi un’azienda ce l’ha già e può contare su risorse proprie. I fondi, infatti, si erogano anche a società di capitali: la terra è un ottimo investimento e molte banche, assicurazioni e grandi imprenditori hanno acquisito delle aziende agricole. Restano fuori i giovani, di cui molti laureati, che partono da zero. La strada dei finanziamenti bancari, poi, è impervia. Le banche hanno poca fiducia in chi non può dare garanzie a parte il proprio onore e avviare un’azienda agricola dal nulla costa tantissimo: in agricoltura esiste una sproporzione che non si registra altrove tra capitale investito e reddito.
Il problema sembra insuperabile, se la politica non si dà un progetto. Per dar voce a queste storie e ascoltare le loro parole, l'appuntamento è a Torino al prossimo Salone del Gusto, venerdì 22 ottobre alle 15: Generazione T: giovani agricoltori raccontano. T come la terra da coltivare e la Terra da proteggere.