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Non tutti i musulmani puzzano. L’accoglienza ai tempi dell’Islam Mercato

di Miguel Martinez - 23/10/2010


I kebabbari, come ci insegna Fiamma Nirenstein, hanno odore e sapore strano. Non il  loro kebab, proprio  i kebabbari.

I capitali invece non hanno odore. L‘Islam Mercato è una faccenda più importante  forse anche delle “migrazioni islamiche”, solo che pochi – a parte Lorenzo Declich su 30 Secondi – se ne occupano.

Adolfo Urso è un signore che ha chiesto il divieto del “velo [islamico] negli edifici pubblici, nelle scuole e nelle università”. Per i soldi arabi, la musica invece cambia, come si vede qui.

Parafrasando Brecht, se sei un musulmano e provi a comprarti una saletta per pregare, ti accusano di essere un terrorista. Se sei un musulmano e provi a comprarti una banca, cambiano la legge  apposta per aiutarti.

“BANCHE: ABI ARABA, VOGLIAMO BANCA ISLAMICA IN ITALIA/ANSA UNIONE ISTITUTI ARABI, SARa ‘WHOLE SALE’ E NON ‘EX NOVO’ (ANSA) – ROMA, 22 OTT – Il mondo bancario arabo punta ad aprire un istituto di credito islamico in Italia: non sarà al dettaglio, ma ‘all’ingrosso’; non sarà ‘ex novo’, ma una banca già esistente. Il progetto è stato rilanciato dal Segretario generale Unione Banche Arabe, Abou Said, in occasione del Forum Internazionalizzazione dell’Abi dedicato quest’anno al tema «Fare finanza Islamica: come e perchè». «L’idea, che risale a un paio d’anni fa – spiega Said -, non è di creare una nuova banca, ma di rilevarne una di dimensioni accettabili, in accordo con la Banca d’Italia, lasciando una minoranza di soci italiani. La nostra strategia mira ad un istituto di credito ‘whole sale’ orientato verso il corporate finance, l’investment banking, e il private equity, e non una banca al dettaglio», precisa Abou Said, rammaricato perchè, nonostante «oggi l’Italia sia il primo partner commerciale Ue della maggior parte dei paesi arabi, non abbiamo trovato la giusta comprensione del significato della finanza islamica. Forse, il termine ‘islamico non piace molto». Comunque «non abbiamo perso le speranze e credo che nel breve-medio periodo questo progetto possa realizzarsi. Recentemente abbiamo notato una maggiore comprensione». Ad ogni modo, precisa Said, «servono alcuni cambiamenti, anche a livello normativo, per favorire lo sviluppo in Italia della finanza islamica», che è caratterizzata da prodotti ‘Sharia compliant’: dai Sukuk, che sostituiscono i bonds o le obbligazioni, ai «Riba», ossia interessi che è vietato ricevere o concedere, fino al divieto di qualsiasi attività speculativa, nonchè relativa ad alcol, armi, gioco d’azzardo e pornografia. «Il futuro del sistema bancario arabo – secondo Said – è la finanza islamica», vista la sua «rapida crescita, che quest’anno è stata pari al 25%; solo i depositi sono saliti del 40% e ogni giorno le banche islamiche movimentano circa 200 miliardi di dollari». A sottolineare le «grandi opportunità» che arrivano dalla finanza islamica è l’Abi: «già oggi diversi paesi europei sono pronti a introdurre strumenti finanziari che siano compatibili con la legge islamica», osserva il vice presidente dell’Associazione, Guido Rosa. «È importante – ha aggiunto – non restare indietro e modificare il nostro impianto normativo, civilistico e fiscale per favorire lo sviluppo della finanza islamica in Italia aprendo la strada a nuove opportunità per gli intermediari e intercettando la grande liquidità dei paesi arabi». Un segnale d’apertura è arrivato dal viceministro allo Svluppo Economico, Adolfo Urso, che lancia la proposta di una legge quadro per la finanza islamica, osservando che l’Italia «è in forte ritardo rispetto agli altri paesi, se pensiamo che le banche islamiche nel mondo sono 350, di cui 26 in Europa e nessuna in Italia»(ANSA). Y82 22-OTT-10 18:19 NNN “

e poi:

“ABI, DA FINANZA ISLAMICA NUOVE OPPORTUNITÀ (ANSA) – ROMA, 22 OTT – Consolidare la collaborazione economica con i Paesi del Golfo per accrescere gli scambi e le opportunità di investimento e finanziamento, anche attraverso l’introduzione in Italia di strumenti ‘Sharia compliant’: dai Sukuk, ossia i certificati d’investimento conformi ai principi del Corano, agli strumenti islamici per la raccolta di fondi, fino ai prodotti di finanza islamica destinati al comparto retail. Con questo obiettivo, banche, imprese ed istituzioni italiane ed arabe si sono incontrate oggi a Roma, al Forum Internazionalizzazione dell’Abi dedicato quest’anno al tema «Fare finanza islamica: come e perchè», anche in vista della prossima missione di sistema che, a inizio novembre, vedrà dieci delle principali banche italiane in Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti. «Il Forum, giunto alla sua quarta edizione, è stato l’occasione – spiega l’Abi – per fare il punto sulle relazioni economiche e finanziarie coi paesi del Golfo all’indomani della crisi e, in particolare, sul ruolo che l’Islamic Banking può giocare nell’economia italiana». Secondo studi recenti, infatti, «la finanza islamica – precisa l’Associazione – è il segmento dell’industria finanziaria globale col più alto tasso di crescita (15-20% l’anno) ed entro il 2015 potrebbe superare i 4 trilioni di dollari di attività con oltre 1,5 miliardi di risparmiatori interessati a questi prodotti. Nello stesso periodo, la finanza islamica potrebbe raggiungere in Italia un volume di ricavi pari a circa 170 milioni di euro, con una raccolta pari a 4,5 miliardi». (ANSA). Y82 22-OTT-10 14:42 NNN”