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Adesso basta! Sono arcistufo del “politicamente corretto”

di Gianfranco La Grassa - 04/11/2010

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    Voglio sia chiaro senza mezzi termini che sono per la più totale libertà dei gay di esprimere, anche con atti come baci in pubblico e altro (non certo scopandosi per le strade), le loro preferenze. Ritengo perfino inutile discutere sulla possibilità che si sposino e adottino figli, che ammetto senza esitazione. I discorsi su com’è fatta la natura sono ipocriti. Nelle società umane, arrivate dopo decine di migliaia d’anni all’attuale livello (non ho alcuna intenzione di discettare oziosamente sul fatto se stavamo meglio nelle caverne con le clave oppure nel mondo moderno), non vedo dove esista la natura. Certo che c’è, sotto sotto, e si fa valere con tutta la sua furia in dati momenti, ma dire che esista in noi come individui una “natura”, alle cui leggi dovremmo obbedire, non mi convince, anzi mi sembra una sciocchezza. Diceva Marx che la fame è fame, ma esprime bisogni sociali e culture diverse se la carne è mangiata cotta con forchetta e coltello o cruda strappando i pezzi con i denti. Lo stesso dicasi del cucinare i cibi, della sessualità così com’è concretamente praticata in varie epoche e in diverse popolazioni, ecc. Anche intorno a noi, ad es., non si constata la presenza di una natura in cui dovrebbero vivere gli animali che ci fanno compagnia, i quali vanno assolutamente protetti da questa straripante in-naturalità. Quindi, la si smetta anche con la natura degli esseri umani che, invece, non si sono attenuti alla natura ambientale (esterna), facendo benissimo, visto che ne avevano i mezzi (in primis il pensiero ecc.).

   Premesso tutto questo, sono arcistufo del “politicamente corretto”, per cui non sussiste più la possibilità di esprimere i propri gusti eterosessuali. Se vedo passare una bella “gnocca” e mi lascio andare al pensiero, pur espresso in suoni vocali: “meno male che mi piacciono le donne, se fossi omosessuale (di stretta osservanza, quello non ipocrita e nemmeno alla stupida ricerca di “nuove sensazioni”) non godrei di tale vista”, pretendo che nessuno abbia a che ridirci qualcosa. Io non avrei nulla da dire se udissi un omosessuale esclamare, vedendo un bell’esemplare del suo sesso: “meno male che sono gay altrimenti non godrei della vista di questo bell’esemplare”.

   Questa è vera parità di diritti tra eguali. Altrimenti, se i gay si offendono di quello che può pensare e pronunciare un eterosessuale, vuol dire che in fondo sono essi stessi a sentirsi diversi, quindi non eguali; perché pretendono allora la parità di diritti? Ce l’hanno, lo ribadisco, ma nello stesso senso di come ce l’hanno gli eterosessuali di sentirsi soddisfatti del loro esserlo. Così pure, ritengo obbrobriose e di cattivo gusto le manifestazioni che fanno i gay. Sfilo io, con quei costumi, trucchi, scritte volgari, ecc. circondato da altri maschi e femmine tutti avvinti fra loro, mostrando quanto si desiderano, si amano, si cercano e si vogliono?

   Ed è possibile che non c’è film, sceneggiato o spettacolo TV, libro, ecc. in cui non ci debba essere una storia di omosessualità? A parte il mondo politico, quello dello spettacolo e letterario, forse giornalistico, in tutto il resto della popolazione – composta di ceti lavoratori dipendenti o autonomi, ecc., quei ceti che rappresentano il grosso (il 90% almeno) d’essa – la percentuale dei gay non credo proprio superi il 10%. Ora, nell’elezione di un presidente della Repubblica o in un qualsiasi referendum per qualcosa, quando una parte vince con il 55% dei voti, si dice che è una vittoria netta; se arriva al 60% si comincia già a parlare di cappotto sull’altra parte. E allora? Pensate che i gay riescano a raggiungere la cifra del 20%? E’ già un’esagerazione. La vittoria degli eterosessuali è schiacciante. Va assolutamente tutelata una minoranza anche se fosse dell’1%; basta che un gatto non voglia farsi passare per una tigre (parlo solo delle dimensioni), perché allora si deve reagire.

   Se io proponessi un referendum su ciò che penso io: cioè che i gay possano sposarsi e adottare bimbi, ecc., quanto credete prenderebbe tale proposta qui da noi? Solo che io vorrei proporre anche un altro referendum, più in generale: quanti sono per il “politicamente corretto”? Quanti sono i vermi che parlano di eguaglianza e invece pongono a fondamento delle relazioni umane la diversità? Solo che i diversi diventano i buoni e gli altri i cattivi, con la solita divisione manichea tra questi e quelli. In Ombre rosse si vedono gli indiani feroci e selvaggi che strepitano: augh, augh. In Piccolo, grande uomo gli indiani sono invece la quintessenza della saggezza e della civiltà. Falsità e ipocrisia in entrambi i casi. Obama è nero, quindi non può che essere un presidente straordinario. I per altri versi deprecabili cittadini statunitensi si sono accorti che non è affatto migliore di un bianco, che è schiavo delle stesse lobbies, degli stessi prepotenti. Ma qui da noi, per gli idioti di “sinistra” è ancora un Dio in terra. Cretini e mistificatori, da trattare come furfanti per il male che fanno in ambito sociale. Meglio Totò Riina che avere a che fare con un “politicamente corretto”; il disastro che provoca non può essere, per gravità di effetti squassanti, paragonato ai misfatti di mafia.

   C’è galera per i mafiosi? Allora anche per i malfattori che stanno semplicemente invertendo le parti in gioco. Ieri, era da vergognarsi di esser omosessuali (sapete con quali termini erano definiti!); giustissimo mettere termine a questa discriminazione. Sono eguali agli altri, hanno gli stessi diritti, fra cui quello di compiacersi ed eccitarsi alla vista di uno(a) dello stesso sesso, di accoppiarsi con lui (lei) sessualmente e giuridicamente, di godere del piacere della famiglia con figli, ecc. Ma anche noi eterosessuali vogliamo goderci il nostro esserlo senza che una massa di lerci radical chic tenti di farci sentire non à la page, démodés, ecc. Siamo tutti eguali; e in questa eguaglianza, salvo che nel mondo dei politicanti, dello spettacolo, ecc. ecc., il 90% è eterosessuale.

   E la smetta Mara Carfagna (anche lei una bella gnocca per un eterosessuale come me) di imitare i radical chic; tanto, finché non tradisce apertamente Berlusconi e non va con Fini, non sarà mai accolta in quei salotti riservati dove vige la più perfetta diseguaglianza e diversità: solo a favore dei gay, dei neri, delle donne in quanto donne, ecc. Questi vigliacchi e assassini di eguaglianza e buona umanità (immorali che sporcano l’etica di cui parlano) devono fare la fine di Viridiana (il personaggio del film di Buñuel). Occorre una vera crociata contro i “politicamente corretti”; al rogo! Lo ripeto: sono pericolosi malfattori, stanno distruggendo le basi di ogni possibile convivenza. Eliminarli al più presto! Berlusconi non ce la fa, mi sembra; intervenga chi ha la forza (armata) a disposizione ed un minimo di coscienza civile. La maggioranza di questo paese lo esige ormai da tempo, non ne può più!

   PS E adesso attendo al varco i radical chic “politicamente corretti”, che mi accuseranno di discriminazione. Proprio per questo ho messo in grassetto le frasi che indicano la mia netta predisposizione all’eguaglianza. Ma proprio per difendere l’eguaglianza, sono per la discriminazione dei suddetti radical chic. Perché, se un branco di appestati e lebbrosi ci viene addosso e vuole contagiarci, non abbiamo alcun diritto di difenderci? Il “politicamente corretto” esige questo sacrificio? Questo per voi, intellettuali debosciati e impotenti, donne racchie ma “di classe”, perfetti idioti con la citazione colta sempre pronta. Per noi, la difesa da ciò che voi siete è la salvezza d’Italia! Esigiamo il vostro annientamento. Che i ceti sociali del “non politicamente corretto” impugnino finalmente “i forconi”. E qualcuno si armi con dei falcetti; non per fare grandi cose, solo per tranciare qualche pene per chi si vergogna di averlo.

   Se poi qualcuno, e ben conosco i tipi, si scandalizza per la secchezza delle affermazioni, dico che non capisce nulla, o meglio fa finta di non capire, dell’intolleranza che provocano i moralisti ipocriti e bugiardi. Certamente, non penso si debbano eliminare in senso fisico; sarebbe perfino far loro troppo onore. Dobbiamo però metterli in condizione di non nuocere più alla nostra comune e tranquilla convivenza. Sui problemi del “politicamente corretto” stanno scatenando una sorta di “guerra civile”; e dietro questi temi nascondono l’attacco alla nostra autonomia nazionale, ai nostri migliori settori produttivi di carattere strategico. Se qualcuno pensa di poter eliminare questo cancro con la “democrazia”, ci provi ma faccia presto. Altrimenti, qualsiasi mezzo vale contro una malattia incurabile. O no? Meglio morire? Va beh, a me non piace; e sento la puzza del cadavere ormai vicina.