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Il “miracolo” del vuoto a perdere

di Alessandro Polinori - 04/11/2010


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Quintali di bottiglie abbandonate nei prati del nostro Paese. Dal Nord Europa l’esempio per risolvere la questione.
Nelle ultime settimane il problema rifiuti della Campania è nuovamente esploso in tutta la sua drammaticità. Quintali di rifiuti per le strade, polemiche e un vergognoso bavaglio alla voce degli ambientalisti, colpevoli solo di opporsi a gestioni clientelari e soluzioni devastanti per l’ambiente e la salute dei cittadini e di avanzare proposte “rivoluzionarie”, quali una vera raccolta differenziata e moderne tecniche di smaltimento, come avviene nei Paesi civili (dove in discarica finisce solo il 15 per cento dei rifiuti, mentre in Italia si brucia “monnezza” come se fosse un’energia rinnovabile grazie
al vergognoso meccanismo del Cip6).
 
Non voglio sollevare ulteriori polemiche, prendo invece spunto dai fatti di cronaca per parlare di una proposta che ritengo utile alla causa. Posso dire di conoscere molto bene la Germania ed i Paesi Scandinavi e di apprezzarne, oltre alle bellezze storiche e naturalistiche, l’efficiente organizzazione, con il rispetto del bene pubblico quasi elevato a dogma costituzionale. Abbandonando la situazione limite campana, passeggiando anche nel resto d’Italia, è purtroppo possibile “ammirare”, lungo strade e giardini, quintali di bottiglie, abbandonate da cittadini italiani e stranieri, uniti dal comune senso della maleducazione.
 
A Berlino ed Helsinki ciò non accade. Non solo perché, lassù, i cittadini, sin da piccoli, vengono educati a rispettare l’ambiente in cui vivono, ma anche perché si è posto in atto un semplice meccanismo: la cauzione del vuoto a rendere. Qualunque bottiglia compriate nella nazione teutonica o finnica, la pagherete diversi centesimi di euro in più, che vi saranno restituiti collocando il vuoto in appositi macchinari, presenti nei supermercati e non solo. In tal modo, per la strada, non troverete alcuna bottiglia, e, qualora un maleducato incallito dovesse abbandonarne una in giro, ci sarà sempre qualcuno pronto a raccoglierla e a trarre da essa un piccolo tesoro.
 
Niente di complesso, nessun controllo militaresco, nessuna repressione, bensì un meccanismo che ci riporta alla memoria un’usanza delle nostre nonne e che consente di avere città pulite e di risparmiare risorse, materie prime e denari, in alcuni Paesi applicato anche a tipologie diverse di “rifiuti” quali gli elettrodomestici, con metodi diversi, ma che adottano lo stesso sistema. All’acquisto pago di più, quando il frigo è fuori uso lo riconsegno e recupero parte della spesa sostenuta.
 
Una soluzione che potrebbe contribuire a ridurre la quantità di rifiuti destinata alle discariche e che sembra suscitare un interesse crescente, basti pensare che il gruppo che ho promosso sul social network facebook “Anche in Italia la cauzione del vuoto a rendere” conta centinaia di iscritti, mentre nelle prossime settimane il Gruppo Verdi alla Regione Lazio presenterà una proposta di legge per l’introduzione di quest’innovazione a livello regionale. Riusciremo a compiere questo piccolo passo avanti verso la civiltà?