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Wikileaks?

di Gianni Petrosillo - 30/11/2010

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Il sito Wikileaks potrebbe non essere quell’esempio di trasparenza che qualcuno immagina.

A quanto pare il suo fondatore Julian Assange, proprio come Martin Bishop, personaggio interpretato da Robert Redford nel film i Signori della truffa, sarebbe passato dalle nobili aspirazioni di trasformazione sociale per mezzo di attività di hackeraggio contro governi e multinazionali, alla collaborazione stretta con alcuni settori della Cia che non condividono le scelte strategiche di Obama e l’agenda politica della sua presidenza.

Nella finzione cinematografica Bishop-Redford (un personaggio più romantico e meno ambiguo del fondatore di wikileaks), dopo aver abbandonato il suo sogno di redistribuzione della ricchezza attraverso l’intrusione nei sistemi informatici di banche e Istituti di credito (una delle azioni più eclatanti del suo gruppo risulterà il trasferimento di denaro dalle casse del Partito Repubblicano alle Pantere Nere) si ritroverà dall’altra parte della barricata occupandosi di efficientare e controllare i sistemi di sicurezza di quegli stessi enti finanziari che erano stati obiettivo dei suoi attacchi durante il periodo universitario. Alla fine Bishop resterà imbrigliato in una storia criminale con protagonisti alcuni pirati telematici interessati solo ai soldi (tra i quali il suo ex compagno di scorribande informatiche anticapitalistiche) e l’Nsa (National Security Agency), con la quale collaborerà strettamente per fermare tali banditi della rete, ottenendone in cambio la ripulitura della sua fedina penale macchiata con le azioni illegali compiute in gioventù.

Molti commentatori, tra i quali un famoso hacker italiano come Fabio Ghioni, noto alla cronaca per la faccenda dello spionaggio Telecom di qualche tempo fa, hanno fatto notare che Assange sta diffondendo informazioni del Pentagono e del Dipartimento di Stato americano ma non della CIA, lasciando così intendere che sarebbe la stessa Central Intelligence Agency, almeno in alcuni presunti settori deviati, a voler creare il caos politico-diplomatico per screditare il Governo statunitense. In particolare, pare che le teste d’uovo stellestrisce si stiano confrontando duramente sulle alleanze internazionali, con alcune divisioni di strateghi che prediligerebbero relazioni più strette con la Cina ed altre, quelli più leali all’attuale presidente, che condividerebbero invece le aperture di Obama verso la Russia di Medvedev. Sta di fatto che l’Impero americano, portando alla luce del giorno queste fratture interne, risulta sempre meno credibile come potenza equilibratrice degli assetti globali. L’Impero scricchiola, anche se non crollerà al suolo di botto.  L’America del prossimo futuro sarà però molto diversa da come la vediamo e percepiamo oggi poichè sarà differente il contesto mondiale intorno ad essa. L’american way of life diventerà uno stile di vita tra gli altri (e nemmeno il migliore) mentre l’American dream smetterà di essere il sogno di milioni di uomini sparsi in tutto il pianeta, il miraggio di generazioni che hanno guardato Oltre Atlantico pensando che il regno della felicità e della libertà fosse finalmente precipitato in terra. Il risveglio è cominciato e non si arresterà finché non si sarà affermata una nuova consapevolezza. Migliore o peggiore non saprei al momento dire, questo dipenderà da tanti fattori. Conta però il fatto che finalmente la storia si sia rimessa in marcia, quel che accadrà domani coneguirà da elementi oggettivi ma anche dalla capacità umana di saper incidere su questa materialità in mutamento. Siamo di fronte all'alba di un nuovo giorno.