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La rivoluzione verde non può più attendere

di Walter Tortorella* - 05/12/2010

Il Rapporto Cittalia 2010 indica una volta di più che senza l’impegno dei cittadini sarà molto difficile per l’Italia ridurre le proprie emissioni di CO2, in linea con la strategia europea 20-20-20 che già ci vede in forte ritardo.

Il Rapporto Cittalia 2010 indica una volta di più che senza l’impegno dei cittadini sarà molto difficile per l’Italia ridurre le proprie emissioni di CO2, in linea con la strategia europea 20-20-20 che già ci vede in forte ritardo. Mentre nel decennio 2000-2009 sono state sensibilmente ridotte le emissioni legate al trasporto urbano, grazie agli eco-incentivi che hanno favorito un forte ricambio della flotta automobilistica in circolazione, poco è stato fatto sul fronte dei consumi residenziali di gas ed energia elettrica e, più in generale, dell’edilizia pubblica e privata.
 
Nonostante l’ampio dibattito sulla lotta al cambiamento climatico abbia fatto emergere la difesa dell’ambiente tra i valori più importanti della società, gli italiani si dimostrano nei fatti ancora poco disposti a modificare le proprie abitudini in materia di consumi energetici. La spiegazione sta nella difficoltà, o nella scarsa volontà, di modificare i propri stili di vita ma anche nella mancanza di politiche pubbliche ed incentivi, come avviene invece in altri paesi europei. Eppure sono i cittadini stessi a pagare il prezzo più alto dalla mancanza di impegno in questo senso.
 
Mediamente il costo pro capite delle emissioni di CO2 ammonta a circa trenta euro ma se ogni grande città si impegnasse a coprire il costo totale delle emissioni dei suoi abitanti non riuscirebbe in alcun modo a compensare gli incalcolabili costi sociali che le emissioni di CO2 comportano in termini di impatto sulla salute umana. Per ridurre l’inquinamento di CO2 sarebbe necessario che ogni cittadino disponesse di una superficie boschiva pari a due campi di calcio. E un campo di calcio, si sa, non costa trenta euro.
 
C’è bisogno quindi di una nuova consapevolezza collettiva che, partendo dalle amministrazioni locali, si basi in primo luogo su una rivoluzione verde nei comportamenti quotidiani dei cittadini e su un insieme di interventi strutturali capaci di rendere le città luoghi di vita, lavoro e investimento più attraenti e vivibili. Comportarsi da eco-spreconi non è più sostenibile e, peraltro, non è nemmeno più trendy: chi vive nelle grandi città se ne sta accorgendo sempre di più.


*Direttore ufficio studi Cittalia-Anci