Occidente baricentro del reddito globale solo per poco più di un secolo
di Ennio Bilancini - 08/12/2010
| |
Ecco cosa ci raccontano i dati sulla distribuzione del reddito dal 1 D.C. ad oggi Quella che segue è la sintesi della relazione svolta da Ennio Bilancini al convegno tenutosi a Chianciano alla fine di ottobre sul tema: «Dalla crisi del capitalismo alla fuoriuscita dal capitalismo». Gli occidentali sono da tempo abituati a pensare ai propri paesi come “più ricchi” del resto del mondo. A causa di ciò, gli occidentali fanno molta fatica a rendersi conto che la maggiore ricchezza dei propri paesi è un fatto decisamente eccezionale nella storia dell'umanità. E' infatti l'Asia ad aver sempre rappresentato il baricentro dell'attività economica e della ricchezza del globo, fin dall'antichità. La seconda metà del 1800 e tutto il 1900 rappresentano una grande novità nella storia dell'uomo poichè in tale periodo la poderosa crescita delle economie capitalistiche occidentali ha spostato il baricentro dell'economia mondiale dall'Asia all'oceano Atlantico. Tuttavia, alla luce del vertiginoso sviluppo asiatico degli ultimi 20 anni, è lecito supporre che l'Asia tornerà ad occupare il ruolo che sempre ha ricoperto fino al 1850.
Di seguito illustro una mia elaborazioni dei dati prodotti da Maddison riguardo la distribuzione relativa del PIL reale mondiale (calcolato secondo il principio che il valore di un bene o servizio è lo stesso ovunque sia prodotto) nei seguenti anni D.C.: 1, 1000, 1500, 1820, 1913, 1950, 1989, 2006. La scelta degli anni è in parte dettata dalla carenza di informazioni e in parte dal significato storico. I raggruppamenti di paesi che considero sono elencati di seguito. Poichè i confini politici dei paesi sono variati molto durante il periodo in esame ogni raggruppamento è necessariamente una forzatura dal punto di vista dei blocchi politici e culturali esistenti nelle diverse epoche. Per questo l'analisi va intesa solo come geografica. Nel tentativo di rendere la fruizione dei risultati più agevole, ho scelto di raggruppare le regioni seguendo (approssimativamente) gli assetti del secondo dopo guerra. Europa “occidentale”: Austria, Francia, Norvegia, Irlanda, Belgio, Germania, Svezia, Grecia, Danimarca, Italia, Svizzera, Portogallo, Finlandia, Olanda, Regno Unito, Spagna, 14 piccoli paesi dell'Europa occidentale. Nuovi stati occidentali: Australia, Nuova Zelanda, Canada, Stati Uniti. Africa: Algeria, Angola, Benin, Botswana, Burkina Faso, Burundi, Camerun, Capo Verde, Chad , Isole Comore, Congo 'Brazzaville', Csta d'Avorio, Gibuti, Egitto, Guinea equatoriale, Eritrea, Etiopia, Gabon, Gambia, Ghana, Guinea, Guinea Bissau, Kenya, Lesotho, Liberia, Libia, Madagascar, Malawi, Mali, Mauritania, Mauritius, Marocco, Mozambico, Namibia, Nigeria, Ruanda, São Tomé and Principe, Senegal, Seychelles, Sierra Leone, Somalia, Sud Africa, Sudan, Swaziland, Tanzania, Togo, Tunisia, Uganda, Zaire (Congo Kinshasa), Zambia, Zimbabwe. Medio Oriente: Barhain, Iran, Iraq, Israele, Giordania, Kuwait, Libano, Oman, Qatar, Arabia Saudita, Turchia, Siria, Emirati Arabi Uniti, Yemen, Gaza e Cisgiordania. America Latina: Argentina, Cile, Brasile, Colombia, Messico, Perù, Uruguay, Venezuela, Bolivia, Costa Rica, Cuba, Repubblica Dominicana, Salvador, Equador, Guatemala, Haiti, Honduras, Jamaica, Nicaragua, Panama, Paraguay, Puerto Rico, Trinidad e Tobago. Asia Orientale: Cina, India, Indonesia, Giappone, Filippine, Korea del Sud, Korea del Nord, Thailandia, Taiwan, Bangladesh, Myanmar, Honk Kong, Malaysia, Nepal, Pakistan, Singapore, Sri lanka, Afghanistan, Cambogia, Laos, Mongolia, Vietnam. Paesi U.R.S.S.: Armenia, Azerbaijan, Bielorussia, Estonia, Georgia, Kazakhstan, Kyrrgyzstan, Lituania, Lettonia, Moldavia, Federazione Russa, Tajikistan, Turkmenistan, Ucraina, Uzbekistan. Paesi dell'Europa orientale: Albania, Romania, Bulgaria, Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Polonia, Serbia, Montenegro, Kosovo. I grafici a torta presentati di seguito illustrano il valore relativo del PIL reale delle regioni indicate negli anni considerati. Alla nascita di Cristo, quando l'imperatore Ottaviano Augusto regnava su buona parte del mediterraneo, possiamo vedere che Europa, Africa e Medio Oriente producevano congiuntamente solo un terzo di quanto si produceva in Asia orientale. Senza alcun dubbio, il baricentro economico del globo si situava tra India, Cina e sud-est asiatico. Da notare che le Americhe, l'Europa orientale e le zone della futura URSS, avevano tutte una produzione piuttosto ridotta.
Nel 1989, mentre il blocco sovietico andava in pezzi, il baricentro mondiale aveva già preso a tornare verso est. Se è naturale che il blocco sovietico perdesse terreno, è anche vero che non era l'Occidente ad approfittarne. Infatti, sia l'Europa occidentale che i Nuovi Stati occidentali vedevano la propria quota di produzione mondiale diminuire. Nemmeno Africa o America Latina ne approfittavano: la prima vedeva il proprio ruolo marginale permanere tale, la seconda vedeva la propria importanza confermata ma senza avanzamenti. Erano invece il Medio Oriente e, soprattutto, l'Asia Orientale a compiere un netto recupero, spostando così verso est il baricentro dell'economia mondiale.
Cosa possiamo concludere sulla base di questi dati? Considerando l'evoluzione della produzione mondiale in una prospettiva millenaria verrebbe da pensare che (1) il baricentro “naturale” dell'economia mondiale è in Asia orientale, (2) l'Occidente ha goduto eccezionalmente di 1 secolo e mezzo di supremazia in virtù dell'aver iniziato per primo la rivoluzione industriale e lo sviluppo capitalistico, e (3) con la globalizzazione del capitalismo il baricentro dell'economia mondiale tornerà preso in Asia orientale. La rilevanza di queste considerazioni può essere condensata in una frase. Così come il brusco spostamento del baricentro dall'Asia orientale all'oceano Atlantico è stato accompagnato da violente scosse agli equilibri politici del mondo, allo stesso modo c'è da attendersi che un ritorno del baricentro in Asia orientale non avverrà senza scossoni. |