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Wikileaks e lo spionaggio in stile israeliano

di Jeff Gates - 11/12/2010



Gli Stati Uniti sono sotto l’attacco di un nemico interno. Esperto in guerra della teoria dei giochi, questo nemico ha come bersaglio la sfera più delicata della sicurezza nazionale americana: i suoi rapporti con le altre nazioni.

La pubblicazione online di un quarto di milione di documenti riportanti scambi diplomatici è notevole sia per ciò che è omesso che per quello che vi si include.

Per determinare se quest’ultima pubblicazione è stata una forma di spionaggio, gli analisti esaminano solo il fatto che questo bottino di banalità è stato vivacizzato con documenti che sicuramente danneggeranno le relazioni degli Stati Uniti.

Per identificare le sue fonti, gli analisti dovrebbero rispondere a una domanda cruciale: Cui bono? A beneficio di chi?



Un indizio: la pubblicazione del conversazioni triviali e insultanti nei confronti dei leader turchi subito dopo la loro insistenza perché gli Stati Uniti non condividessero le informazioni di intelligenze della Turchia con Tel Aviv.

Una tale richiesta da parte di un alleato di valore segna una svolta critica nell’isolamento di Israele tramite la pretesa della chiusura delle operazioni americane in Israele nelle loro 16 agenzie di intelligence, nella Casa Bianca e negli Intelligence Committees nella Camera e nel Senato. Tel Aviv non ha gradito.

I turchi sono ancora infuriati per la mancata presa di responsabilità per l’esecuzione da parte delle Forze di Difesa Israeliane di nove cittadini turchi a bordo di una nave umanitaria che era stata abbordata in acque internazionali mentre procedeva verso Gaza con provviste, per alleviare l’assedio israeliano.

Si è trattato di una rappresaglia in stile israeliano? Wikileaks è la parte visibile di una campagna di disinformazione di Israele? Chi ha interesse nel danneggiare le relazioni Stati Uniti – Turchia?

L’intenzione è determinante

Una fuga di notizie è tale solo se si tratta di dati a casaccio. Se la crepa fa uscire dati inclusi o esclusi di proposito in base all’effetto desiderato, si tratta di un’operazione di intelligence. L’ex Consigliere di Sicurezza Nazionale, Zbigniew Brzezinski, evidenzia come questa diffusione sia “seminata” di informazioni che sono “sorprendentemente mirate”.

Consideriamo, per esempio, i cables che indicano l’inclinazione dei leaders cinesi a collaborare con gli Stati Uniti per la riunificazione della Corea del Sud e del Nord sotto la leadership della prima. È un’informazione che sicuramente avrebbe messo in imbarazzo i leader cinesi, danneggiato i rapporti dell’America con Pechino e reso la riunificazione più difficile.

Dalla prospettiva della teoria del gioco, il danno che ne è risultato era ampiamente prevedibile. Con l’economia americana sull’orlo del tracollo, la creazione di una frattura con il più importante partner americano è stato anche un attacco al potere economico necessario agli Stati Uniti per sostenere una possibile difesa.
v In modo simile, i riferimenti mirati ai leader arabi erano destinati a indebolire la loro credibilità politica interna e anche a complicare i rapporti esteri. La rivelazione dell’ insofferenza degli arabi nei confronti dell’Iran ha anche acuito la divisione tra Sunniti e Sciiti, fonte di continua tensione e cruciale barriera alla formazione di un possibile governo in Iraq.

L’effetto è stato quello di complicare il disimpegno americano e di elevare i costi umani e monetari.

I cables che riguardano i leader sauditi sono stati diffusi subito dopo che Washington ha concesso a Riyad la possibilità di acquistare aerei e armi americani lungo un periodo di alcuni anni. Tel Aviv non ha gradito.

Mirando alla credibilità saudita e americana, questa operazione ha colpito le due nazioni che fanno più pressione perché finisca l’occupazione israeliana in Palestina.

La trasparenza è la minaccia più grave

Ha temuto qualcosa Tel Aviv? Dopo oltre sei decenni di continue provocazioni vestendo i panni della vittima perenne, ha perso forza il copione di Israele?

Il sionismo affronta una minaccia esistenziale anche se non dall’Iran o da quelli che Tel Aviv indica come “Islamo-fascisti”. La minaccia risiede nell’emergente trasparenza che conferma i pro-israeliani come la fonte di intelligence che ha portato gli Stati Uniti alla guerra su presupposti falsi.

Una massa critica di disinformazione ha persuaso gli Stati Uniti a condurre una guerra su un’agenda a lungo cercata dai sionisti estremisti.

Steve Rosen, un ex impiegato della lobby israeliana, ha promesso che testimonierà sulla continua acquisizione di intelligence riservata degli Stati Uniti da parte della lobby. Questa enorme pubblicazione di materiale riservato ha l’obiettivo di far apparire l’operazione di raccolta di informazione come una routine?

I dati pubblicati da Wikileaks sono mirati. Quelli non pubblicati lo sono ancora di più: la mancanza di fatti che possano testimoniare il ruolo che Israele ha svolto da tempo per minare gli interessi americani.

Israele ha evitato le sue responsabilità per oltre sei decenni. Le rivelazioni di Wikileaks sono state “seminate” per screditare gli Stati Uniti in questa congiuntura critica? L’evidenza suggerisce che ciò che vediamo non è una fuga di dati ma un’operazione di disinformazione.

La settimana scorsa, l’opposizione israeliana a un piano di pace è stata sulle prime pagine. Questa settimana le notizie parlano solo di una guerra contro l’Iran. The Jerusalem Post ha subito urlato che Wikileaks “ha vendicato Israele”, citando la preoccupazione dei leader arabi sull’Iran.

Queste ultime rivelazioni hanno anche permesso a Tel Aviv di suggerire che se l’intelligence degli Stati Uniti si è mostrata inaffidabile su una Corea del Nord con armi nucleari, come si può aver fiducia negli Stati Uniti per contenere un Iran nucleare?

A chi vanno attribuite queste pubblicazioni? Chi ne ha beneficiato ?


Fonte: http://onlinejournal.com
Link: http://onlinejournal.com/artman/publish/article_6661.shtml


Traduzione per www.comedonchisciotte.org a cura di RENATO MONTINI