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Suha e Zawa, tutti i misteri delle donne di Arafat

di Michele Giorgio - 03/01/2011




Le accuse alla vedova del raìs: un patrimonio sottratto all'Olp e una figlia «prigioniera»

Appena due anni fa Suha Tawill, vedova del presidenteYasser Arafat, scomparso nel novembre 2004, esprimeva il desiderio di tornare in Palestina perché la vita in esilio, diceva, era per lei «insopportabile». Ora l'ex first lady palestinese respingerebbe l'idea di rientrare a Ramallah e vieterebbe anche a sua figlia Zahwa di poter visitare la Palestina. Lo affermano membri della famiglia Arafat aggiungendo di trovare inspiegabile il «no» di Suha Tawill ad un viaggio di Zahwa a Ramallah, dove è sepolto il padre. La ragazza, 16enne, durante l'ultima conversazione telefonica che i familiari nei Territori avrebbe espresso il desiderio di conoscere la Palestina, di essere più a contatto con la realtà della sua terra ma sua madre si opporrebbe ai suoi progetti.
Il motivo di questa contrarietà la famiglia Arafat afferma di non conoscerlo ma secondo indiscrezioni Suha Tawill avrebbe il timore che la figlia, una volta giunta a Ramallah, scelga di restarvi per sempre, privandola del vitalizio assegnato dall'Olp a Zahwa Arafat. Non è un mistero che alcuni esponenti di Fatah, oppositori di Abu Mazen, guardino alla figlia dell'ex presidente come ad una futura dirigente del movimento, in grado tra qualche anno di dare slancio agli «arafatiani». Ma sono solo voci e Zahwa Arafat è ancora una adolescente.

Di sicuro al momento c'è solo la sparizione di fatto di Suha Tawill e di sua figlia. La vedova di Arafat dopo aver vissuto per alcuni anni a Parigi e a Tunisi (da dove è stata espulsa nel 2007 dopo essere stata privata della cittadinanza su ordine del presidente Zin el Abidin Ben Ali) vivrebbe a Malta e, in certi periodi dell'anno, anche in Europa. Per non pochi palestinesi vivrebbe nell'agio, essendo riuscita a impossessarsi di «fondi segreti» dell'Olp sui quali aveva il controllo solo il presidente scomparso. In Francia peraltro è stata indagata per un trasferimento sospetto di ingenti somme di denaro sui suoi conti parigini. Suha Tawill era al capezzale del marito al momento della morte in un ospedale della capitale francese e, secondo alcuni, sarebbe riuscita ad ottenere da Arafat morente i codici segreti relativi a denaro contante calcolato in almeno 200 milioni. «Nessuno ha mai saputo a quanto ammonti quel patrimonio e neppure quale sia stata esattamente la sua origine, ma in ogni caso appartiene al popolo palestinese», afferma un funzionario di Fatah che ha chiesto di rimanere anonimo.

Patrimonio del quale sarebbe a conoscenza in particolare Mohammed Rashid, l'ex consigliere economico di Arafat, svanito nel nulla dopo aver di fatto gestito le finanze dell'Olp e dell'Autorità nazionale durante gli anni degli accordi di Oslo (1993-2000). Al popolo palestinese farebbe comodo recuperare oggi quei milioni di dollari ma non manca chi nega l'esistenza di quel «tesoro segreto». Come Nasser Kudwa, ex ministro degli esteri e nipote di Arafat. «Se esistesse sarebbe già venuto fuori - afferma Kudwa - sono state fatte tante indagini in questi anni che non hanno portato a nulla. Quel tesoro purtroppo non c'è».