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Iraq, L’aumento delle malformazioni a Falluja effetto della guerra

di Ornella Sangiovanni - 03/01/2011





Un aumento impressionante, nonché brusco, dei bambini nati malformati a Falluja, che potrebbe essere stato provocato dalle armi utilizzate nel corso dei due attacchi sferrati dalle forze statunitensi nel 2004 contro la città irachena.

Sono le conclusioni di uno studio scientifico – le prime in questo senso – di imminente pubblicazione, che documenta un tasso delle malformazioni di quasi 11 volte superiore alla norma, che ha raggiunto livelli senza precedenti nella prima metà del 2010 – un periodo che non era finora stato preso in considerazione.

Perché di indagini sul fenomeno iniziano a essercene parecchie: da quella dell’Organizzazione Mondiale della Sanità più volte annunciata (ma che non è ancora partita), a due precedenti, che hanno fornito dati allarmanti, in particolare per quanto riguarda una distorsione nel rapporto fra maschi/femmine alla nascita, che ha visto i primi diminuire del 15% successivamente all’invasione dell’Iraq del marzo 2003.

Dalla più recente - uno studio epidemiologico i cui risultati sono stati pubblicati [pdf] in luglio –  è emerso che il numero dei tumori è quadruplicato nei cinque anni successivi al 2004.

La nuova ricerca verrà pubblicata la settimana prossima sull’International Journal of Environmental Research and Public Health, una rivista scientifica.

Intanto dai suoi autori arrivano delle anticipazioni, riportate dal Guardian.

Fattore ambientale

"Sospettiamo che la popolazione sia cronicamente esposta a un agente ambientale", dice uno di loro - Mozhgan Savabieasfahani, tossicologo ambientale. "Questo fattore ambientale non sappiamo quale sia, ma stiamo facendo ulteriori test per scoprirlo".

Il rapporto identifica i metalli come potenziali agenti contaminanti – in particolare fra le donne incinte, in quanto “sono implicati nel regolare la stabilità del genoma". Dunque potrebbero essere all’origine delle malformazioni neonatali.

Metalli – di più per ora non si può dire.

Ma inevitabilmente il pensiero corre ai proiettili all’uranio impoverito, che le forze statunitensi utilizzarono abbondantemente nei due attacchi contro Falluja nell’aprile e nel novembre 2004 - l’ultimo dei quali lasciò la città ridotta a un cumulo di macerie.

Non solo uranio impoverito

Uranio impoverito ma non solo.

Nel nuovo rapporto si afferma che altre sostanze impiegate in guerra potrebbero essere responsabili delle malformazioni, in quanto “molti contaminanti bellici possono potenzialmente interferire con lo sviluppo normale dell’embrione e del feto". E si ricorda "l’effetto devastante della diossina” nel caso del Vietnam.

Quest’ultimo studio su Falluja ha preso in esame un campione di 55 famiglie che hanno avuto casi di gravi malformazioni genetiche nel periodo compreso fra maggio e agosto di quest’anno.

Le rilevazioni ospedaliere condotte dalla dr.ssa Samira Abdul Ghani, pediatra presso l’Ospedale Generale della città irachena, mostrano gravi anomalie nel 15% dei 547 bambini nati in maggio. Oltre a un 11% di nascite premature (meno di 30 settimane) e un 14% di aborti spontanei.

Epidemia di malformazioni

Dai dati tuttavia non emergerebbe il quadro completo della situazione – assai più grave secondo gli autori dello studio, che parlano di “epidemia di malformazioni” – in quanto a Falluja sono numerose le donne che partoriscono in casa invece che in ospedale. E spesso le famiglie sono riluttanti a chiedere aiuto se nasce un bimbo malformato.

Sì, è in corso proprio un epidemia: "una crisi sanitaria pubblica che chiede l’attenzione di tutti” – sulle cui possibili cause servono “ricerche indipendenti e obiettive”, dice Savabieasfahani.

Che invita altri scienziati e organizzazioni a partecipare.  Lavoro da fare per capire cos’è successo ce n’è ancora molto.

Fonte: The Guardian