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Palestina, Fayyad propone ad Hamas un governo di unità nazionale

di Carlo M. Miele - 24/02/2011




Un nuovo governo di unità nazionale, in cui Fatah abbia la responsabilità della sicurezza della Cisgiordania e Hamas quella della striscia di Gaza, e che soprattutto sancisca la riconciliazione tra le due principali fazioni palestinesi.

Ad avanzare la proposta, lunedì, è stato Salam Fayyad, primo ministro dell’Autorità nazionale palestinese controllata da Fatah.

Rivolgendosi ai giornalisti, Fayyad ha dichiarato che “il concetto di sicurezza attuato da Hamas nella striscia di Gaza dovrebbe essere ricondotto all’interno di un accordo ufficiale, perché non è diverso da quello praticato dall’Anp in Cisgiordania”.

La via di uscita, secondo il capo del governo di Ramallah, potrebbe essere costituita proprio da un esecutivo in grado di comprendere esponenti di entrambi i partiti palestinesi, in aperto conflitto da oramai quattro anni.

Una volta formato, ha chiarito lo stesso Fayyad, “il governo di unità nazionale potrà occuparsi di supervisionare un accordo di sicurezza basato sulle istituzioni (attualmente) in piedi in Cisgiordania e a Gaza”.

Le parole di Fayyad sono state accolte con freddezza da Hamas.

Secondo il portavoce del movimento islamico Sami Abu Zuhri, “queste dichiarazioni mancano di serietà e credibilità, e non hanno senso alla luce dei continui arresti e delle torture [di membri di Hamas] che avvengono all’interno delle prigioni di Fatah in Cisgiordania”.

“La sola maniera per avviare una riconciliazione – ha detto Zuhri all’agenzia France Presse - è mettere fine agli arresti, liberare i detenuti e consentire alle associazioni caritatevoli [legate ad Hamas] di poter assistere di nuovo il popolo palestinese”.

I ripetuti tentativi di riconciliazione compiuti finora tra Fatah e Hamas si sono conclusi in un nulla di fatto.

A impedire l’intesa è stato anche il mancato accordo in merito alla sorte delle forze di sicurezza delle due fazioni.

E ulteriore incertezza è subentrata nell’ultimo periodo, in seguito alla caduta del regime egiziano guidato dal presidente Hosni Mubarak, che finora aveva fatto da mediatore nelle trattative tra le due parti.