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Sicuri che Gheddafi stia perdendo?

di Marcello Foa - 03/03/2011



Pochi giorni fa ho scritto un articolo in cui invitavo i lettori a diffidare sia dei proclami dei rivoltosi che di quelli del regime. Potete leggerlo qui ed è ancora attuale. Come in altre crisi internazionali, non sappiamo con precisione quale sia la situazione sul terreno. Quanti sono i morti? Quali le città cadute?

Un lettore, Andrea Paglialunga, che opera nel Nord Africa, mi ha inviato un’email, dalla quale risulterebbe che a Misurata, contrariamente a quanto hanno riferito le agenzie di stampa, tra giovedì e venerdì sarebbe successo ben poco.

Testimonianza significativa, che rafforza la mia cautela. Siamo proprio sicuri che Gheddafi stia perdendo? Io no. E inizio a temere il dopo.

Poco fa il Colonnello ha pronunciato un discorso lunghissimo e come sempre delirante. Con un’importante novità, però: minaccia di sostituire le compagnie petrolifere occidentali con quelle cinesi. E non bisogna dimenticare i suoi ingenti investimenti in tutto l’Occidente: l’impero finanziario del Colonnello è molto esteso con ramificazioni in importanti compagnie europee, come ha ricordato il Sole 24 Ore in questo articolo. E non è un mistero che Gheddafi sia vendicativo…

Dunque si profilano scenari negativi per noi occidentali e in particolare per l’Italia, perlomeno a breve.

a) La rivolta continua, Gheddafi resiste, scoppia una guerra civile con decine di migliaia di morti e una forte instabilità nella regione; prima dell’avvento di un nuovo regime più stabile. Risultato: tragedia umana e ondata di profughi

b) La Libia viene di fatto divisa in due, l’Occidente impone una no-fly zone, Gheddafi resta al potere ma isolato dal mondo; si ricrea la situazione dell’IRak tra il 1991 e iul 2033; insomma Gheddafi come Saddam. Risultato: a rischio le forniture energetiche all’Italia

e) Gheddafi rimane al potere e regola i conti con i Paesi che lo hanno tradito usando l’arma finanziaria e quella energetica. Risultato: potete immaginarlo da soli…

Esiste un quarto scenario: la fuga, magari concordata, del Colonnello in Venezuela o a Cuba, insomma l’esilio. L’esito perfetto, per tutti, ma anche il più improbabile. Se non ha abbandonato finora, Gheddafi si batterà fino all’ultimo.

O sbaglio? Prepariamoci, questa crisi rischia di durare a lungo e di non essere affatto gestibile. A una manciata di chilometri dalle nostre coste…

Ecco la mail di Andrea Paglialunga, che ripropongo con la sua autorizzazione:

Egregio Sig. Foa,

Ho avuto modo in questi giorni di leggere i suoi articoli dove parla della questione Libica e in generale delle zone in fermento in questi ultimi mesi. Non sono un politologo, un’analista o un’esperto, quindi mi perdonerá se
alcune mie domande le sembreranno banali o scontate.
Lavoro da oltre dieci anni con il Medio Oriente e il Nord Africa. Ho avuto modo di organizzare reti commerciali in quelle aree. Per cui ho sviluppato anche relazioni personali importanti, amicizie solide. Senza contare che ho
vissuto per oltre un anno a Dubai e altrettanto in Kuwait. Premesso questo, le confesso che ho davvero molti dubbi su quello che leggo sui giornali o sento alle televisioni.

1. Bahrain: mi saprebbe spiegare come sia possibile una sommossa in quel piccolo emirato dove la popolozione locale non vede limitate le proprie libertá, dove é ammessa, aiutata e incoraggiata l’attivitá imprenditoriale
privata, dove non ci sono drammatiche condizioni di malcontento sociale (ho fatto riferimento ai locali ed ho escluso expat provenienti da Pakistan, India o Cina che vengono reclutati con contratti annuali, che hanno
stipendi da miseria, che vivono in 15 in un appartamento ma che comunque vedono quella condizione come un’opportunitá se paragonata alle condizioni di vita dei luoghi da dove provengono)?

2. Ho parlato proprio ieri con due clienti Libici. Due importatori che lavorano nel settore dei materiali per costruzioni. Uno di Misurata e l’altro di Tripoli. Sono di generazioni diverse, uno di circa 70 anni l’altro di meno di 40, quindi neanche accomunabili ad esperienze e storie simili.
Ho chiesto loro prima di tutto della situazione personale e sono rimasto esterrefatto. Quello di Misurata oggi ha riaperto il negozio dopo essere stato chiuso una settimana, per cautela. Mi ha detto di aver sentito qualche sparo, ma niente di piú. Nessuna difficoltá nel vicino porto o problemi di ordine pubblico.
Ho pensato, é lontano dalla Capitale, vive in una zona tranquilla, non ha notizie in quanto le fonti informative non sono attendibili, cosí ho provato con quello di Tripoli. Mi ha detto che di Aerei non ne ha visti, giusto qualche elicottero, poi mi ha rassicurato dicendomi che giovedí scorso era andato in Banca per verificare che il bonifico che deve farmi non fosse bloccato.
HA LETTO BENE. Giovedí scorso lo sportello della banca era aperto e funzionante. Mi ha detto inoltre di aver sentito anche lui spari .. L’ultima settimana é stata un pó tesa, ma di guerriglia neanche l’ombra.

Adesso, posso immaginare che non mi dica la veritá. Che abbia timore di essere intercettato o non so cosa. Ma le assicuro che non mi é sembrato diverso da come é solitamente, era solo un pó preoccupato perché il flusso di clienti é sceso gli ultimi 10 giorni e probabilmente si vedrá costretto a spostare le date legate al rpgramma che abbiamo stabilito ad inizio anno.

Confesso che non so cosa pensare