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Produrre energia pulita sulle vecchie discariche

di Alessandro De Pascale - 16/03/2011


L’impianto da 1MW realizzato sulla discarica di Malagrotta dalla Unisolar
La statunitense Unisolar ha ricoperto tre vecchi invasi pieni di rifiuti con speciali pellicole solari. Sono i primi al mondo di questo tipo, tra cui quello di Malagrotta a Roma

Nei prossimi anni le vecchie discariche potrebbero diventare parchi fotovoltaici. Soprattutto con la riduzione stabilita da Bruxelles entro il 2016 del 65 per cento dei rifiuti prodotti dagli Stati membri dell’Ue. Ne è convinta la statunitense Unisolar che grazie alle sue lamine fotovoltaiche ha già realizzato i primi tre impianti solari al mondo su discariche: Roma (Malagrotta), Texas (Tessman) e Germania (Leppe). Piccoli parchi da 1MW di potenza che producono energia elettrica grazie alle innovative pellicole fotovoltaiche, riducono i costi di esercizio e con l’impermeabilizzazione dell’invaso evitano l’erosione e consentono il deflusso pulito delle acque piovane, impedendo la fuoriuscita di percolato.
 
Questi particolari impianti dal luglio 2008 sono stati inseriti dall’Italia nel Conto energia e oggi godono di incentivi superiori del 5 per cento rispetto a quelli tradizionali. «Abbiamo iniziato a progettare parchi fotovoltaici sulle discariche già prima di quella data - spiega Andrea Guerreri, responsabile in Italia della Solar integrated che realizza questi particolari impianti - perché queste membrane leggere e flessibili ben si adattano agli spostamenti tipici del terreno di una discarica chiusa che avvengono per decine di anni». Rendendo impossibile utilizzare i normali pannelli. «La prima cosa che facciamo è realizzare una copertura che isola completamente il terreno dagli agenti atmosferici e da una contaminazione incrociata, evitando così anche lo sgretolamento dell’argilla con cui vengono ricoperti gli invasi che avviene dopo dieci anni per tutta una serie di motivi, tra cui il biogas prodotto dai rifiuti che spinge da sotto». Così facendo, l’impianto si pulisce da solo con le piogge.
 
Quelli in fase di progettazione in diverse parti del mondo sono numerosi. Soltanto in Italia si parla di 15 progetti da Pordenone alla Sicilia, con 20MW totali installabili su discariche. Quello di Malagrotta, alle porte di Roma è stato realizzato tre anni fa. «Nonostante sia un impianto da 1MW, produce fino al 10 per cento di energia in più delle aspettative: arriva a 1,4 milioni di chilowattora l’anno». L’altro fondamentale vantaggio di queste pellicole fotovoltaiche, rispetto ai normali pannelli, è che non devono essere orientate verso il sole perché funzionano «in luce diffusa e quindi anche quando c’è nebbia, maltempo, pioggia o neve, anche sopra il modulo».
 
In pratica, per banalizzare al massimo, si potrebbero paragonare a quelli delle calcolatrici solari che funzionano anche con poca luce. Oggi li montano anche le auto elettriche, perché con la loro flessibilità si adattano alla carrozzeria. Stessa cosa per i tetti degli edifici: la nuova Fiera di Roma o il Palasport di Voghera sono due delle decine di strutture al mondo ricoperte con i laminati solari Unisolar. «Su una discarica come Malagrotta, sfruttando anche solo il 50 per cento dei suoi 100 ettari, si potrebbe installare un impianto da ben 25MW», spiega Maarten Van Cleef, direttore vendite nel Sud Europa di Unisolar. Una soluzione per non consumare ulteriore suolo, come quello agricolo, evitando che le discariche diventino superfici calpestabili.