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Asse Libia-Italia attaccato dai francoangloamericani con la complicità... dell'Italia stessa

di Nicoletta Forcheri - 28/03/2011

Fonte: mercatoliberotestimonianze.blogspot


"Da quando la Cina ha annunciato il conio dello yen d’oro, si sono sollevate voci sul sistema aureo nel Medio Oriente. Il principale iniziatore del pagamento senza dollari né euro è il leader e guida della rivoluzione in Libia, il colonnello Muammar Gheddafi il quale ha fatto appello al mondo arabo ed africano per adottare una valuta... unica – il dinaro d’oro" (art. vedi sotto).
All'argomento descritto su alcuni post del mio facebook che questa guerra sarebbe per (le" forze rothschildiane") " il tentativo di evitare che sia smascherata la loro truffa bancaria globale fatta di "dollari" ed altra carta straccia similare!", una mia amica vissuta in Libia ribatte:

"Lo penso anch'io; pur non amando particolarmente Gheddafi, per motivi personalissimi che esulano dalla politica interna libica, penso che la guerra di aggressione occidentale sia assolutamente ingiusta ed illegittima, volta - come le altre ...guerre di aggressione occidentali - a depredare le risorse della Libia, in totale spregio dei diritti del popolo libico e del principio di diritto internazionale relativo alla sovranità permanente dei popoli sulle loro risorse naturali.
Vogliono spoliare il popolo del petrolio, del gas, dell'oro di cui pure è provvisto (uno dei 25 paesi con le maggiori riserve d'oro), della terra e di tutto il resto.
E questo non è giusto!!!!!!!!!!!!!!!
La Libia è forse il paese più prospero di tutta l'Africa, con il più alto reddito pro capite; nessuno muore di fame in Libia; c'è un'equa distribuzione delle risorse e stanno talmente bene che hanno oltre un milione di lavoratori stranieri sul loro territorio (è tantissimo se rapportato alla popolazione libica, che conta circa sei milioni di abitanti)!!!!!!!!!!
Non credo quindi vi possano essere dubbi sulle reali motivazioni di questa guerra d'aggressione, mascherata da "intervento umanitario" (sì, con i tomahawk all'uranio impoverito!!!!!!!!!).
Senza contare la guerra "indiretta" di Francia e Inghilterra (Total e B.P.) all'Italia (ENI); le prime due non tollerando i vantaggiosi accordi commerciali stipulati dalla terza con la Libia......... Non ci hanno mai potuti vedere!!!!!!!!!!"
Si aggiunga che le riserve auree libiche sono ricchissime, e vengono in mente i parallelismi con il meridione d'Italia una volta ricco in oro, che fu poi barattato con i pezzi di carta della nuova Banca d'Italia. Solo che da noi fu in occasione dell'unificazione "forzata", mentre in un popolo come la Libia unificato, sia pur con qualche incrinatura tra tribù e dopo tanti anni, dalle politiche del rais, sarebbe in occasione della sua balcanizzazione e/o irachizzazione, cioé la suddivisione in tre regioni con creazione artificiosa degli antagonismi tra tribù.
Aggiungerei che parallelamente anche la "spoliazione" dell'ENI, e della sua sovranità nazionale è stata preparata a tavolino da quegli stessi circoli che sponsorizzano la guerra in Libia, e che potrebbero essere proprio quei fondi proprietari dell'ENI in comproprietà - sempre più risicata - con lo Stato italiano, uno Stato italiano che con la politica di Berlusconi aveva rispolverato la possibilità di autonomia di politica nel Mediterraneo e di diversificazione delle fonti energetiche in genere con la stipula di contratti con la Russia, il Venezuela e proprio con la Libia, craggiungendo un accordo che faceva troppo gola e invidia a Sarko/EDF/Total/Areva.
Era stata talmente tanto preparata, la spoliazione dell'ENI e l'annullamento del suo contratto con la Libia che l'UE - Commissione europea e Corte europea di giustizia - non si sono minimamente vergognate nell'addurre argomenti ridicoli, falsi e arrampicati sugli specchi per smantellare e strappare la "golden share" (diritto di decisione ultima allo Stato per le decisioni importanti) non solo in ENI, ma anche in Enel, Telecom, Finmeccanica, ossia nelle ultime società ex IRI dove ancora lo Stato poteva teoricamente avere l'ultima parola. Tutto questo mentre la banca Rothshild ha preso in mano la svendita di Tirrenia con la scusa del suo indebitamento e della sua inefficacia, e di cui tiene gelosamente nascosti i veri dati di flusso, i debiti, le spese, anche se richiesti da candidati acquirenti ma non ammessi al "circolo" dell'elite della banda di banksters. (C'è un deputato che sia disposto a farne un'interrogazione?).
E a dimostrazione del fatto di come le multinazionali e le banche siano i veri crogiuoli del nuovo homo criminalis - completamente deresponsabilizzato in uffici ovattati supino alle direttive delle politiche aziendali dettate in un gergo tecnicista il cui unico scopo è quello di non far capire ai non addetti, ma neanche agli addetti, le mostruosità insite in esse - galassie giuridicofinanziarie armate per per esautorare le sovranità sia degli Stati sia degli enti locali e, come nel caso libico o talebano, delle tribù, in totale contrasto con quei diritti universali proclamati dal capofila dell'aggressione in Libia, la Francia, vi è questa notizuola letta oggi sul quotidiano La Stampa: il capo dei ribelli sarebbe un informatico di 40 anni, un tale "Bachir Marghei" che "fino a un mese fa era ingegnere petrolifero in una società di Bengasi".
Ho fatto una rapida ricerca su Internet: il nome al momento appare unicamente su due SITI, in quanto al nome della società petrolifera per cui lavora(va) naturalmente non vi è alcuna traccia.
Sarebbe comunque interessante scoprire chi è questo perfetto sconosciuto, ed esaminarne la carriera, e gli eventuali parallelismi con Karzai, presidente afghano, ex consulente e/o dipendente dell'Unocal, prima che diventasse Chevron Texaco e a vantaggio dei cui oleodotti si conduce la guerra in Afghanistan...