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L’intolleranza dei tolleranti

di Mario Consoli - 20/04/2011



Nel lontano 30 settembre 1996, a Roma, durante un intervento nel corso del Convegno “Storia, giustizia e verità a confronto”, presi le difese dei revisionisti che erano perseguitati in varie nazioni, per essersi occupati dei campi di concentramento tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale, indagando sui riscontri storici delle “camere a gas” e degli altri dettagli propagandati dai cosiddetti “testimoni dell’Olocausto”.
“Due professori tedeschi – affermai – nel corso di uno studio sul medio Evo, hanno messo in dubbio addirittura l’esistenza di Carlo Magno e nessuno ha gridato allo scandalo, né si è sognato di incriminarli per qualche reato d’opinione. Massimo Fini ha scritto un libro nel quale riabilita la figura di Nerone e, nonostante la storiografia sinora abbia pesantemente condannato l’imperatore romano, nessuno è andato ad arrestare il giornalista”.
“Il revisionismo è un metodo d’indagine storica, non un ristretto campo d’indagine. Non si può tollerarlo quando gli argomenti affrontati sono ritenuti politicamente innocui, per poi pesantemente reprimerlo quando l’oggetto dell’indagine rischia di mettere in luce verità scomode e imbarazzanti”.
Massimo Fini, anche lui tra i relatori di quel Convegno, plaudì alle mie affermazioni.
Sono passati quindici anni e le leggi che colpiscono chi si occupa dell’Olocausto sono comparse nei codici di quasi tutte le nazioni d’Europa. Il neo-delfino Angelino Alfano, nell’evidente intento di procurarsi ulteriori, potenti consensi per la propria carriera politica, ne ha annunciata, a breve, una anche in Italia.
Ma la censura verso chi non accetta di aderire all’ortodossia del “pensiero unico” oggi non si accontenta più di occuparsi solo di Olocausto: chiunque esce dal “politicamente corretto” deve essere colpito.
Massimo Fini ha recentemente pubblicato una biografia del Mullah Omar, il leader dei Talebani.
Un libro onesto, che si sforza di rappresentare la realtà e non accetta di criminalizzare aprioristicamente il personaggio.
Apriti cielo! La giornalista Maria Giovanna Maglie, mosca cocchiera di uno stuolo di “occidentalisti”, si è stracciata le vesti e ha chiesto a gran voce un’azione giudiziaria, in sede civile e penale, contro il giornalista.
“Non è un saggio, ma un insulto all’Occidente”. “Massimo Fini è pericoloso”. “Indegno, scandaloso, inaccettabile”. “Pericoloso per chi lo dovesse leggere”.
Il libro deve essere proibito e sparire dalle librerie.
Dopo quindici anni, dunque, l’inquisizione della Democrazia si allarga spudoratamente.
È il caso di ricordare che durante l’oscurantismo fascista, quando non era consentito respirare la salubre aria della tolleranza democratica, era tranquillamente pubblicato anche il pensiero dissidente. Si poteva acquistare il Manifesto del Partito Comunista, le opere di Marx, Trotzki, Croce, Labriola, Mondolfo, Bordiga e tutti gli altri.
È famosa l’affermazione di Voltaire: non condivido le tue idee ma mi batterò fino alla morte per permetterti di esprimerle.
Ma Voltaire è sempre più lontano e il Grande Fratello di Orwell sempre più vicino.
Anzi, peggio.