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Festa di morte

di Marco Cedolin - 03/05/2011



Alla notizia dell'uccisione di Osama Bin Ladin, giustiziato sommariamente con un colpo alla testa come sono soliti fare i sicari di professione, portata nelle case degli americani dal Presidente Barack Obama in persona, quando mancava poco alla mezzanotte, le cronache raccontano che la gente si sia riversata in massa nelle strade per festeggiare il lieto evento.
Manifestazioni di giubilo, concerti di clacson, cori da stadio cantati a squarciagola sulle note dell'inno nazionale, tripudio di bandiere a stelle e strisce, sono andati avanti per tutta la notte, non solo a Times Square e Ground Zero, ma anche in tutte le principali città americane.
Il tutto condito dalla gioia genuina che riempie l'animo dei "giusti", commista all'orgoglio e alla consapevolezza di appartenere ad una grande nazione.
"Giustizia è fatta" ed "Ora il mondo è migliore" ha sentenziato Obama nel proprio proclama trionfalistico dedicato alla nazione.
Ma in tutta questa brutta storia, iniziata con la strage di migliaia di cittadini americani innocenti, per mano del proprio governo e terminata con l'assassinio a sangue freddo di un fantasma impalpabile come la morte....., dopo avere lastricato con decine di migliaia di vittime le strade dell'Afghanistan e dell'Iraq, la giustizia è un elemento sconosciuto e proprio la sua mancanza ha trascinato il mondo in un baratro lordo di sangue che non può certo essere lavato con un sorriso di circostanza ed una comparsata in TV.

Gli Stati Uniti che brindano e cantano inni alla gioia, per l'ectoplasma ammazzato e gettato in mare, si dimostrano, mai come oggi, una piccola nazione, rancorosa, triviale e povera di spirito.
Una nazione che non ha mai saputo crescere, nè imparare dai propri sbagli, passata indenne attraverso lo sterminio degli indiani, i linciaggi e le impiccagioni dell'antico West, il napalm e il fosforo bianco dispensati a pioggia sul nemico di turno, senza mai avere maturato un minimo grado di coscienza e di dignità.

Quella dignità che avrebbe impedito ai suoi figli, di prodursi in una festa di morte tanto macabra quanto schizofrenica, manovrati come burattini dalle stesse mani che 10 anni fa hano fatto scempio delle loro vite.