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La strage di Ustica porta ai responsabili di quella di Bologna

di Giancarlo Chetoni - 17/09/2011

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“E ora si faccia tutto quello che serve perché Italia, Francia e Stati Uniti dicano la verità e ammettano la responsabilità dell’abbattimento il 27 Giugno del 1980 del DC-9 dell’Itavia“.
Lo hanno chiesto in un documento comune gli avvocati che hanno prestato assistenza legale a familiari e parenti delle 81 vittime della strage di Ustica, nella causa civile del 12 Settembre arrivata a sentenza per decisione del giudice Paola Protopisani del Tribunale di Palermo, che riconosce agli assistiti danni per 100 milioni di euro (più interessi e altri oneri).
La somma dovrà essere risarcita in solido dal Ministero dei Trasporti e della Difesa.
“Si auspica con forza che chi di dovere – Presidenza del Consiglio, Ministero degli Esteri e Ministero della Giustizia, nda – avvii ogni opportuna e irrimandabile azione giudiziaria nei confronti di Francia e Stati Uniti perché sia finalmente ammessa dopo più di 30 anni, la responsabilità del gravissimo attentato che colpì l’aereo passeggeri dell’Itavia“.
Lo hanno messo nero su bianco gli avvocati Alfredo Galassso, Daniele Osnato, Massimiliano Pace, Giuseppe Incandela, Fabrizio e Vanessa Fallica, Gianfranco Paris, che formavano il collegio di difesa.
“La sentenza – hanno scritto – è il frutto di una lunga e articolata istruttoria, durata 3 anni, durante la quale il Tribunale ha avuto modo di valutare tutte le emergenze probatorie già emerse nel procedimento penale“.
Secondo i legali “il risultato raggiunto in sede civile rende finalmente giustizia alle innumerevoli difficoltà, economiche e psicologiche, che familiari e parenti degli scomparsi nell’attentato del DC-9 hanno dovuto sopportare nell’arco di 30 anni della loro vita, anche a causa dei numerosi e comprovati depistaggi operati da apparati deviati dello Stato“.
La ricerca della verità su Ustica deve ripartire da questa sentenza – ha affermato l’avvocato Osnato – che accoglie la tesi del missile lanciato da un caccia intercettore con le insegne di USA o Francia in prossimità del “punto Condor“, dove l’aerovia militare Delta Whisky incrocia nei cieli di Ustica quella usata per il trasporto passeggeri Ambra 13.
Il giudice Protopisani ha ritenuto che le prescrizioni sul piano penale di cui hanno beneficiato gli ufficiali dell’Aeronautica Militare Italiana non possano essere trasferite sul piano civile e ha condannato i Ministeri dei Trasporti e della Difesa secondo il principio della “immedesimazione organica“.
I legali hanno congiuntamente chiesto alle “Istituzioni dello Stato“ di fare per intero la loro parte perché sia ridata dignità e onore al Paese.
Parole che sembrano uscire da un libro dei sogni.
Il collegio di difesa dei familiari e dei parenti delle vittime della strage di Ustica ha inoltre avanzato richiesta alla Presidenza del Consiglio di adoperarsi per salvaguardare gli archivi della Jamahiryia in un momento “caldo“ come quello che sta attraversando la Libia.
E’ l’unica nota che lascia a desiderare – aggiungiamo – del comunicato diffuso dai legali alla stampa.
Si sollecita, di fatto, l’ingerenza politica e il “manu militari“ dell’Italietta negli archivi di uno Stato sovrano, dopo la flagrante aggressione aerea e terrestre che la NATO ha portato e sta portando avanti in questi mesi, anche se la richiesta appare legata alla necessità, evidentemente temuta, di manomissioni o sparizione di report contenenti informazioni classificate che potrebbero nascere da iniziative di, non meglio definiti, altri Paesi.
Ecco il passaggio che la precisa.
“Ci aspettiamo che nella concomitanza della caduta del regime di Gheddafi la Nazione, tutta, sia direttamente informata del contenuto degli archivi dei servizi segreti libici nei quali si ha ragione di ritenere che siano contenute preziose, decisive, informazioni sulla dinamica che ha portato all’abbattimento del DC-9 dell’Itavia“.
Un auspicio che non può non apparire di una sconcertante ingenuità considerato l’intero, travagliatissimo, iter istruttorio penale affrontato dalla magistratura italiana sulla strage di Ustica, in cui si sono ciclicamente manifestati ripetuti tentativi di depistaggio che hanno per altro trovato una evidente copertura sia nelle cosiddette “ istituzioni “ che nei governi di centro sinistra e di centro destra alternatisi alla “guida“ del Bel Paese dal 27 Giugno del 1980.
La conferma è arrivata puntuale a distanza di 24 ore per bocca dell’on. (si fa per dire) Carlo Giovanardi, attuale Ministro dei Rapporti con il Parlamento, storico sostenitore della teoria “bomba“ a bordo del DC-9 dell’Itavia, invece che del suo abbattimento per “impatto missile“ come sostenuto dal giudice Rosario Priore, ultimo titolare dell’inchiesta sulla strage di Ustica.
Ecco quello che ha affermato il 13 Settembre.
“Su Ustica il problema vero è che la Libia non ha mai risposto alle rogatorie e fatto esplodere due aerei in volo in passato“.
Apriamo una parentesi.
Il mentitore di professione sui numeri di tossicodipenze, immigrazione ed alcolismo con il pallino della “famiglia“, il vecchio arnese della balena Bianca si riferisce all’attentato (?) di Lockerbie del B-747 della Pan Am, avvenuto sui cieli dell’omonimo villaggio scozzese nel 1988 e alla perdita per cause di origini sconosciute su cieli della Nigeria del DC-10 della UTA avvenuta un anno più tardi, 1989, che vedrà un tribunale francese condannare in contumacia presunti agenti dei servizi di sicurezza della Libia 20 anni più tardi, nel 2009, quando avrà già preso il via la programmazione del piano di aggressione di Parigi e di Londra alla Jamahiryia e ridurre a 30 anni, in appello, la condanna all’ergastolo pronunciata nel 2001 da una corte scozzese per Ad el Basset e al’ Megrahi, cittadini libici a cui si intenderà attribuire la responsabilità nell’organizzazione dell’attentato che portò alla morte 243 passeggeri e 16 componenti del volo 103 della Pan Am.
Date processuali e irrogazione di condanne, in primo e secondo grado di giudizio, stanno lì a dimostrare la totale inattendibilità degli impianti accusatori dei tribunali anglo-francesi che porteranno alla condanna degli agenti segreti libici quali autori delle stragi.
La verità storica sarà piegata alla “necessità“ politica di isolare in sede internazionale la Libia di Gheddafi come motore politico ed economico dell’Unione Africana.
Torniamo all’eccellentissimo Ministro della Repubblica delle Banane Giovanardi.
“Mentre francesi e inglesi – sosterrà il 13 Settembre durante una conferenza stampa a Palazzo Chigi – hanno portato avanti un’azione durissima sul regime libico, in Italia sono corsi tutti dietro alla “verità“ dell’abbattimento del DC-9 dell’Itavia ad opera di aerei militari francesi o americani“.
Per Daria Bonfietti è inaccettabile che Giovanardi continui a distorcere i fatti a nome del Governo.
La Presidente dell’Associazione tra i familiari delle Vittime per l’occasione ha dichiarato: “E’ solo una menzogna quella sostenuta dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. La Libia non è la sola ad aver rifiutato le rogatorie disposte dal Giudice Priore. Lo hanno fatto anche USA, Francia, Belgio e Germania, Paesi aderenti alla NATO. Quando per anni abbiamo chiesto spiegazioni esaustive ai governi italiani ogni volta ci siamo trovati di fronte a un muro di silenzio“.
Il perché è di tragica semplicità. La strage di Ustica si porta dietro quella di Bologna e i suoi inconfessabili segreti di Stato. L’appello dell’avv. Osnato a ritrovare onore e dignità per l’Italia, nella verità, lanciato da Palermo resterà, ancora una volta, lettera morta.