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E' urgente rivedere i fondamenti

di Leonardo Boff - 02/10/2011


                                

Il sommarsi delle varie crisi, alcune congiunturali altre sistemiche, obbliga tutti a lavorare su due
fronti: uno interno al sistema cercando soluzioni immediate dei problemi per salvare vite, garantire
il lavoro e la produzione ed evitare il collasso, l'altro esterno al sistema , facendo una critica
rigorosa ai fondamenti teorici che ci hanno portato all'attuale caos e quindi lavorando su altri
fondamenti che favoriscano un'alternativa che permetta, su un altro livello, la continuità del
progetto planetario umano.
Ogni epoca storica necessita di un mito che aggreghi le persone, galvanizzi forze e conferisca una
nuova direzione alla storia. Il mito fondatore della modernità risiede nella ragione, che fino dai
Greci è l'asse strutturante della società. Essa crea la scienza, la trasforma in tecnica per intervenire
sulla natura e si propone di dominarne tutte le sue forze. Perciò, secondo Francesco Bacone, il
fondatore del metodo scientifico, si deve torturare la natura affinché ci consegni tutti i suoi segreti.
Essa,  la ragione, crede in un progresso illimitato e crea una società che vuole sé stessa autonoma,
all'insegna dell' ordine e del progresso. La ragione suscitava la pretesa di prevedere tutto, tutto
gestire, tutto controllare, tutto organizzare e tutto creare. Essa occupò tutti gli spazi e mandò in un
Limbo le altre forme di conoscenza.
Ecco che , dopo più di 300 anni di esaltazione della ragione, assistiamo alla follia della ragione.
Infatti solo una ragione impazzita organizza una società nella quale il 20% della popolazione
mondiale detiene l'80% di tutta la ricchezza della Terra.; le tre persone più ricche del mondo
possiedono guadagni superiori a tutta la ricchezza dei 48 paesi più poveri, dove vivono 600 milioni
di persone; 257 individui da soli accumulano più ricchezza che 2,8 miliardi di persone, equivalente
al 45% dell'umanità; nel Brasile, cinquemila famiglie detengono il 46% della ricchezza nazionale.
L'insanità della ragione produttivista e consumista ha generato il riscaldamento globale che porterà
squilibri, già visibili, e la decimazione di migliaia di specie, inclusa quella umana.
La dittatura della ragione ha creato la società del mercato con la sua cultura tipica, un certo modo di
vivere, di produrre, di consumare, di fare scienza, di educare, di insegnare e di modellare le
soggettività collettive. Queste devono intonarsi alla sua dinamica e ai suoi valori, cercando sempre
di massimizzare i guadagni, mediante la mercificazione di tutto. Ora, questa cultura, detta moderna,
capitalista, borghese, occidentale e oggi globalizzata, è entrata in crisi. Essa si esprime nelle varie
crisi attuali che sono tutte espressione di un'unica crisi, quella dei fondamenti. Non si tratta di
abdicare alla ragione, ma di combattere la sua arroganza (hybris) e di criticare il suo rinchiudersi
nella capacità di comprendere. Ciò di cui la ragione necessita di più in questo momento è di essere
urgentemente completata dalla ragione sensibile (M. Maffesoli), dalla intelligenza emotiva  
(D.Goleman), dalla ragione “cordiale” [cfr. Adela Cortina,  Ética de la razón cordial. Educar en la
ciudadanía del siglo XXI. Ediciones Nobel. 2007. 274 p ISBN 978-84-8459-179-5], dalla
educazione dei sensi (J. F. Duarte jr), dalla scienza con coscienza (E. Morin), dalla intelligenza
spirituale (D.Zohar), dal “concern “ e dall' avere riguardo , come io stesso vado proponendo da
tempo.
E' il sentire profondo (pathos) che ci fa ascoltare il grido della Terra e il clamore canino di milioni
di affamati. Non è la ragione fredda, ma la ragione sensibile che muove le persone a trarli dallacroce e a farli vivere. Per questo è urgente sottomettere a critica il modello di scienza dominante,
opporsi radicalmente alle applicazioni che si fanno di questa che sono più in funzione del lucro che
della vita, smascherare il modello di sviluppo attuale che è insostenibile poiché è altamente
depredatore e ingiusto.
La sensibilità, la cordialità, l'attenzione portata a tutti i livelli, verso la natura, nelle relazioni sociali,
e nella vita quotidiana, possono fondare, insieme alla ragione, una utopia che possiamo toccare con
mano perché immediatamente praticabile. Questi sono i fondamenti del nascente paradigma
civilizzatore che ci dà  vita e speranza.

Traduzione dal Portoghese e adattamento di Tiberio Collina per l’Assoc. Eco-Filosofica