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Angeles, il circolo del sesso

di Valerio Zecchini - 15/11/2011


Angeles, piccola citta’ trenta chilometri a nord di Manila, e’ una delle tre localita’ turistiche importanti delle Filippine, insieme a Baguio e Boracay. Quest’ultima,  con le sue bianchissime spiagge tropicali e i suoi rinomati resort hotels, e’ una delle mete preferite del turismo di lusso internazionale, mentre Baguio e’ in montagna ed e’ il posto dove l’elite politico-economica di Manila va a rinfrescarsi e a ristorarsi dalla faticosa routine della gestione del potere.
Dopo Pattaya in Tailandia, magistralmente descritta da Michel Houellebecq nel suo romanzo “Piattaforma”, Angeles e’ il piu’ importante centro di turismo sessuale del sud-est asiatico; rispetto a Pattaya, qui si trovera’ un ambiente meno professionale e piu’ rustico, piu’ genuino e pudico, per quanto ridicolo possa sembrare il qualificare la prostituzione come “pudica”.
Parlando di questi luoghi c’e’ innanzitutto da sfatare un consolidato luogo comune, ossia che siano stati messi in piedi unicamente per soddisfare gli insani appétiti degli occidentali in vacanza: affidabili statistiche dimostrano invece che i principali consumatori sono locali o comunque orientali, in particolare quei puttanieri incalliti dei cinesi. La differenza e’ che questi ultimi frequentano codeste citta’-bordello con estrema discrezione, mentre i vari americani, australiani e nord-europei (agli europei del sud in genere non piacciono molto le orientali) si distinguono per la loro improntitudine. Li si puo’ infatti incontrare nei bar e per le strade di Pattaya o di Angeles in numerose e pittoresche brigate, spesso ubriachi cantano in coro brandendo bottiglie di vino o improvvisando improbabili danze – al bordello insomma come allo stadio, o all’Oktoberfest.
Ma in fondo e’ proprio questa la differenza tra i famosi quartieri a luci rosse di Amsterdam e di Amburgo (o le strade malfamate di Barcellona e di Milano), e Pattaya o Angeles: l’atmosfera festosa di notte e rilassata di giorno, l’assenza di senso di colpa. Citta’ dei balocchi dove qualsiasi pinocchio puo’ sfogare il suo istinto di monello senza rimorsi o paura di condanne morali e multe, lontanissimo dai rimproveri del parroco o della suocera. Qualcuno addirittura decide di essere pinocchio a vita e si stabilisce li’ definitivamente e chi s’e’ visto, s’e’ visto.
Ma dov’e’ l’origine di questa assenza di senso di colpa? Sicuramente nella poverta’, la quale fa si’ che molte persone, prevalentemente provenienti da zone rurali,affrontino il mestiere della prostituzione con rassegnazione ma anche con disinvoltura – e si tratta di un gran numero di persone, tanto che ad Angeles si ha spesso l’impressione che l’offerta sia superiore alla domanda. Cio’ implica che il successo in questa professione sia recepito come il successo in qualsiasi altra professione: e’ noto che le prostitute piu’ belle o i travestiti piu’ seducenti quando ritornano ai loro villaggi d’origine vengono accolte come delle superstar – il loro successo e’ un successo per tutta la comunita’.
Di solito chi si avventura in questi posti sa benissimo dove va a parare, ma nel caso di Angeles non e’ cosi’ perche’ annesso a questa citta’ c’e’ il secondo aeroporto internazionale di Manila; non e’ quindi infrequente vedere qualche viaggiatore sgomento, che si e’ imbattuto per caso in questo circo del sesso. Si diceva dell’atmosfera festosa dei bordelli, che viene implementata in vari modi: all’esterno dei locali, nel flusso ininterrotto dei gaudenti, banditrici in abiti succinti elencano chiassosamente a suon di musica cio’che si trovera’ all’interno, accompagnate da improvvisati buffoni e menestrelli, mentre ambigui venditori di aloe propongono misteriosi appuntamenti al buio. Ma dove? Con chi? Chissa’...Ora, si sa  che non c’e’ nulla di piu’ penoso a questo mondo che il dover lavorare per vivere, ma il mestiere di venditore di aloe nelle stazioni di servizio o fuori dai locali di piacere e’ tradizionalmente in estremo oriente uno dei destini piu’ infausti. E’ un commercio cosi’ miserabile che per arrotondare devono sperare di farsi sodomizzare da qualche avventore ubriaco a fine serata, per pochi spiccioli. Sono in sostanza i giocatori di riserva del crudele e competitivo sport del sesso, quelli che stanno in panchina sperando negli avanzi della prostituzione vera e propria. All’interno, il commercio erotico e’ allietato da numeri di ballo, lotterie, concorsi di bellezza, fastidiosissimo e onnipresente karaoke.
Pochi sanno che le donne filippine sono tra le piu’ belle del mondo – in Italia nessuno ci crede, perche’ siamo abituati a vedere le piu’ scadenti, inviate nel nostro paese a fare le domestiche. Ma la plurisecolare dominazione spagnola ha generato sensazionali incroci iberico-orientali, la piacevole sorpresa che questo paese custodisce gelosamente al suo interno.
Va da se’ che chi vuole confrontarsi coi propri demoni, duellare coi suoi io ribelli, esplorare i propri desideri piu’ reconditi, qui trovera’ pane per i suoi denti – pure troppo per la verita’. Anche nelle Filippine infatti (come in India,Cambogia,Tailandia) e’ prosperato per lungo tempo l’orrendo commercio delle bambine e delle adolesceni, comprate da sensali senza scrupoli da famiglie poverissime e poi cedute a reti internazionali  di pedofili. La polizia filippina negli ultimi anni ha pero’ iniziato a fare sul serio e ha sgominato parecchie di queste turpi organizzazioni schiavistiche – era ora.