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Elezioni: la realtà supera la fantasia

di Massimo Fini - 09/10/2005

Fonte: lapadania.com

ELEZIONI, LA REALTÀ SUPERA LA FANTASIA
massimo fini
In Italia stiamo assistendo a cose straordinarie e meravigliose. Il capo dei Ds, l’ex comunista Piero Fassino, si scopre credente, l’ex comunista Walter Veltroni dichiara di non esser mai stato tale, gente che ha passato a destra tutta la vita vanta solidissime amicizie a sinistra, Vittorio Sgarbi, dopo averli insultati per anni nei modi più sanguinosi, scrive una lettera pietistica e pietosa ai “cari Prodi, Rutelli, Fassino”, i radicali si dicono disponibili a rivedere la legge sull’aborto, l’Avvenire si accorge che Pannella è un po’ mattocchio ma in fondo, a modo suo, è un mistico, i socialisti di Boselli e quelli di De Michelis e Bobo Craxi, dopo che per un decennio si sono affrontati a colpi di machete, gli uni schierati con gli odiati ex comunisti, gli altri sotto le bandiere dell’iperanticomunista Berlusconi, si riuniscono, il Vaticano, la Cei e i cattolici doc rivalutano la Lega dopo averla demonizzata per anni. Nel frattempo gente che aveva sostenuto il sistema maggioritario a spada tratta, e guai a toccarglielo, è diventata proporzionalista e proporzionalisti incalliti difendono invece il maggioritario. È proprio vero quel che mi diceva Federico Fellini: «In Italia la realtà supera sempre la fantasia. È come nei fuochi d’artificio: tu credi sempre che sia l’ultimo botto e invece ce n’è sempre uno ancor più spettacolare».
Che cosa sta succedendo? Niente di particolare. Sono i riposizionamenti in vista delle elezioni politiche del 2006, per ritagliarsi, a seconda dei casi, micro o macro fettine di potere. Si sarebbe tentati di domandarsi se lo spettacolo è più comico o più indecente. E invece è tragico. Perché poi noi questi qui li dobbiamo votare, legittimandoli così, per altri cinque anni, a continuare i loro giochini di potere, a consumare i propri privilegi, a esercitare i loro abusi e soprusi, a essere pagati perché ci comandino.
Eh sì, noi paghiamo della gente perché ci comandi, ci schiacci, ci umili, ci tosi come delle pecore belanti, quali siamo. Un masochismo abbastanza impressionante che, come notava Jacques Necker nel 1792, dopo i gloriosi trionfi della Rivoluzione francese, «dovrebbe lasciare stupiti gli uomini capaci di riflessione».
Ma chi riflette più, oggi? E se qualcuno osa avanzare obiezioni sulla democrazia ecco bell’e pronta la frase furbastra di Winston Churchill: «La democrazia è il peggiore dei sistemi, ad eccezione di tutti gli altri». Ormai siamo pavlovianamente condizionati a non discuterla nemmeno.
Oltretutto la democrazia presenta questo svantaggio rispetto alla dittatura, che dai tempi della Grecia più antica è considerato moralmente lecito uccidere il tiranno, cioè passare a vie di fatto (qualcuno, non troppo imbesuito dalla tv, ricorderà, forse, il monumento ai Tirannicidi, Armodio e Aristogitone, che è del 480 a.C.). Immoralissimo è invece rovesciare una democrazia con la forza benché essa sia nata da Rivoluzioni violente (inglese, francese, americana) che hanno abbattuto i vecchi regimi spargendo fiumi di sangue. Oggi che la democrazia è egemone non accetta, nemmeno concettualmente, che possa esserle resa la pariglia.
Si dirà che tutto ciò è logico: il tiranno può essere cambiato solo con la violenza, in democrazia invece i cittadini possono almeno scegliere coloro che li comandano. Sottilizzando si potrebbe dire che se questo è vero, e solo parzialmente, per le persone, non lo è per i regimi. Anche il regime democratico, come quello dittatoriale, non può essere cambiato che con la violenza.
Non si dà che un regime democratico si possa autotrasformare, legittimamente, in un’altra forma di regime. Se non ricorre alla violenza il cittadino di una democrazia è condannato a morire democratico. Ma a parte questo, la questione fondamentale è che anche la liberaldemocrazia rappresentativa è una forma di tirannide. Scrive Voltaire nel suo Dizionario filosofico: «Si distingue la tirannide di uno solo e quella di parecchi. Questa tirannide di parecchi sarebbe quella di un ceto o di una corporazione che usurpasse i diritti degli altri ed esercitasse il dispotismo per mezzo di leggi appositamente alterate». È esattamente quanto accade nell’Italia democratica di oggi, ma io credo in tutte le democrazie rappresentative anche se in forme un po’ meno spudorate, dove minoranze organizzate, oligarchie politiche ed economiche che si autotutelano e si mischiano costituendo una sola corporazione, una classe di privilegiati e di sopraffattori, schiacciano l’individuo singolo «usurpando i diritti degli altri ed esercitando il dispotismo per mezzo delle leggi appositamente alterate». Ma poiché sono tirannidi mascherate non è moralmente lecito al cittadino esercitare contro di loro la violenza.
E così continueremo a subirli, anno dopo anno, lustro dopo lustro, decennio dopo decennio avendo anche l’obbligo autolesionista di legittimarli con il nostro voto. Sudditi. Per sempre.
Massimo Fini