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Quando l'America Impiccò le Streghe

di Alessia Gazzola - 26/02/2012

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Oltre 140 abitanti di un villaggio di immigrati puritani del Massachusetts furono processati, diciannove uccisi, altri cinque morirono per le torture. Tutto iniziò in una canonica: la figlia e la nipote di un reverendo vennero colpite da allucinazioni. Religione e (poca) scienza fecero il resto


Una donna sola è afflitta da tali sogni e tali pensieri che ha paura di se stessa, a volte.
Ti prego, resta con me questa notte, caro marito, di tutte le notti dell'anno.
Nathaniel Hawthorne «Il giovane Goodman Brown»

Mi chiedo quanto Nathaniel Hawthorne abbia trovato indigesta la propria discendenza da John Hathorne, esimio magistrato nella Salem del 1692, visto che per distanziarsene genealogicamente ha aggiunto quella «w» al proprio cognome. Lui, liberale e illuminato, forse il più illustre figlio di Salem, certo pensava con deplorazione a una storia in cui invece il suo trisavolo aveva brillato per accanimento. Una storia di bambine bugiarde, di giudici privi di metodo, di medici superstiziosi, di folle ondivaghe, di vile denaro, di gente coraggiosa che preferisce la morte alla calunnia e gente remissiva che china il capo di fronte al male piuttosto che finire sulla forca.
No, non è un romanzo, anche se per un'idea così qualunque autore venderebbe l'anima al diavolo, è proprio il caso di dirlo.
È la storia dei tristi fatti che avvennero tra la fine del 1691 e il 1692 nel villaggio di Salem, nella Massachusetts Bay Colony, un insediamento fondato dai Puritani emigrati dall'Inghilterra durante le persecuzioni pre-Cromwelliane. In un humus alimentato dalla repressione morale, funestato dal gelo e dall'austerità di giorni sempre uguali, la noia e l'autosuggestione priva di controllo di un piccolo gruppo di adolescenti furono probabilmente all'origine di quello che passò alla storia come il più grande caso di processo alle streghe del Nuovo Mondo.
Strega. Dal latino strix, rapace notturno che secondo le leggende popolari succhiava il sangue delle capre. Per affinità, la strega era una donna autrice di sortilegi scesa a patti con il demonio.
Chi erano le streghe in quella insipida frazione di colonia britannica chiamata Salem?
Non erano guaritrici né prostitute, come invece accadeva in Europa. Erano per le più donne reiette che vivevano ai margini della società puritana come la vagabonda Sarah Good, che fu tra le prime a essere accusata. In seguito, nessun segmento sociale fu risparmiato. Furono trascinati in prigione rispettati uomini di chiesa come George Borroughs, che morì recitando il Pater Noster con il cappio al collo; bambine di soli quattro anni come la piccola Dorothy Good, figlia di Sarah; mogli di tavernieri, donne al terzo matrimonio, donne che vivevano more uxorio con il loro compagno; donne anziane e morigerate, come Rebecca Nurse, considerata esemplare specchio di virtù fino a quando un gruppo di ragazzine affermò il contrario e tutta la comunità di Salem ci credette.
Tutto ebbe inizio per gioco nella cucina del reverendo Parris, padre e zio di due bambine di nove e undici anni. Era vissuto nelle Indie Occidentali fino a poco tempo prima e da lì aveva portato con sé la schiava Tituba, che aveva origini africane e praticava riti di divinazione propri della sua cultura. La possibilità di conoscere il futuro sedusse le ragazzine almeno quanto l'idea di varcare la soglia proibita tra il bene cui erano obbligate e il male che era loro vietato. Poco dopo l'inizio di quei giochi segreti, le due bambine iniziarono a essere colpite da crisi di delirio e con loro anche altre adolescenti che frequentavano il focolare di casa Parris. Il medico del villaggio di Salem non ebbe dubbi: erano vittime di una possessione demoniaca e le ragazzine, interrogate, accusarono la schiava Tituba e altre due donne del villaggio di aver gettato un maleficio su di loro.
Se anziché essere un giovane medico legale nella ridente Sicilia del 2012 fossi stata William Griggs, il medico dell'arcigno villaggio di Salem nel 1692, che risposta avrei potuto dare alla comunità sugli eventi che la sconcertavano? Quali pensieri avrebbero potuto attraversare la mente di un povero medico del XVII secolo, più esperto in superstizione che in scienza? Avrebbe mai potuto ipotizzare che la contaminazione fungina della farina di segale con cui veniva preparato il pane a Salem era in grado di provocare effetti allucinogeni? Solo una sfera magica avrebbe potuto mostrargli che nel XX secolo con quelle stesse molecole sarebbe stato prodotto l'Lsd.
Avrebbe potuto esprimere diagnosi di isteria collettiva? Freud era davvero troppo lontano e, dopotutto, i segni della dicotomia religione/psichiatria marchiano alcuni casi di delirio anche nel XXI secolo. La Chiesa ha assunto un atteggiamento di scetticismo nei riguardi della possessione demoniaca da quando è stato dimostrato che si tratta prevalentemente di casi di schizofrenia o psicosi; continua tuttavia a esistere una minima percentuale di casi davanti ai quali un esorcista e uno psichiatra ateo non potrebbero comunque trovarsi d'accordo.
Negli anni della caccia alle streghe di Salem non mancarono le prove di simulazione da parte delle bambine, ma la medicina, la giustizia e la comunità scelsero di ignorarle.
Allora, come oggi, la scorciatoia della gogna era una tentazione troppo forte.
Nel XVII secolo peraltro la stregoneria era un reato riconosciuto dal diritto penale e per giudicare il caso venne istituita una Corte straordinaria composta dai giudici di Salem. Il primo marzo del 1692 il processo ebbe inizio, concludendosi bruscamente per volontà del governatore britannico della Nuova Inghilterra il 12 settembre dello stesso anno. Les enfants terribles avevano già accusato centoquarantaquattro persone, tutte finite sotto processo e — fatto che forse ebbe un certo peso — negli ultimi tempi avevano puntato il dito contro donne importanti come Lady Phips, la moglie del governatore.
La paura del demonio e della diversità erano le paure più radicate nella timida e confinata società puritana. In pochi mesi, l'irrazionalità della Corte trasformò il dramma emozionale religioso in fenomeno di manipolazione mentale e, in un secondo momento, in faccenda meramente economica. Non si dimentichi che i beni e i terreni degli accusati erano confiscati e ridistribuiti tra tutti coloro che non erano in combutta con il demonio. Furono condannate a morte per impiccagione diciannove persone; altre cinque morirono per le conseguenze della detenzione o in seguito alle torture. Tutte avevano proclamato la propria innocenza fino all'ultimo respiro. Le accusatrici, le streghe bambine di Salem, popolavano l'altro versante del tribunale e nessuna pagò per le calunnie che alcune di loro ammisero qualche anno dopo il processo.
Tituba, che aveva aperto alle ragazzine la porta della trasgressione, non fu mai giustiziata: chi confessava la propria colpevolezza era graziato; meglio ancora se indicava ad Hathorne e agli altri membri della Corte altri complici di stregoneria, con conseguenti nuovi beni da confiscare. E ricordando tutto questo, come dare torto ad Hawthorne e alla sua «w» ribelle?