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L’alleanza saudita-israeliana

di Dean Henderson - 06/03/2012


 

L’iraniana Press TV ha riferito ieri che gli Stati Uniti e i sauditi iniziarono a finanziare i ribelli siriani otto mesi fa. Dopo aver finanziato i ribelli islamisti libici per rovesciare Gheddafi, i sauditi e i loro despoti amici del Gulf Cooperation Council (GCC) sono passati al tentativo di far cadere il governo di Assad in Siria, sulla loro strada per Teheran.
Sia la Fratellanza Musulmana della Casa dei Saud che i cabalisti d’Israele, condividono una lunga storia con i loro fratelli massoni dei servizi segreti inglesi, risalente alle scuole misteriche egiziane.
La marcia oligarchia dei banchieri illuminati gestisce tutte e tre le società segrete e controlla l’economia mondiale attraverso il monopolio delle banche centrali e l’egemonia sul commercio di petrolio, armi e droga.
Questa cricca di fanatici satanisti trilionari guidata dai Rothschild crea fanatici all’interno delle fedi ebraica, cristiana e musulmana, per dividere i popoli e massimizzare i profitti di guerra.
Da quando la Chevron scoprì il petrolio in Arabia Saudita nel 1938, la monarchia  della Casa dei Saud è sempre servita come finanziatrice delle avventure militari segrete dei Rothschild. Rientra nell’inganno del petrolio in cambio delle armi.
I sauditi inviarono più di 3,8 miliardi dollari ai mujahidin afgani addestrati dalla CIA. Il loro emissario presso gli statunitensi era Usama bin Ladin.
Diedero 35 milioni di dollari ai Contras del Nicaragua. Il destinatario della tangente Northrop/Lockheed, Adnan Khashoggi, giocò un ruolo chiave nel rifornire  l’Impresa di Richard Secord con fondi della casa dei Saud. Ma mentre gli sforzi  per i contra e i mujahidin ottennero l’attenzione dei giornali, i Saud si impegnarono a finanziare la contro-insurrezione in tutto il mondo.
In Africa, i sauditi supportarono decenni fa il Fronte Nazionale per la Salvezza (NFS), che operava dalle basi in Ciad, nei suoi tentativi di rovesciare il Presidente libico Muhammar Gheddafi.
Il Chad è stato a lungo un paese importante per i sistemi di produzione petrolifera della Exxon Mobil nel Nord Africa. Nel 1990, a seguito del riuscito contro-colpo di stato appoggiato dalla Libia contro il governo del Ciad, che sponsorizzava il NFS, gli Stati Uniti evacuarono 350 capi del NFS grazie ai finanziamenti sauditi. Gli Stati Uniti diedero 5 milioni di dollari in aiuti al governo dittatoriale keniota di Daniel Arap Moi, in modo che il Kenya ospitasse i capi del NFS che gli altri governi africani rifiutarono di accogliere. Arap Moi, in seguito appoggiò le operazioni segrete della CIA in Somalia, sempre finanziate dai sauditi.
I sauditi finanziarono i ribelli dell’UNITA di Jonas Savimbi, in Angola, nel loro sforzo brutale di rovesciare il governo socialista dell’MPLA del presidente Jose dos Santos. Su richiesta della CIA, i sauditi inviarono milioni al Marocco per pagare l’addestramento in quel paese dell’UNITA. L’Angola ha enormi riserve di petrolio. Nel 1985 la Chevron Texaco raccoglieva il 75% dei proventi del petrolio dell’Angola. Nel 1990 il 29% del greggio della Exxon Mobildestinato agli USA, proveniva dall’Angola. Una relazione annuale della De Beers, tentacolo della famiglia Oppenheimer che monopolizza il commercio mondiale del diamante, si vantava di comprare diamanti dall’UNITA. Savimbi era stato accolto alla Casa Bianca dal presidente Reagan.
I sauditi finanziarono la RENAMO, nell’ambito del ‘Piano Rosa‘ della CIA, nella sua campagna terroristica contro il governo nazionalista del Mozambico. A metà degli anni ’80, sia i sauditi che l’Oman inviarono armi alla RENAMO attraverso le isole Comore, per conto di Israele e del Sud Africa dell’apartheid. Due presidenti delle Comore, Ali Soilah e Ahmed Abdullah Abderemane, furono assassinati dai mercenari che proteggevano il traffico di armi.
Nella Repubblica Democratica del Congo (RDC), l’ex-Zaire, il pupazzo degli Illuminati Mobutu Sese Seko governò con pugno di ferro per quasi quattro decenni. Era il cane da guardia della City of London nello Zaire, ricco di giacimenti di cobalto, uranio e molibdeno, tutti elementi vitali per il programma di armi nucleari statunitense. Lo Zaire è anche ricco di rame, cromo, zinco, cadmio, stagno, oro e platino. Mentre Mobutu accumulava oltre 5 miliardi di dollari nei conti bancari svizzeri, belgi e francesi, il popolo dello Zaire viveva nello squallore.
Mobutu, che fu insediato nei primi anni ’60 dall’agente della CIA Frank Carlucci, in seguito segretario alla difesa di Reagan e Bush e ora presidente dall’azienda di consulenza degli investimenti della famiglia bin Ladin, Carlyle Group, operò come un gangster assassinando il primo ministro del Congo Patrice Lumumba. Sotto il regno di Mobutu, gli Stati Uniti installarono basi militari a Kitona e Kamina, da dove la CIA perseguiva le guerre segrete contro Angola, Mozambico e Namibia, e con il finanziamento dei Saud. La guardia di palazzo di Mobutu venne addestrata dal Mossad israeliano. Alla fine degli anni ’70, i sauditi pagarono per inviare le truppe marocchine a salvare Mobutu dai secessionisti katangahesi guidati da Laurant Kabila.
Mobutu fu deposto nel 1998 dalle forze fedeli a Kabila, un amico di Fidel Castro. I sauditi cominciarono a finanziare le incursioni militari in Congo da parte dei governi di Ruanda, Uganda e Burundi. Questa destabilizzazione della regione dei laghi ha portato al genocidio ruandese. Kabila fu assassinato nel 2000, dopo essersi rifiutato di giocare per conto degli Illuminati. Oltre quattro milioni di persone sono morte nella RDC negli ultimi dieci anni.
Lumumba e Kabila non furono i primi nazionalisti africani presi di mira per essere eliminati da questi individui marci. Nel corso degli anni ’50 e ’60, la CIA e i servizi segreti francesi assassinarono il nazionalista marocchino Mahdi Ben Barka, la cui Union Nationale de Forces Populaire minacciava la monarchia di re Hassan II, fantoccio degli Stati Uniti. Il presidente di sinistra della Guinea Sekou Toure e quello socialista tunisino Habib Bourgiba furono assassinati dai servizi segreti occidentali.
Nel 1993 il presidente sudanese Omar al-Bashir accusò i sauditi di fornire armi all’Esercito di Liberazione del Popolo Sudanese (SPLA) di Johnny Garang. La parte meridionale del Sudan, che l’SPLA sta cercando di staccare, è ricca di petrolio. Il Mossad ha rifornito il SPLA per anni attraverso il Kenya. Nel 1996 l’amministrazione Clinton annunciava aiuti militari a Etiopia, Eritrea e Uganda. L’aiuto era inviato per l’offensiva su Khartoum del SPLA. La crisi in Darfur è il risultato diretto delle intromissioni di Arabia Saudita-Israele-USA per conto di Big Oil.
Il presidente algerino Chadli Benjadid accusò i sauditi di finanziare il barbarico Gruppo Islamico Armato (AIG) che, dopo che l’Algeria aveva biasimato l’avvio della Guerra del Golfo da parte degli Stati Uniti, scatenò un regno di terrore contro i cittadini algerini. Benjadid fu costretto a dimettersi. A ciò fece seguito il passaggio frettoloso della legge sugli idrocarburi, che ha aperto i giacimenti petroliferi del paese, una volta socialista, ai Quattro Cavalieri. La CIA ha poi aiutato i terroristi dell’AIG a recarsi in Bosnia, dove hanno contribuito a distruggere la Jugoslavia socialista.
L’Algeria ha una lunga storia di sfide a Big Oil. Il presidente Houari Boumedienne, uno dei grandi leader arabi socialisti di tutti i tempi, iniziò a fare appello a un ordine economico internazionale più giusto, nei suoi discorsi infuocati presso le Nazioni Unite. Incoraggiò i cartelli dei produttori come mezzo per l’emancipazione del Terzo Mondo dai banchieri di Londra. Il petroliere indipendente italiano Enrico Mattei iniziò a negoziare con l’Algeria e gli altri Stati nazionalisti dell’OPEC, che volevano vendere il loro petrolio a livello internazionale senza avere a che fare con i Quattro Cavalieri. Nel 1962 Mattei morì in un misterioso incidente aereo. L’ex agente dell’intelligence francese Thyraud de Vosjoli dice che la sua agenzia vi era coinvolta. William McHale di Time magazine, che seguì il tentativo di Mattei di rompere il cartello di Big Oil, morì in circostanze strane.
Nel 1975 gli Stati Uniti inviarono 138 milioni dollari in aiuti militari attraverso l’Arabia Saudita allo Yemen, nella speranza di evitarvi una rivoluzione marxista. Lo sforzo fallì e il paese fu diviso in Yemen del Nord e del Sud per due decenni, prima di riunirsi di nuovo nel 1990. Gli aiuti di Stati Uniti-Arabia a Yemen e Oman continuano fino a oggi, nel tentativo di stroncare i movimenti nazionalisti in quei paesi che confinano con il Regno e i suoi vasti giacimenti petroliferi controllati dai Quattro Cavalieri.
Durante il tentativo degli USA di staccare la Bosnia dalla Jugoslavia, il re saudita Fahd chiese la fine dell’embargo ONU sulle armi. Quando l’embargo venne revocato, i sauditi finanziarono gli acquisti di armi dei bosniaci musulmani.  Più tardi, i sauditi finanziarono il narcotrafficante Kosovo Liberation Army, così come i separatisti albanesi dell’UCK che attaccavano il governo nazionalista di Macedonia. I sauditi finanziarono anche le operazioni segrete della CIA in Italia, dove nel 1985 sperperarono 10 milioni di dollari per aiutare a distruggere il partito comunista.
Recentemente il principe saudita Bandar ha donato un milione di dollari alla biblioteca presidenziale di Bush Sr. e un altro milione per una campagna di alfabetizzazione di Barbara Bush. La sera dell’11 settembre 2001, il principe Bandar fumava sigari alla Casa Bianca con il presidente Bush, mentre i membri della famiglia bin Ladin vennero evacuati dagli Stati Uniti, con lo spazio aereo chiuso al resto del traffico.
I sauditi giocarono semplicemente il ruolo storico di cassieri nell’operazione dell’11 settembre?
Il più grande azionista di News Corporation – creatore sia della voce dei  banchieri Wall Street Journal che della psyop Fox News – è Rupert Murdoch. Il secondo più grande proprietario è il principe saudita Alaweed bin Talal.
Fox News è un’operazione coperta di controllo mentale dei Rothschild contro il popolo americano?

Fonti:
Mercenary Mischief in Zaire”, Jane Hunter, Covert Action Information Bulletin, Primavera 1991.
Hot Money and the Politics of Debt, RT Naylor, The Linden Press/Simon & Schuster. 1987. p.238
Earth First! Journal. Vol. 26, #1. Samhain/Yule, 2005
“US to Aid Regimes to Oust Government”, David B. Ottaway, Washington Post, 11-10-96
The Great Heroin Coup: Drugs, Intelligence and International Fascism, Henrik Kruger, South End Press, Boston, 1980, p.43
The Gulf: Scramble for Security, Raj Choudry, Sreedhar Press, New Dehli 1983, p.14
Dude, Where’s My Country, Michael Moore, Warner Books, New York, 2003
ABC News Online, 10-19-04

Dean Henderson è autore di Big Oil & Their Bankers in the Persian Gulf: Four Horsemen, Eight Families & Their Global Intelligence, Narcotics & Terror Network, The Grateful Unrich: Revolution in 50 Countries e Das Kartell der Federal Reserve. L’abbonamento al suo blog Left Hook è gratuito su www.deanhenderson.wordpress.com

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora