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Il folle programma F35

di Lorenzo Moore - 19/03/2012


      
 
E’ noto. Il nostro beneamato governo Monti, proseguendo indefessamente il suo compitino atlantico di “valorizzazione” dell’alleanza sotto gli anglo-americani e di sudditanza nella Nato, di fronte alle proteste di una parte delle elites di regime sul mantenimento delle forniture di F35 Usa in tempi grami, ha “limato un po’” il contratto che ci impone di spendere 15 o 20 (oltre a quelli già sborsati per la progettazione) miliardi di euro per acquistare le macchine aeree belliche “programmate” dalla Us Air Force.
Con la promessa di un venti per cento (virtuale, sulla carta... i costi poi lieviteranno ancora) di “risparmio” sono state zittite tutte le Opposizioni del Re.
Intanto la questione “F-35” non è affatto conclusa, anzi. Naturalmente non se ne parla più in Italia - qui è meglio ovattare tutto, non si sa mai - ma altrove, all’estero, sì.
Chi legge questo quotidiano si ricorderà in particolare che tutto il programma di “ammodernamento” aereo bellico con gli F35 ha subìto negli anni vari alt e vari sussulti. A causa di gravi incidenti, malfunzionamenti dei prototipi, la stessa Us Air Force ha più volte sospeso la commessa Usa che intende rastrellare per ogni apparecchio venduto ai “partners” circa 200 milioni di dollari.
Si è giunti, in questi giorni,a Sydney, in Australia, in materia, ad una sorta di “conclave” tra fornitore e clienti. Da una parte il generale John F. Thompson, ufficiale esecutore del “Joint Strike Force Program”, dall’altra i “rappresentanti” i Gran Bretagna, Australia, Turchia, Canada, Danimarca, Norvegia, Olanda e, natruralmente, Italia.
La “riunione urgente” era stata convocata dopo la decisione di Ottawa di cancellare l’ordine per 65 aerei F35. E dopo una sospensione dei negoziati con il Giappone, sembra non più intenzionato a firmare il contratto.
Per il generale Thompson è “tutto risolto”. I costruttori si sono presi un po’ di tempo per risolvere i malfunzionamenti e quindi i contratti resteranno in piedi.
Facciamo quattro conti. Il programma F35 ha già “bruciato” 382 miliardi di dollari. La stessa Us Air Force, nel 2011, ha sospeso i test della sua flotta di prototipi dell’aereo (20 unità) per malfunzionamento. E’ la terza volta che il programma viene sospeso e ripreso da capo.
Non solo. Ma a febbraio di quest’anno è stato lo stesso Pentagono a dicvhiarare la sua volontà di far slittare “per ragioni di economia e di bilancio federale” l’acquisizione già programmata dagli Usa di 179 F35.
La Lockheed Martin, la compagnia aerea costruttrice, ha fatto sapere che la sospensione sarà essa stessa disastrosa per i conti economici che andranno ancor più a lievitare.
Così subito Gran Bretagna e Australia hanno confermato che accettano il “piano”, anche se la fornitura subirà qualche ritardo.
Gli Usa, per far quadrare i (loro) conti, intendono vendere sulla carta almeno 700 aerei.
E l’Italia? Ah, già, il governo Monti, quello chiamato a salvare l’Italia.
Ecco: quel governo continua imperterrito a tagliare il benessere e i redditi dei cittadini e sottoscrive, con quanto estorto al popolo, il contratto per aerei da guerra. Per di più malfuzionanti.