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Phil Dick. La penultima verità…

di Mario Grossi - 09/05/2012


Può un pensiero paranoico diventare il pertugio attraverso il quale si può intravedere la verità? Può uno scrittore psicotico trasformarsi in un moderno veggente, in una Cassandra che sa vedere lontano? Può una nebbia angosciosa e deviante essere il tramite di una visione cristallina, trasparente e descrivere nitidamente un futuro che sempre più nero incombe e si addensa minaccioso sul nostro fragile futuro, o di quello che ne rimane dopo le successive erosioni che l’hanno minato alla radice? Tutto questo è possibile se chi scrive, si chiama Phil Dick.

L’editore Fanucci lo sta ripubblicando tutto in questo 2012 che rappresenta il trentennale della sua morte. Tra i tanti titoli noti e meno noti ognuno può pescare qualche romanzo o racconto che lo proietterà nel contorto ma al contempo luminoso e illuminante mondo interiore dell’autore.

Tra i romanzi non particolarmente conosciuti La penultima verità è tra i più significativi perché concentra in sé i temi  e le riflessioni ricorrenti di Dick. Se vogliamo i suoi incubi che hanno tuttavia lo spessore di un vero e proprio corpus delirante che proietta un cono di luce su quello che incombe su di noi. Incubi e demoni interiori raccontati con una tensione asciutta che ci regala, sotto forma di racconto, una visione allucinata che nasconde sempre una verità soggiacente che al vaglio del tempo si dimostra preveggente.

La penultima verità descrive un mondo, quello della Terra di un futuribile assetto improponibile. Nel sottosuolo del pianeta in edifici-formicai sovrappopolati vivono uomini produttori dedicati alla fabbrica di robot, i Plumbei, che dovranno combattere la guerra che si è scatenata tra due schieramenti opposti che si contendono la superficie, ridotta a un cumulo di macerie totale e dominata dalla radioattività e dal fall-out.

Sono plaghe invivibili ed è per questo che gli uomini-yance, detentori del potere, impediscono agli abitanti dei formicai di risalire in superficie. Questa bontà fasulla e la menzogna che vi sta dietro saranno palesate a Nick, l’uomo che dirige il formicaio Tom Mix, quando, per salvare un suo sodale, decide di risalire alla superficie della Terra, alla ricerca di un pancreas artificiale necessario per il trapianto dell’amico.

Quello che troverà è del tutto diverso da quello che gli è stato raccontato e descritto negli innumerevoli telegiornali televisivi, unica fonte d’informazione per gli uomini del sottosuolo, che gli uomini-yance, con l’aiuto di esperti della comunicazione e di tecnici falsificatori dei filmati, incessantemente fanno trasmettere nei formicai.

La Terra, a guerra ormai finita, è un paradiso terrestre spopolato, senza città, ma trasformato in un parco, in cui gli uomini-yance si ritagliano le loro immense tenute e costruiscono le loro faraoniche residenze. I Plumbei, i robot un tempo soldati, sono diventati loro servitori e gli uomini-yance se ne servono per le loro lotte di potere.

Ed è proprio a una lotta per acquisire il potere, tra il vecchio Brose e il giovane astro nascente Lantano, quella cui assiste Nick, ormai consapevole della menzogna che costituisce il piedistallo su cui poggia tutta la struttura e che rende schiavi volontari gli uomini dei formicai.

Menzogna sempre rinnovata e che gli è stata spacciata attraverso il simulacro televisivo che si condensa nella figura di Talbot Yance, mezzobusto privo di volontà propria. È Brose a parlare in lui oppure è Lantano che cerca di sostiturvisi? Lo si saprà solo alla fine, quando uno dei due dopo una serie di mosse e contromosse riuscirà a trionfare sull’altro.

Un libro in cui la paranoia del complotto e la perversa pervasività del potere, fanno da sfondo alla consapevolezza che i detentori del potere stesso, per poterlo perpetuare, devono condirlo con tutto un enorme e autoreferenziale apparato di menzogne.

Proprio come il titolo dice, raccontano, per i loro subdoli scopi, una penultima verità che Nick conoscerà ma che, pur certo della necessità di renderla pubblica e raccontarla per quello che è: una balla bella e buona, cercherà, titubante sul da farsi, di posticiparla nascondendola agli altri uomini abitatori dei formicai.

Forse gli uomini non sono ancora pronti a saperla. Forse potrebbero, colti dall’ira, uscire in superficie per ribellarsi e, così facendo, morire falciati dai Plumbei in agguato. Ma è bontà quella di Nick? O non è forse la dimostrazione ultima che il potere corrompe ogni cosa con cui viene in contatto? Nick, che con la verità acquisita, si ritrova in mano un potere più grande di lui, sembra vacillare, quasi conquistato dall’oscura forza che tale potere emana. Un Gollum moderno che il finale ambiguo e sospeso non condanna ma neppure redime.

Romanzo attualissimo sul potere globalizzato, predatorio e cinico, in preda a lotte intestine e a interessi di lobby che tiene in scacco, con la forza della menzogna e della paura, gli altri uomini, costretti nel sottosuolo, alle prese  con un lavoro forzato, scandito dalla produttività.

Produttività indotta coattamente dal continuo controllo del simulacro televisivo rappresentato da quel Talbot Yance che potrebbe somigliare a uno dei tanti volti televisivi, tutti diversi e tutti uguali che popolano le nostre TV.

Un Talbot Yance che spinge tutti, per la vittoria e per il bene comune (ma potrebbe dì benissimo essere per scongiurare il pericolo di default e per la crescita), a una produttività che serve solo al potere degli uomini-yance (ma che potrebbero benissimo essere gli uomini del board della BCE o i tanti oscuri e potentissimi finanzieri dei foschi giorni in cui viviamo) che accrescono così le schiere dei Plumbei al loro servizio.

Degli eserciti personali che non sono affatto utilizzati per perseguire il bene comune ma che servono solo per l’avidità dei padroni in lotta tra loro.

Romanzo attualissimo come è testimoniato dai fatti recenti che stanno spazzando il nostro paese e dalle menzogne, la penultima verità appunto, che ci vengono propinate sul pericolo di default da Monti (potrebbe benissimo essere lui a decidere cosa deve dire il simulacro televisivo incarnato da Talbot Yance) che ci impone sacrifici e rinunce per il bene comune che oggi si chiama: “uscire dalla crisi”.

Sacrifici, rinunce, abbandono dei basilari diritti acquisiti che servono in realtà ai nostri uomini-yance per conservare il loro potere e per metterlo al riparo da qualsiasi eventuale declino, semmai per accrescerlo. Ma se quella che ci stanno spacciando è solo la penultima verità, ci dice Dick, alla fine ce n’è sempre un’ultima che la spazzerà via.

Quel giorno gli uomini dei formicai si riverseranno sulla superficie della Terra per riprendersi ciò che le menzogne e le penultime verità gli hanno tolto. Sarà un nuovo Terrore? Difficile da prevedere anche perché non s’intravede un cantore schizoide, profetico, libero, visionario, come Dick, pronto a raccontarcelo!