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Trautonium, o dei suoni oscuri

di Danilo Arona - 30/05/2012


 

Stranisuoni.jpgSacre scritture e cinema restano ancora tra i più potenti generatori di mitologie, tuttora definibili come “contemporanee”. Se nell'Apocalisse di Giovanni le Trombe del Giudizio non sono che uno dei passaggi dei vari gradi del rendiconto finale, il cinema degli anni Sessanta, in almeno due casi tanto celebri quanto diversi, ha saputo cogliere l'efficacia metafisica del terrore sonoro “che viene dall'alto”. Il primo, filtrato – ma sino a un certo punto – in chiave di commedia, ci arriva nel 1961 da Vittorio De Sica nel film Il giudizio universale. Lo spunto è fornito dalla stentorea e impressionante voce del cantante lirico Nicola Rossi-Lemeni che, in un normale mattino della Napoli dell'epoca, annuncia dall'alto dei cieli che «alle ore 18 comincia il giudizio universale», con effetto tonitruante alla stregua di un gigantesco e invisibile megafono sospeso sulle teste degli umani. L'altro è quello che si ode nel capolavoro di Hitchcock Gli uccelli di due anni dopo, in cui la colonna sonora, virtualmente naturalistica, è del tutto ricreata da uno speciale apparecchio a tastiera denominato Studio Trautonium che mima in modo elettronico dei suoni naturali come i versi dei vari uccelli assalitori, creando una straordinaria scenografia sonora dalla quale è bandita in modo totale il tradizionale approccio musicale “descrittivo”. In tutti e due i casi, è il suono l'elemento cardine della paura. Nell'uno la parola dell'invisibile araldo sparsa nel cielo nel film di De Sica, nell'altro la cacofonia sonora dei pennuti in Hitch che, nel celeberrimo finale, si spinse fino alla creazione di un silenzio elettronico e artificiale, in realtà una sorta di angoscioso rumore di fondo in crescendo.

Nel 2008 assieme all'amico Alessandro Defilippi, psicanalista junghiano e finissimo scrittore di cui ho spesso intessuto le lodi, mi recai a Torino, al Castello di Rivoli, per tuffarmi nell'installazione sonora ordita da Roberto Cuoghi a partire dalla demoniaca imago del sumerico demone alato Pazuzu. Chi conosce qualcosa della mia opera, sa che al personaggio ho dedicato saggi, libri e racconti vari. Perché? E chi lo sa... Quella figura demoniaca mi entrò dentro grazie a quel capolavoro in levare che era – e che resta – il preambolo de L'esorcista di Friedkin, e questo credo di averlo già scritto un centinaio di volte. Il diario della visita a Rivoli lo trovate su Carmilla nell'articolo intitolato SUILLAKKU – Quando Pazuzu volò su Torino, pubblicato in data 15 agosto 2008 e non c'è nulla da riportare qui, se non il riannotare che Alessandro ci stette male, tanto intenso e propenso a conficcarsi nel profondo era quel bombardamento sonoro. Di interessante, in quasi quattro anni, c'è stato che Roberto Cuoghi, artista a 360° che spazia dal disegno al video, dalla musica alla scultura, dalla fotografia alla pittura, spostandosi (come la Sabina Spierlein di Cronenberg, e come Cronenberg stesso) – sull'onda dell'idea di Metamorfosi, ha portato Pazuzu - ma non le sue “voci” - al Museo Hammer di Los Angeles. A Rivoli ci eravamo prima imbattuti in una statua di sei metri raffigurante il demone (idea anche questa già presente nel preambolo de L'esorcista), operazione resa possibile dal beneplacito del Museo del Louvre, e poi nella possente “lamentazione” prodotta da Cuoghi a evocazione della fuga e della sofferenza della gente di Ninive, caduta tra il 612 e il 609 a. C. sotto gli attacchi dei Babilonesi. Urla umane, guaiti, lamenti, invocazioni disperate, suoni da un altro mondo: un mix “sparato” da un numero imprecisato di casse acustiche disposte lungo il percorso, mentre la gigantesca statua di Pazuzu troneggia nell'idea pagana, condivisa da Cuoghi, che “il demone abita la sua statua”. Del gruppo di opere presentate in America faceva parte anche una nuova scultura di Pazuzu, in una versione più piccola dell'enorme scultura del Castello di Rivoli. Altezza sui due metri, in marmo nero di Carrara. I suoni dell'Apocalisse di Ninive sono rimasti a Rivoli, ridotti forse al rango di fantasmi sonori.

Dal cielo, all'apparenza, provengono gli “strani suoni” che da un paio d'anni impazzano sotto forma di filmati in rete (basta digitare su Google “strani suoni dal mondo” e avrete di che passare il tempo). Del fenomeno ci siamo marginalmente occupati anche in questa rubrica nel settembre 2009, riflettendo sul Taos Hum di provenienza messicana, mistero ancora irrisolto. La “qualità”, se così si può chiamare, dell'ultima generazione è però diversa, perché trattasi di profonde vibrazioni ad andamento periodico che si percepiscono come una bizzarra via di mezzo tra il barrito, la tromba e la percussione metallica. Molti di questi – basta “ascoltare” un po' di filmati per rendersene conto – si assomigliano veramente troppo, quantunque registrati a migliaia di chilometri di reciproca distanza. E molti dei documenti sono indubbiamente dei fake – in qualcuno di questi si ode persino lo stesso cane che abbaia in sottofondo... -, la cui produzione e condivisione in rete appaga in qualche modo il miserrimo ego dei falsari. A dispetto di questi ultimi però il mondo scientifico, con tutti i “distinguo” del caso, ritiene autentico il fenomeno. Da Mario Tozzi del CNR che lo ha dichiarato pubblicamente dagli studi di Radio Montecarlo la mattina del 12 maggio al fisico russo Elchin Khalilov, passando per la nota e sempre prudentissima rivista italica “Focus”, la realtà di queste emissioni acustiche – al netto delle contraffazioni – è indiscutibile. E la causa sarebbe l'aumento progressivo e sinergico di tanti processi energetici tra la Terra e il cosmo. Soprattutto l'incremento dell'attività solare, in grado di destabilizzare magnetosfera, ionosfera e atmosfera superiore, potrebbe entrare in “risonanza” anche con il nucleo terrestre, provocando onde di rifrazione con il campo geomagnetico. Da qui deriverebbero gli spaventosi suoni a bassa frequenza che si odono in diverse parti del nostro pianeta. Sottolineata anche dallo stesso Tozzi, la fase di iper-attività del sole starebbe bombardando la Terra con particelle magnetiche, riscaldando e ampliando il nucleo del pianeta, il che potrebbe causare spaccature della crosta con un ulteriore tipo di commento sonoro provocato dal vapore in fuoriuscita. Al di là delle scuole di pensiero in fase di costruzione, le posizioni ufficiali non negano affatto l'esistenza delle “Trombe del Giudizio”. E l'agenzia scientifica internazionale Wosko non esclude che nei prossimi mesi, data l'intensificazione energetica in atto, possano aumentare i cataclismi, soprattutto quei fenomeni estremi che nessuno ormai smentisce. Non più tardi di una settimana fa nel Vercellese si è formato un twister “americano” che nessuno da quelle parti ha mai visto. Né “sentito”.

Come qualcuno sa, questa è una rubrica “di confine” senza presunzioni scientifiche, che fa soprattutto leva su un sempre più diffuso senso di condivisione connettivista. In parole povere c'è sempre più gente là fuori che percepisce le stesse cose (suoni, sogni, visioni), spesso non parlandone con nessuno, pena l'essere escluso socialmente per manifesta follia. Abbiamo quindi riflettuto più volte sui sognatori planetari della Grande Onda, senza saltare ad alcuna conclusione, però possiamo anche permetterci di ricordare come Jung, in perfetto sincrono con l'avvento del nazismo, sognava nottetempo di una grande e oscura massa liquida che dal nord precipitava sull'Europa, sommergendola. Questo per affermare, una volta di più, un concetto ovvio più volte richiamato ne La luce oscura: esiste nel mondo una condivisione “sensoriale” di percezioni, idee, frammenti energetici vaganti, stati onirici e altro ancora che fa riferimento a una serie di cambiamenti in corso d'opera nel macrocosmo. Senza scomodare Maya e 2012 (ma il processo mediatico in corso su certi temi “di tendenza” è compartecipe alla condivisione di cui sopra...), certi cambiamenti sono oggettivi e innegabili, in primo luogo l'apocalisse economica in atto un po' dappertutto sul pianeta. Dal macrocosmo si dipana un riflesso destabilizzante sul microcosmo. E non occorre l'immagine dell'uomo vitruviano per trovarne conferma. Basta leggere con attenzione i giornali alla ricerca dei “segnali”. C'era un certo Charles Fort che iniziò a farlo in troppo in anticipo sui tempi.

Per dovere di cronaca si può segnalare la notizia, un po' controversa, a proposito di una strana nuvola di fotoni che sta avvolgendo il sistema solare, provocando bizzarri fenomeni di risonanza collegati a quell'incremento di attività solare di cui parlavamo prima. La nube sarebbe diretta responsabile dei suoni per effetto di una gigantesca “elettrificazione” del pianeta. In ogni caso la NASA, la ESA e la National Academy of Science hanno lanciato un'allerta per il 2012 riguardo una tempesta solare senza precedenti. I flussi magnetici, interagendo con la magnetosfera del sole e i campi della Terra, potrebbero causare mutazioni al nucleo, anomali vortici in superficie, mutazioni polari magnetiche, super-tempeste, condizioni atmosferiche instabili, fenomeni tellurici oltre la media quantitativa e anche gli impressionanti suoni provenienti dall'atmosfera e dal sottosuolo capaci di essere uditi da tutti in ogni parte del pianeta. In una recente intervista rilasciata a “Geochange Magazine”, il succitato Elchin Khalilov ha dichiarato che una causa possibile degli strani suoni potrebbe risiedere nel nucleo della Terra sottoposto a stress energetico anche dall'arrivo nella nostra galassia dell'enorme nube fotonica. Notizie che non siamo in grado di interpretare. Ma, aggiornando il finale di un antico film di fantascienza, “ascoltate il cielo”...