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Siria e Italia: le due facce dello scacco criminale

di Andrea Selindro - 05/07/2012

Fonte: attuazionista




Dopo il successo di Roma, che ha smentito gli uccelli del malaugurio della stampa di regime, non possiamo e non dobbiamo ritenerci soddisfatti.
Bisogna puntare in alto. E bisogna farlo non solo per la Siria sotto attacco criminale ma, visto e considerato che si sta manifestando in Italia, risulta necessario mobilitare il gruppo sociale scaturito dal progetto criminale statunitense. Quel gruppo cioè, lo ripetiamo fino alla nausea, che scaturendo dal progetto è anche quello più funzionale affinché la transizione proceda senza intoppi. Stiamo parlando di quella fascia sociale che maggiormente paga lo scotto del riassetto a livello mondiale a guida statunitense che i governi a loro sottomessi accolgono acriticamente. Coloro che, anche e soprattutto, pagano sulla propria pelle in termini di smantellamento di diritti e di dignità, le scelte guerrafondaie di allineamento ai voleri d’oltreoceano.
La manifestazione in difesa della Siria si deve armare di coraggio e mettere in collegamento tale attacco con le ricadute a livello di riassetto sociale in Italia.
Il capo dello Stato Napolitano, non a caso, ha detto chiaramente, nel completo silenzio generale, che il voto anticipato ce lo possiamo dimenticare. In prima istanza, teniamo a mente, se n’era uscito blaterando che chi non riesce a pagare il pizzo alle agenzie private della mediazione criminale, non era degno di essere italiano. Digerito il tutto, la conclusione è che: siamo giunti all'esclusione totale di quel gruppo sociale che ancora viene chiamato sociologicamente “precariato” quando invece è urgente definirlo politicamente come cellariato.  Risulta oltremodo difficile esprimersi in termini di cellariato quando non lo si autentica politicamente e non lo si  può fare se non mettendo in collegamento la difesa degli Stati  con quella del gruppo sociale a livello nazionale entrambi nel mirino criminale degli agenti statunitensi. Quello che deve balzare agli occhi è l’assurda assonanza che s’è venuta a creare tra la condizione della Siria soggetta ad attacco criminale di matrice statunitense/Nato e la fascia sociale di riferimento anch’essa sotto attacco e scacco criminale (statunitense). Più che parlare di  assonanza bisogna riferirsi alla dura e pura realtà poiché non risulta possibile menzionare una e ignorare l’altra, in quanto entrambe necessitano di essere riportate in unico discorso. E’ giunto il tempo di mettere in correlazione le diverse dinamiche offrendo una visione politica completa e degna d’essere sostenuta. 
Tale fascia sociale è confinata in una vera e propria cella di contenimento gestita dalle mediazioni criminali come le agenzie private del lavoro e dal lavoro sporco delle altre mediazioni private (vedi Equitalia). Una lavora sul piano sociale e l'altra sul piano economico. Entrambe sottostanno al progetto politico d'attacco criminale statunitense.
Rompere la cella di contenimento in cui si trova, suo malgrado, il gruppo sociale attraverso il quale si vuole fare passare il riassetto sociale, significa rompere la cella criminale attraverso la quale si vorrebbe, mediante la caduta della Siria, far passare il riassetto dell'ordine mondiale partorito dalla politica criminale statunitense.
Qualora venisse recepita questa visione politica, ben centrata sul gruppo sociale attraverso il quale si vogliono in via prioritaria perseguire determinati interessi, verrebbe di fatto a cadere qualsiasi sterile e strumentale polemica tra rossi e neri, rossobruni e fasciocomunisti. Solo attraverso la definizione politica del gruppo sociale italiano sotto attacco criminale, e la sua mobilitazione verso la difesa della Siria come Stato assediato, si avrebbe il vero superamento destra/sinistra.
Lo stesso discorso vale per il mondo del pacifismo. Se non si fa uscire allo scoperto la fascia sociale che sta pagando il prezzo più alto alle guerre imperialiste, anche il pacifismo rimane un discorso ideologico privo di conseguenze pratiche e, quindi, un utile strumento ideale affinché la transizione criminale avvenga nella più completa pacificazione sociale.