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Riforma elettorale: ho una proposta per mettere tutti d’accordo!

di Algido Lunnai - 24/08/2012


Approfitto dell’ospitalità cortesemente offertami per intervenire nel dibattito sulla legge elettorale che sembra essersi impantanato senza speranze.  Non si può che concordare con le venerabili parole del Capo dello Stato: Non si può votare con la legge elettorale vigente. E’ una questione di democrazia. Ma i partiti non trovano un accordo, il tempo stringe ed i mercati sono in attesa trepidante: “Ci sarà il premio di maggioranza? Ci saranno le preferenze? Ma, soprattutto:  chi vincerà le elezioni?”. E questa perigliosa incertezza spinge lo spread sempre più in alto. Bisogna far qualcosa. E presto. Anzi: snell!

Però, a ben vedere, quando avremo fatto la legge elettorale, ci toccherà comunque aspettare quattro o cinque mesi per votare, tempo durante il quale le ansie del mercato non si placherebbero. E poi, vai a mettere d’accordo un Parlamento così rissoso! Per fare cosa, poi? Una legge elettorale “usa e getta” come la precedente? Non va! Non è così che ne usciamo.
Io una proposta la avrei. Non so a voi, ma a me piace!Saltiamo tutta la discussione sulla riforma, anzi, saltiamo proprio le elezioni e proclamiamo i risultati! Come? Constatata l’incapacità dei partiti di trovare un accordo, si procede per decreto legge:

art. 1- E’ insediata una commissione arbitrale così composta:
Onorevole Presidente, M. Draghi presidente della Bce,
Venerabile Segretario verbalizzante: G. Napolitano, Presidente della Repubblica
componenti: i reggenti pro tempore del Fmi, della Banca d’Italia e della Commissione Ue, i rappresentanti delle tre principali agenzie di rating ed il rappresentante della Goldmann Sachs.

Art. 2- I partiti attualmente presenti in Parlamento si riuniscono sotto la presidenza della Commissione arbitrale e presentano ciascuno la propria richiesta di seggi, elaborata sulla base dei sondaggi elettorali di parte.

Art. 3- La Commissione arbitrale, fatto effettuale un sondaggio elettorale da una società di propria fiducia e preso atto delle proposte delle parti, formula una propria proposta di mediazione.

Art. 4- Le parti, presa visione della proposta di mediazione, possono dichiararsi soddisfatte o avanzare una nuova richiesta di seggi compresa fra il numero precedentemente formulata e la cifra proposta dalla Commissione arbitrale.

Art. 5- La Commissione arbitrale, ricevute le nuove richieste dei partiti, consultato il bollettino di borsa della giornata e tenuto conto dell’andamento dello spread, decide a proprio inappellabile giudizio e senza limite predeterminato la distribuzione dei seggi fra le diverse forze politiche e procede alla pubblicazione dei risultati.

Art. 6- Per l’identificazione personale degli eletti, ogni partito comunica alla Commissione arbitrale un elenco di nomi in numero triplo a quello dei seggi attribuitigli. La Commissione estrarrà a sorte i nomi sino a concorrenza dei seggi attribuiti a ciascuna formazione.

Art. 7- Il governo dovrà rigorosamente essere di unità nazionale e l’opposizione non potrà superare il 10%. I gruppi che intendano restare all’opposizione dovranno comunicarlo entro cinque ore dalla proclamazione degli eletti. Verranno ammessi all’opposizione solo quanti avranno presentato domanda prima di altri. L’opposizione ha diritto di parola semestralmente e per una durata non superiore ai 10 minuti. I parlamentari della maggioranza annualmente e per 5 minuti.

Art. 8- Il nuovo Parlamento entrerà immediatamente in carica e lo resterà sino a quando il debito pubblico resterà al di sopra del 60% del Pil.

Pensate ai vantaggi di questa soluzione:

a-i mercati sarebbero finalmente tranquilli e non dovremmo più temere per lo spread

b-lo Stato risparmierebbe circa 30 miliardi, che non sono pochi in tempi di spending review

c-finirebbe il tormentone della riforma elettorale

d-le agenzie di rating non potrebbero più declassare i nostri bond, pena la perdita della faccia

e- ci risparmieremmo la campagna elettorale con ulteriore economia di spesa

f-gli elettori potrebbero utilmente occupare il loro tempo andando a mare.

E pensate che potrebbe trattarsi di un modello costituzionale da esportare per il quale potremmo chiedere i diritti a chi volesse applicarlo. Visto che non ci riesce di esportare più molto altro…